venerdì 16 settembre 2011

SEGNALAZIONE
Galatea



E' uscito in rete il fascicolo di settembre di Galatea.
E' una rivista che cerca di parlare di realtà, di far parlare le persone, di sottrarsi all'ovvietà e alla banalità che assedia e  prepara il disastro.
E' un buon fascicolo, penso sia utile segnalarvelo:  www.galatea.ch

Piero Del Giudice

Luigi Di Ruscio

    di Piero Del Giudice

    martedì 13 settembre 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Rita Simonitto
    Casa miseria




    Luna allo spasimo alla finestra
    tra listelle e vetri insudiciati,
    ginocchia col sale che brucia alle giunture
    per scale senza fine, estraneità percettiva
    che porta a contare i passi dei gradini
    e sale impudica la voglia, segnare i pianerottoli
    di piscio come liberi gatti
    eppur legati anch’essi a un territorio.

    Casa miseria che non dai pace né pur la prendi
    dalle pene di un mondo che invano arrota i denti
    e invano tu mostri quaderni dove hai segnato
    con cognomi e nomi i traditori
    ma se nessuno ascolta
    si impiglieranno le voci come refoli d’aria
    su dai camini spento ogni fuoco. Oramai.


    05.08.2011

    giovedì 8 settembre 2011

    CONTRIBUTI
    Ennio Abate
    Il Tarlo della Libia.
    Riflessioni e domande
    di un esodante

    La pubblicazione di questo articolo ha avuto un percorso travagliato. L'avevo scritto per "Nazione Indiana" e al dibattito svoltosi su quel sito tra febbraio e marzo 2011 mi richiamavo. Avrebbe dovuto uscire senza più problemi dopo il chiarimento avuto con uno dei redattori di NI. Sono invece intervenuti degli ostacoli (Cfr. Nota* alla fine) che mi hanno indotto a proporlo ad altri siti (Sinistra in rete, Megachip) che l'hanno accolto. Lo propongo, contro ogni censura o autocensura, anche su questo blog. [E.A]

                                                                        […] Amici,
                                                    davvero,
    a chi sotto i piedi la terra non gli brucia al punto che paia
    meglio qualunque cosa piuttosto che rimanere, a colui
    io non ho nulla da dire». Così Gotama, il Budda.
    Ma anche noi, che non più ci occupiamo dell’arte della pazienza
    ma piuttosto dell’arte dell’impazienza, noi che tante proposte
    di natura terrena formuliamo, gli uomini scongiurando
    a scuoter da sé i propri carnefici dal viso d’uomo, pensiamo
                                                   che a quanti,
    di fronte ai bombardieri del capitale, già in volo, domandano
    e troppo a lungo, che ne pensiamo, come immaginiamo il
                                                  futuro,
    e che ne sarà dei loro salvadanai e calzoni della domenica, dopo
    tanto sconvolgimento, noi
    non molto abbiamo da dire.
    (B. Brecht, La parabola di Budda sulla casa in fiamme, in Poesie 1933-1956, p. 189)

    Ricordo le discussioni quando Barack Obama e Hillary Rodham Clinton si contendevano la candidatura presidenziale. Alcune femministe invitavano ad appoggiare Hillary perché era donna, altre afroamericane invitavano ad appoggiare Obama perché era di colore. Il tempo ha dimostrato che lassù in alto non contano né il colore della pelle né il genere.
                 (supMarcos,Terza Lettera a Don Luis Villoro nello scambio su Etica e Politica, luglio-agosto 2011)


    Cari/e amici/che di Nazione Indiana,

    circa sei mesi fa qualcuno s’illuse che la guerra in Libia sarebbe stata “lampo”.[1] (E l’Afghanistan? E l’Irak?). Ecchè - si diceva, si scriveva, anche su NI - «lasciamo che il rais bombardi quelli che lui chiama i ribelli?». Si sospendano, orsù, «le questioni di principio». Tacciano i cacadubbi di turno pronti a ricordare che «i droni americani stanno facendo stragi quotidiane di civili in Afghanistan». Che patetici quelli che vedono negli insorti dei «pupazzi eterodiretti dal Capitale Globale o dai vertici del complotto demoplutopippoquiquoqua». E basta - si diceva, si scriveva - con ‘sto Valentino Parlato, deplorevole esempio di «una “sinistra” che sta sempre coi [dittatori] più deboli» (perché, invece, c’è da stare subito, senza se e senza ma, con quelli forti).

