di
Ennio Abate
La ragione
dell’ordine, la dimostrazione del disordine, e tu règgile. L’uno che in sé si
separa e contraddice, e tu fissalo; finché non sia più uno. E poi torni a esserlo,
e ti porti via.
(F. Fortini, L’ordine
e il disordine,
da Questo muro,
in Una volta per sempre, Einaudi,
Torino 1978)
Premessa
Partiamo
da qui: è crollata una chiara definizione dei confini della poesia, è stata svalutata dal prevalere della società
dello spettacolo e dalla TV la lettura in generale e lo studio di quei testi, che autorità
riconosciute nel campo della critica e nella comunità dei poeti avevano fino a
ieri garantito come poesia. La poesia,
come dopo un’esplosione, sembra disseminata dappertutto: nelle canzoni, nei testi di amici e conoscenti, nei poeti
pubblicati dai massimi e dai minimi editori, nelle plaquette autoedite, sul Web…