Prese una bolla di vetro
e si predispose ad introdurre
nel buco quello che sapeva fare
non una nave ma una semplice poesia
si trattava di fare un esperimento
ci voleva un supporto
e pensò che la cosa migliore era
ancora una pagina di carta bianca
che fosse riciclata o meno non gli interessava
il mondo era fottuto quindi anche gli alberi
come gli uomini non gli interessava più di tanto
l’importante era mettere insieme delle parole
che stessero l’una al gioco dell’altra
in armonico contrasto
prese quindi il pezzo di carta che
gli era rimasto sul tavolo
il resto era finito nel cestino della carta straccia
(riserva finita) prese una pinza sottile e lunga e
arrotolato il foglietto lo introdusse delicatamente
nel buco della bolla di vetro
era l’inizio era il foglio bianco di partenza
avrebbe potuto fermarsi lì e proporre una
poesia senza parole ma lui era stufo del
vano cazzeggiarsperimentale e disse fare
tutta questa fatica per prendere in giro gli altri
sono stanco in realtà era ormai sempre
stanco anche all’inizio di una nuova impresa tanto
valeva smettere subito oppure continuare e
così continuò con pazienza prese una parola che
diciamo era così “parola” poi ci vorrebbe un
aggettivo pensò perchè pensava all’antica
anche se forse ecco “forse” sarebbe l’altra parola
stette zitto a lungo poteva bastare? il problema era
anche la coccoina c’era ancora? era diventato più
complicato o forse semplificato ma come incollare
quella parola “parola” e poi quel “forse” che
la metteva in dubbio in modo che avessero
un senso sulla pagina bianca era
tutto così fragile e mobile la carta e le parole
da incollare gli tremava la mano e la pinzetta
vagava incerta doveva spingerla e cercare di
incollare ma non riusciva fu chiamato all’improvviso
così si distrasse e cadde la bolla che poi
forse era una bottiglia di vetro solo più panciuta che
si ruppe e il gioco era già finito
pensò avrebbe ritentato la prossima volta che
gli capitava una bottiglia vuota e qualche
parola da mettere insieme e fare una poesia.