    SEGNALAZIONE
    Paolo Giovannetti
    Raccontare dopo Gomorra


    Giovedì 15 settembre ore 21.00
    Libreria Popolare di via Tadino Soc. Coop.S.r.l.- Via A.Tadino,18 - 20124 Milano Tel.02 2951 3268 

    Criticare la critica.
    Incontri sullo stato della critica letteraria oggi
    Paolo Giovannetti e Mauro Novelli
    ci parleranno di
    Raccontare dopo Gomorra
    La recente narrativa italiana in undici opere (2007-2010)
    a cura di Paolo Giovannetti
    Edizioni Unicopli – 2011
    Circa quindici anni fa la critica si chiedeva: è ancora possibile
    raccontare dopo Pulp Fiction? Artifici narrativi esibiti, violenza
    iperbolizzata (e ironizzata), centralità dell’audiovideo: alcuni
    degli ingredienti sono ben noti.

    martedì 6 settembre 2011

    SEGNALAZIONE
    Emanuele Zinato
    Le idee e le forme
    La critica letteraria
    dal 1900 ai nostri giorni



    Secondo una recente, sintetica ed efficace definizione, «un critico lette-
    rario è un lettore che scrive di quel che legge» (Onofri, 2008, p. 9). Di
    conseguenza, «passare dalla lettura disinteressata alla scrittura (scrittu-
    ra critica) significa stabilire un rapporto col proprio linguaggio» (Bal-
    d
    acci, 2001, p. 31). Critica e lettura, accomunati dal fatto di essere due
    momenti della ricezione delle opere, per altri aspetti differiscono dun-
    qu
    e tra loro. In greco, krités significa "giudice" e krinein "giudicare":
    con il termine critica (in inglese criticism, in francese critique, in tedesco
    Kritik) Ci si riferisce all' operazione di chi descrive, interpreta e valuta
    un' opera d'arte. Questa attività, tuttavia, potrebbe essere svolta anche
    da un singolo lettore che decida di dar forma scritta, nello spazio chiu-
    so di un diario privato, alla sua esperienza. La critica letteraria invece si
    diff
    erenzia dalla lettura non solo perché è lettura-scrittura ma anche per-
    ché è un atto pubblico, un'esperienza rivolta a persuadere un destinata-
    rio, là dove la lettura è un atto individuale. L'attività del critico, a diffe-
    renza di quella del lettore, comporta un agire comunicativo legittimato
    in qualche modo da un'istituzione culturale (scuola, università, editoria,
    giornalismo) e capace di conquistarsi un ascolto e un consenso median-
    te la fo
    rza argomentativa e persuasiva dello stile.Il critico in sostanza 

    può essere considerato un intellettuale che tie ne in riuso il patrimonio 
    letterario, lo seleziona e ne rende i significati attuali in situazioni storiche
    nuove rispetto a quelle del contesto originario (cfr. Luperini, 2002).

    domenica 4 settembre 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Attilio Mangano
    Poesie


    *
    Per la domanda segreta di un senso e di un fine
    per quelle azzurre mattine in cui parli inquieta
    Per quel forte temporale con le sue passioni nuove
    per fare ogni tanto le prove del bene e del male
    Per quel sorriso intrigante di donna maliziosa
    per la voglia maliziosa del piacere e del niente
    per quella rossa amarena che si scioglie nella bocca
    per la risata un pò sciocca che cancella la pena

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Lucio Mayoor Tosi
    Saluto


    Le parole sono incollate e sferragliano 
    diritte nella periferia 

    tanto qua è un andare liquoroso 
    di pioggia là sotto

    nelle settimane scordate 
    dove si prega battendo le mani.

    Poi dimentichi.
     
     
     
    Ci vediamo.
     
    Chiudi bene. 


    martedì 23 agosto 2011

    CONTRIBUTI
    Ennio Abate
    Su Paola Febbraro 1


     È stata Marcella Corsi di Roma a  farmi per la prima volta il nome, a me ignoto, di Paola Febbraro anni fa.  Afferrai che ammirava i suoi versi e che aveva una stima affettuosa per lei, che nata nel 1956 è morta nel 2008. Più tardi ebbi, sempre da un amico romano, Salvatore Dell’Aquila, il suo libro pubblicato da Manni nel 2002, La rivoluzione è solo la terra. Ha un formato di dimensioni inconsuete (un rettangolo 13x20,5 cm.) scelte - suppongo - per accogliere  versi quasi sempre lunghi o lunghissimi. Sono riuscito ad aprirlo e a leggerlo solo  quest’estate. E qui, a puntate, farò il resoconto della mia lettura.

    giovedì 11 agosto 2011

    CONTRIBUTI
    Enzo Giarmoleo
    Un messaggio da Ferlinghetti:
    Una piazza per i poeti

     

    E' apparsa in questi giorni la notizia che presto, a North Beach, quartiere di San  Francisco in California, sorgerà  un’isola pedonale, dedicata a quella banda di ribelli impenitenti definiti “Poeti della Beat Generation”. L’isola avrà un podio fisso per reading e incontri letterari.

     

    Si tratta della “Poets Plaza-Piazza Saint Francis” ideata dal poeta  Lawrence Ferlinghetti. Per associazione, insieme al significato che la città di San Francisco audace, cosmopolita e ribelle, ha assunto nella vita errante e inquieta del poeta mi sono tornate in mente alcune sue poesie di grande respiro “Away Above a Harborful” e “How to paint sunlight”.

    mercoledì 10 agosto 2011

    CRITICA
    Ennio Abate ed Enzo Giarmoleo
    Al margine di una conversazione
    su "Serve ancora la teoria?"
    alla Libreria popolare
    di via Tadino a Milano

    Giovedì 7 luglio, alle ore 21.00,  nella Libreria Popolare di Via Tadino (Milano) Paolo Giovannetti, Antonio Loreto, Milli Graffi, Daniele Giglioli e Paolo Zublena conversarono su un tema oggi "fuori moda", ponedosi la domanda "Ci serve ancora la teoria?"( s'intende: in letteraratura) a partire dai fascicoli 45 ("in teoria in pratica") e 46 ("Brani di cognizione") della gloriosa (per gli addetti ai lavori) rivista “Il Verri”. Anche se in ritardo pubblichiamo un resoconto di impressioni e commento della serata scritto da me ed Enzo Giarmoleo.
    [E.A.]
     *
     Enzo Giamoleo:
    
    
    Caro Ennio, 
    ti ringrazio per la proposta [di fare il resoconto dell’incontro alla Libreria di Via Tadino], ma ti devo confessare che non sono riuscito a prendere un gran che di appunti, un po’ per l'uso di linguaggi specialistici, un po’ per la volontà, forse la gioia di qualche oratore di non farsi capire ed anche perché ad un certo punto mi sono liberato, rilassato. Mi son detto: meno male che c'è Abate che prende appunti e poi riesce a imbastire un discorso, una risposta... Però mi piacerebbe poter leggere le tue impressioni. Nel frattempo ti mando le mie, un po’ raffazzonate.
    enzo 

    martedì 9 agosto 2011

    CRITICA
    Ennio Abate
    Come si fa a fare
    «la poesia onesta»,
    se la critica proprio onesta non è?


    Risposta a Manca la passione d'essere letti intervento di A. Berardinelli

    (http://www.corriere.it/cultura/11_luglio_14/berardinelli-manca-passione-poesia_d7e03dd8-ae23-11e0-9787-0699da0a075e.shtml)


    Un’amica del Laboratorio MOLTINPOESIA è rimasta sconcertata dal mio giudizio negativo che ho espressso in privato su quest’articolo del noto critico Alfonso  Berardinelli. Lei lo  trovava del tutto condivisibile. Liberissima.  Ora in pubblico cerco qui sotto di precisare le ragioni del mio giudizio negativo. Per andare subito all’osso e non menare il can per l’aia, lo faccio con un elenco stringato e forse pignolo di punti schematici. Il che presuppone, per un lettore serio, un confronto paziente fra i miei punti e questo articolo di Berardinelli. (Lascio da parte la mia opinione sul personaggio Berardinelli e la sua storia, che ho invece ampiamente trattato in questo saggio: Il critico è senza mestiere? Non resti «intruso», faccia il contrabbandiere! [E.A.]

