di Cristiana Fischer
istante afferra immenso
eterno sconosciuto
coscienza onde del campo
nulla riflette
il lago in superficie
e nessuno saprà tranne me
le foglie che mi avvolgono
come pianta umana e raccolgono
tra le foglie a cappuccio della vita vegetale
il nucleo il cuore come lo chiamiamo
della vita individuale di noi quasi verdure
fiorite. La coscienza
di essere corpo materiale e mortale
la spremo fino in fondo
e in filosofia
sono senza dei ma la materia
mi soddisfa comunque in radice.
* * *
gridano gli uccelli al primo palco
di rami come frecce colorate
si tuffano in fogliame sulle cime
e fino a terra le gazze assassine
rompono le uova e corvi neri
in branco sui passi e sulle alture.
Solo in cielo profondo i cacciatori
e i migratori sulle vie dell'anima
* * *
Cielo bianco e vento
le foglie ancora verdi si preparano
tra gli urti che le staccano
a seccatura e alla caduta.
Ma la vista è fresca
di verde sulle cime alte al vento freddo.
C'è ancora tempo. Ci si chiude in casa
la legna è pronta le riserve accumulate
l'autunno
si annuncia in molti segni ma io lo precedo.
Il cielo bianco e breve
di un azzurro che si fa celeste
a velature
in brevi ore
quando ancora il sole brilla poco
raccorcia i tempi e allunga resistenza
alla lunga lunga permanenza
in buio e freddo fin che primavera
in germogli di fiori sboccerà.
La mia rosa rossa testarda
ha annunciato esterna due boccioli,
tutte speriamo, figli e rose rosse,
che la vita col sole ritorni. Il gufo
a volte si fa sentire
le poiane e i nibbi cacciano in terra
con la lunga vista chiara
i rami oscillano e io sono esperta
dei tempi delle pause
delle attese.
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