lunedì 26 agosto 2024

Il Signore del Creato

 


Riflessioni sotto forma di filastrocche


di Rita Simonitto


Il Signore del Creato Dalle critiche turbato

A rapporto chiamò i suoi.

“Ecco qua: affido a voi

Di andar di qua e di là

E dirmi poi ciò che non va.

No rimborsi ‘piè di lista’

Tranne qualche intervista.

No incontri pilotati

Per sgamare risultati

Che esprimono dissenso

Ricevendone compenso”


Nel bel mezzo dell’estate Con il sole a sciabolate

Che mandava fuor di testa

Ogni mente pur modesta

Ecco Angeli Reali

A spiumar le loro ali

Da quel velo di pigrizia

Per la vita in letizia.

Più e più di anni luce

Alla meta li conduce.

“Laggiù, ehilà, un puntino

Contornato d’azzurrino!

Terra! Terra, eccoci qua

A scoprire ciò che non va”

Una frenata, un salto

Eran pronti all’assalto

D’una morente civiltà

Malata di modernità.

E nel briefing necessario

Iniziò l’Angelo Dario.

“E così, cari colleghi,

Al par mio tutti strateghi,

Concentriamo l’attenzione

Su un punto: lì l’azione!

‘Caput Mundi’? Ebbene sia,

per Gesù, Beppe e Maria”.

Niente ultra-cellulare 

Per poter comunicare.

Usavano il pensiero

Più veloce di un levriero.

“Qui l’Aurelia, vista mare,

Scorrimento regolare

Ecco vedo che un gatto

Attraversa soddisfatto”.

“So’ Alessandro e sto qua

Dentro il cuor della città.

I rifiuti? Dei giardini

Con al centro dei trenini.

Lì si muovono carrelli

Da svuotar. Poi tutti belli

Rivanno in postazione.

Un robot ha la gestione”.

“Qui Gengìss ai monumenti.

C’è un club di residenti

Che ne cura il decoro

Come fosse cosa loro”.

“Qui il Tevere dorato

Da battelli vien solcato:

Il servizio sponda/sponda

Effettuato vien sull’onda.

E che dire dei trasporti?

Aboliti tempi morti:

Pannelli illuminati

Agli incroci situati

Danno conto alla città

D’ogni intoppo che ci sta.

La stazione ferroviaria

Si divide terra/aria,

Disse Dario, in funzione

Del voler delle persone

Chi vicino, chi lontano:

ugni meta, un suo piano”.


Nel racconto di quei dati

Si sentivano onorati

D’aver fatto l’esperienza

Di amore e conoscenza

Che si danno una mano

Per il bene dell’umano.

“Oh vigliacchi, traditori!

Oh ma io vi caccio fuori!

In che Mondo siete stati

Buonisti ottenebrati!

Ma non è questa roba mia

È il Paese di Utopia.

Non vedo la malvagità!

Or che c’ho mannato a ffà’

A morir il mio bel Pupo

Se non c’è ombra del lupo?

Agnellini sono tutti?

Non ci stanno farabutti?

Ricordate: i farisei

Sono pur essi figli miei.

No. Non è questa la Terra

Che ancora sta in guerra

Che non crede più a niente

E mi sente impotente!

Io volevo sol capire

Se dover intervenire.

Ma son lor, a ben vedere,

Che la pietra fan cadere

Sui lor piedi, ben convinti

‘Solo altri saran vinti!’

Se ‘non san ciò che si fanno’*

Capirai che è un danno!

L’ignavia è ben potente

Ti porta a non far niente.

Fa ripeter il reato.

E così sono spacciato”.

Sfiduciato, avvilito

Dichiarò il “benservito”.


Anche Lui fece un errore,

Lo scoprì a malincuore,

Affidar tale partita

Senza ‘click’ di salva-vita

Dando poca importanza

Al poter dell’ignoranza

Che cela la sua essenza

In superba conoscenza.



*“Padre, perdona loro perché non sanno ciò che si fanno”, così disse Gesù sulla croce.


15.08.24


Nessun commento: