Ci
condussero in un boschetto di tigli in fiore
su
un’isola al di là del mare abitata da uomini bianchi.
E
ci dissero: «questa è l’isola della verità,
qualunque
cosa toccate diventa verità. Ed essa è. Per sempre».
Fu
così che toccai il prato verde. Ed esso divenne prato verde.
Poi
toccai il cielo con un dito. Ed esso divenne cielo azzurro.
«Davvero,
qui è tutto fantasmagorico!» – esclamai come in estasi –
E
gli uomini bianchi risposero in coro:
«Non
ci sono filosofi né poeti perché tutto quel che c’è c’era già
non
abbiamo bisogno di esistere perché siamo già
ciò
che l’esistenza mai ci darà».
Fu
allora che incontrai gli uomini senza volto.
Erano
alla fermata della Metro B dell’Eur
avevano
il bavero alzato, la sciarpa sul mento
e
non c’erano occhi sotto il cappello…
e
chiesi: «è qui che abita il signor Ostrovskij?»,
«Sì,
siamo stati insieme a Siracusa…
alla
grande porta di ferro, che poi cedette alle catapulte…»
-
mi rispose un uomo senza volto -
Fu
a quel punto che mi vennero incontro gli uomini senza ombra,
immersi
fino alla cintola nel fiume limaccioso.
Io
guardavo dritto in faccia il loro occhio di vetro
e
guardavo in basso cercando la loro ombra.
«È
tra di voi Ostrovskij?», - chiesi senza convinzione -
ma
quelli capirono che ero uno straniero
e
guardavano a terra la sagoma
della
mia ombra…
Eravamo
fermi alla fermata del bus, nel quadrivio,
mentre
il semaforo lampeggiava il rosso…
2 commenti:
Grazie per il bel testo di Hans Jonas...vi ho scoperti per caso e sono alla ricerca di con
fronti (scrivendo anchj'io, poesie).
breve stralcio per avere un'idea dell'autore, ma questi versi mi hanno molto colpito, li trovo speciali...
Grazie. Marina Massenz
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