22 settembre 2011 da LE PAROLE E LE COSE
[Queste due poesie fanno parte di una sezione inedita composta da dieci testi. Ognuno di essi ha un numero di strofe pari alla sua posizione e al suo titolo].
Quattro
strati sotto Piazza Matteotti
I.
Il primo è ricoperto
di terra umida, piena di muschi
e di cemento. La pala la frantuma,
la penetra a fatica.
Il primo è ricoperto
di terra umida, piena di muschi
e di cemento. La pala la frantuma,
la penetra a fatica.
II.
Il secondo sono
scheletri
composti, tibie, crani fracassati
di uomini sepolti in parallelo
con la testa alle colline e la spina
a perpendicolo del mare.
composti, tibie, crani fracassati
di uomini sepolti in parallelo
con la testa alle colline e la spina
a perpendicolo del mare.
III.
Il terzo sono
forme indecifrabili,
finché la pala non ne raschia nettamente
i contorni: e sono arcate, muri,
volte di granai e la fornace
circolare in cui cuocevano gli operai
i materiali di costruzione.
finché la pala non ne raschia nettamente
i contorni: e sono arcate, muri,
volte di granai e la fornace
circolare in cui cuocevano gli operai
i materiali di costruzione.
IV.
Il quarto è il
buio inesplorato,
la verticale del silenzio.
la verticale del silenzio.
.
Cinque
finestre
I.
La sagoma dei
palazzi in zona Fiera.
Il muro macchiato, la lampada impolverata
accesa tutta la notte. La coppia che faceva
l’amore sotto casa, non sapendo che da là sopra
si poteva esser visti.
Il muro macchiato, la lampada impolverata
accesa tutta la notte. La coppia che faceva
l’amore sotto casa, non sapendo che da là sopra
si poteva esser visti.
Tieni sempre
in mente
la tua conformazione.
Simmetria indeclinabile, assiale:
due orecchie, due gambe, due polmoni.
Due occhi soli.
la tua conformazione.
Simmetria indeclinabile, assiale:
due orecchie, due gambe, due polmoni.
Due occhi soli.
II.
Il movimento
delle foglie contro la luce
del pomeriggio di metà ottobre.
Due corpi coincidenti sopra il letto,
a porta chiusa. Passi più vicini: veloci,
ricomporsi. Risalire di gradini: via libera,
spogliarsi.
del pomeriggio di metà ottobre.
Due corpi coincidenti sopra il letto,
a porta chiusa. Passi più vicini: veloci,
ricomporsi. Risalire di gradini: via libera,
spogliarsi.
Smettila di
credere che il silenzio
significhi nulla. Ripeti questa lista:
ronzii dal frigorifero,
automobili che vanno,
acufeni nelle orecchie, ambulanze,
il tuo respiro.
significhi nulla. Ripeti questa lista:
ronzii dal frigorifero,
automobili che vanno,
acufeni nelle orecchie, ambulanze,
il tuo respiro.
III.
Sul terrazzo
delle domande.
Le torri come punti esclamativi
contro il viola delle sette.
Gli aerei su Malpensa in cui qualcuno
che atterra sta guardando dritto qui.
Le torri come punti esclamativi
contro il viola delle sette.
Gli aerei su Malpensa in cui qualcuno
che atterra sta guardando dritto qui.
Mezza cupola
di Duomo non basta
nemmeno a trattenere le tue carte.
Stacca tutti i fogli appesi ai muri.
Apri l’immondizia, getta via le pentole,
lo zucchero, le piante del balcone.
Chiuditi la porta alle spalle, butta la chiave.
nemmeno a trattenere le tue carte.
Stacca tutti i fogli appesi ai muri.
Apri l’immondizia, getta via le pentole,
lo zucchero, le piante del balcone.
Chiuditi la porta alle spalle, butta la chiave.
IV.
Luci
incolonnate, cellette di cadaveri
che ogni sabato spalancano i vetri
per battere un tappeto, o sospendere nel vuoto
un lenzuolo, due guanciali.
Una volta un cuscino rovinò dal nono piano.
La signora gridò, fu colta da vertigine.
che ogni sabato spalancano i vetri
per battere un tappeto, o sospendere nel vuoto
un lenzuolo, due guanciali.
Una volta un cuscino rovinò dal nono piano.
La signora gridò, fu colta da vertigine.
Siediti e
guarda precipitare Edna Cintron
sui marciapiedi di Manhattan. Le gambe parallele,
le mani intrecciate dietro la nuca,
nel suo volo da manichino.
sui marciapiedi di Manhattan. Le gambe parallele,
le mani intrecciate dietro la nuca,
nel suo volo da manichino.
V.
La geometria
delle cime dei cipressi.
La luce del mattino, interrotta dalla tenda.
Poi la cena condivisa, il sonno comune,
l’abbraccio sulla soglia che dice
La luce del mattino, interrotta dalla tenda.
Poi la cena condivisa, il sonno comune,
l’abbraccio sulla soglia che dice
non
muoverti, ritorna, possiamo addormentarci
prima che faccia giorno, ricomincia a tracciare
i perimetri, spegni le luci.
prima che faccia giorno, ricomincia a tracciare
i perimetri, spegni le luci.
2 commenti:
Poesie ben composte , freddamente incise in un mondo di città. La ricerca di un cuore forse pulsante ancora.Un'umanità compressa alla quale non è permessa la gioia. Il sentimento vorrebbe prevalere. Un banale tragico di grande effetto.
Emilia Banfi
Mi piace questa scrittura senza fronzoli ma piena di piacevoli imprevisti verbali e visivi. La prosa è trattenuta e addomesticata dalla poesia che la scompone e ricompone a piacere. E poi non ha quasi racconto, quasi non se ne cura, così che tutto possa accadere per sempre in buona competizione con qualsiasi altro presente.
Magari toh, quella voglia d'espandersi che inciampa nel citazionismo. Ma è veniale. Ci siamo, m'è venuto da pensare, è buona poesia.
mayoor
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