lunedì 4 luglio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Giacomo Conserva
Onde





*Questo "frammento poetico" di Giacomo Conserva* è del 1982. Qui ne pubblico i primi 6 "accordi musicali" introduttivi. Il resto si legge, assieme ad altri numerosi scritti,  sul suo blog http://gconse.blogspot.com/


1.   arrivò al ponte. l’acqua scorreva lenta, portando sacchetti di plastica, contenitori, barattoli, formando una schiuma grigia, arrestandosi in gorghi. vedeva una figura sollevarsi e camminare, e questo la riempiva di gioia, perché era la prova vivente che qualcosa sarebbe cambiato. Un incontro avrebbe avuto luogo/ come era stato profetizzato/ un tempo.
   “Sono felice?” Esitazione del corpo, si sfiora la coscia, il ginocchio che emerge dalla sottana corta (taffetà e seta), il gesto che si sfiocca a mezz’aria, come l’acqua che va.
   Come in un libro di Virginia Woolf, pensò. Le voci che si intrecciavano - never did anybody look so sad - o K.B.

2   e adesso si era messa a studiare greco, e leggeva Heracleitos e la poetica di Aristotele, e lui la andava a trovare spesso, e le giornate non erano più così lunghe.

3   quando faccio l’amore i corpi scambiano contorni, non capisco più chi e chi non sono io, come calore e gelo, un fruscio d’ali di un altro che parla, e dita e seni e l’incavo dell’ascella non so dove la tua mente si trova. Glicine (lillà) si manifesta fra le foglie di vite, mentre il vento che viene dalla baia, leggermente, fa vibrare l’aria e diffonde le lontane risonanze di auto per la stretta strada della collina, e ci si avvicina - così per far festa- alla casa che è lì davanti, tutta dipinta di rosa, ed io/tu sorridiamo e ti passo il braccio attorno alla vita guardando i ragazzi-ragazze che ballano sul prato, fra trifoglio e fiori di primavera, il rock della trasformazione (questo era in un altro paese).

4   Ma non era nient’altro che il suo aspetto? diceva la gente. Cosa c’era dietro ad esso - la sua bellezza, il suo splendore? Si era forse fatto saltare il cervello, si chiedevano, era morto forse la settimana prima che si sposassero - qualche altro, precedente innamorato di cui arrivava la voce? Oppure non c’era nulla? nulla tranne un’incomparabile bellezza oltre la quale ella viveva, e che non poteva far niente per disturbare? Perché, per quanto facilmente lei avrebbe potuto dire in qualche momento di intimità quando racconti di grande passione, di amore sconfitto, di ambizione respinta le venivano incontro come lei stessa avesse conosciuto o sentito o attraversato quelle stesse cose, lei non parlava. Lei era silenziosa sempre. Lei conosceva allora- quello che le persone furbe spacciavano. La sua unicità di mente la faceva cadere diritta come una pietra, scendere precisa come un uccello, le dava, per natura, quella misura e presa dello spirito sulla verità che deliziava, confortava, sosteneva- forse falsamente.

5   (“La Natura ha solo poca argilla”, disse Mr. Bankes una volta, ascoltando al telefono la sua voce, e molto toccato da essa sebbene lei stesse solo dicendogli una cosa su un treno, “come quella di cui ti ha modellato”. Come egli la vedeva al termine della linea, greca, occhi azzurri, naso diritto. Quanto incongruo gli sembrava stare telefonando ad una donna come quella. Le Grazie incontrandosi sembravano avere unito le mani in prati di asfodelo per comporre quella faccia. Sì, avrebbe preso il treno delle 10 e 30 a Euston.)

6   L’immagine femminile di luce-gioia inseguita & cercata & proiettata, da una mente all’altra, e la luce è opposta alle tenebre, ma cosa c’entra tutto questo con il mio corpo e con il tuo, non lo so.


*Giacomo Conserva. Nato a Parma nel 1948, lì ancora vive. Psichiatra e psicoterapeuta. È stato nel ’68, nel ’77, e così via. Dirige il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC) di Parma, ha una figlia di 37 e uno di quasi 8 anni. Nel ’75 tradusse per la Newton Compton William Blake, tuttora ristampato. Ha fatto molti viaggi e scritto molte poesie e altri testi, apparsi qua e là nel corso degli anni. Nel ’91 pure un piccolo libro, Derive Metropolitane, per «A/traverso». Dal marzo 2010 ha, con alcuni altri, iniziato un blog: ‘OLTRE LA SOCIETA’ PSICHIATRICA AVANZATA- un esperimento per una ricerca collettiva’ ( http://gconse.blogspot.com/). Ha un sito Facebook, GIACOMO CONSERVA, http://www.facebook.com/profile.php?id=1674137477&ref=name, e un piccolo sito sul network BOLOGNA CITTA’ LIBERA.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A parte il meraviglioso inizio ed alcuni brani tipo l'ultimo prima della nota, per il resto ammetto senza ritegno che mi sembra di non aver capito quasi niente. Mi ha lasciato però una sensazione di vero squallore. Un moderno e appropriato modo forse per indurre a pensare che anche nelle vite di un mondo sbagliato si trovano fiori di bellezza e di natura incomprensibile. Un esempio di quanto l'emozione prevalga sulla ragione? Accettare per vivere in una dimensione tutta da scoprire? ma c'è anche pudore, uno strano pudore

Anonimo ha detto...

Il commento di cui sopra è stato scritto dopo aver letto tutto il componimento poetico sul blog dell'autore.