Varie pagine di amici su Facebook hanno ricordato che oggi, 7 aprile, è l'anniversario della nascita nel 2028 di Giancarlo Majorino, morto il 20 maggio 2021. Lo voglio ricordare io pure, trascrivendo una domanda e la sua risposta da una nostra conversazione del 5 giugno 2002 sul fenomeno degli "scriventi poesia". Da lì ebbe inizio la mia ricerca e la teorizzazione dei moltinpoesia.
- L’esigenza di scrutare davvero e non così
impressionisticamente questa massa di
scrittura poetica è positiva. I testi però, che arrivano sul mio tavolo, a volte sono poesie per modo di dire. A volte sono delle comunicazioni poeticistiche.
Questo un po’ dà fastidio. Non lo dico per una difesa corporativa (almeno, per
quel che mi riguarda,io sono attento a ‘sta faccenda). Il fastidio nasce perché
tante energie vengono a volte imbrigliate per cose che forse non sono le vere
cose che si cercano.Tante volte son forme di solitudine, di assenza di
comunicazione; altre volte anche di bisogno di esserci, di avere una
presenza.Così tutto diventa subito un
po’ ambiguo: come se uno sognasse che entrando di lì, dalla scrittura in
versi (che mi obbliga a tener conto primariamente di ciò che sento necessario e
non meno della possibilità di dare forma a ciò), potesse venirne chissà cosa.
Mi sembra che ci sia una domanda muta che è ancora più forte, una
insoddisfazione verso la vita che si fa. E questa è una grande molla di
cambiamento. Ma, per esempio, se uno senza saperlo ripete forme poetiche già
collaudate come se fossero proprie, in questo vedo un’illusione, ma anche
un’ignoranza sul fatto che il ricorso a sé, all’interiorità di sé, non dà
maggiore autenticità. Il ‘sé’ è pieno di
condizionamenti: è solo lo studio accanito, il confronto senza paura con
l’altro da sé che può aiutare.
2 commenti:
Parole sante. E quella definizione "comunicazioni poeticistiche" è una perla.
Segnalazione di E. A.
http://www.atlascoelestis.com/Majorino%20Pagina%20base.htm?fbclid=IwAR1ylHaGaJOZ2-mL3eKQXdrj1T_qAuupuWWo2uQdH_JqpgHcDgZaw9GteUo
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