Ogni teoria della letteratura rispecchia il senso generale che il teorico di turno ha della realtà.
Per
esempio, Sartre, da filosofo esistenzialista, che vede il senso della
condizione umana nella libertà delle scelte che ogni uomo è costretto a
fare, considera conseguentemente la letteratura come ennesima
espressione di tale libertà.
I
formalisti russi, che sono sostanzialmente dei linguisti, considerano la
letteratura in primo luogo un linguaggio e, per la sua specificità come
letterarietà, uno scarto dalla norma linguistica, con un effetto di
straniamento.
Foucault,
che è uno storico e sa che la storia è governata dai rapporti di forza,
è interessato all’evoluzione delle forme del potere; vede perciò nella
letteratura una di queste forme, e il suo specifico, rispetto alle
altre, sta nell’essere una forma di potere velata sotto una patina di
piacere e mistificante naturalità.
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2 commenti:
La potenza del dettato sfuma presto, peccato arrivare a conclusioni così vaghe dopo che si è sostenuto con tanta forza il valore primario della tecnica. O forse è proprio la tecnica che in se' non sa di nulla?
mayoor
In questa complessa magìa che si chiama letteratura chi è il mago: colui che legge e insegna o colui che scrive e esprima la propria libertà? Emilia
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