    domenica 7 agosto 2011

    DISCUSSIONE
    Paolo Pezzaglia
    Statistica e poesia

    La statistica e la poesia (un tema per le vacanze?)
    Le due discipline sembrerebbe del tutto incompatibili. Che sia poi io, che in statistica fui giustamente bocciato, a proporre questo tema, è forse paradossale… ma ammetto di essere curioso di conoscere le vostre risposte sul vostro modo di fare poesia...
    In statistica si devono fare – piaccia o non piaccia - delle caselle e le vostre risposte devono per forza rientrare almeno approssimativamente in qualche categoria. Con libertà di fare poi ogni distinguo: oltre alla A e alla B, c’è tutto l’alfabeto..

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Emilia Banfi
    Dim cume te manget...

     









    Se te guardet la gent mangià
    te capiset la lur ment, ul lur pensà
    anca cume pianten lì ul pan bucunà
    ul risot in del piat avansà.
    Se capis se vun l'è pueret
    se l'è sprecun on gran sciurun
    se ved de cume cumincen a mangià
    cume pianten denter la furchèta

    sabato 30 luglio 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Alberto Accorsi
    Scrivere al futuro



    Leggete amici  ?
    “Draghi ,Mario, ha detto che la solvibilità di uno stato sovrano
    non è più  così acquisita”
     
    Ci pensate amici?
    La Grecia 
    la filosofia la politica
    la geometria
    potrà chiudere come fosse un’azienda
    default! finita cancellata
    ...un’ espressione contabile
     
    Quando il capitale soffia
    gli stati sovrani volano come stracci !
     
     

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Emilia Banfi
    La scelta











    L'avevamo portato
    in una casa di riposo
    non si poteva evitare
    questa scelta,
    freddamente
    per non piangere
    con lui presente.
    Non si poteva evitare
    ogni cosa nelle mani
    era un'arma , una bomba
    una guerra,
    faccende vecchie
    rabbie mai sopite
    amare voglie, sconfitte.
    Al morire disse piano:
    -  Bambino buono
       stai fermo e zitto
       nel banco della scuola
       stai composto.-
    Tirò un sospiro
    la moglie rimasta sola.

    venerdì 29 luglio 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Lucio Mayoor Tosi
    Turistici detenuti


    (dalla poesia "Estate")


    Turistici detenuti in un mondo senza confini da 
    oltrepassare. Selva di insegne per ogni direzione



    mai che ci sia niente. 



    Forse i tedeschi la guerra non l'hanno mai persa.



    Noi e gli altri, una volta finita, siamo tornati a casa.
    Mica si faceva sul serio. 



    Appese agli alberi tante sedie di plastica come elmetti.



    Da che tacciono le sirene è estate.

    mercoledì 27 luglio 2011

    SCRIVERE AL PRESENTE
    Fabiano Braccini
    L'undicesimo Poeta


     Ecco una perla scherzosa prodotta nel Laboratorio Moltinpoesia, una foto di gruppo, puntuale nei dettagli e pepata più di quel che sembra,  con Signora Poesia, che fa capolino  là in fondo (la vedete?) e  non si capisce se sorride compiaciuta o ci fa le boccacce. Andrebbe meglio se pubblicata nei giorni di carnevale, ma i "critici del Corriere" non hanno avuto pazienza di aspettare la loro stagione e Fabiano gli ha reso subito pan per focaccia. [E.A.]


    À la recherche del Poeta perduto… tra le pagine del “Corriere della Sera”  -  Luglio 2011

    Cari Amici del “Corriere”
    ma perché cercare altrove
    nella gara appena aperta?
    L’undicesimo migliore
    è già qui in “Laboratorio”
    pronto all’incoronazione.

    lunedì 25 luglio 2011

    CRITICA
    La poesia
    secondo i critici
    del "Corriere della sera"
    e secondo Fiorella D'Errico
    e Maurizio Soldini

     Nella logica di  ampliare il dibattito del Laboratorio MOLTINPOESIA a nuove voci, mi pare giusto dare ospitalità e maggiore evidenza a questi due interventi riferibili alla discussione dei "critici del Corriere" e pubblicati dai loro autori nello spazio commento al post di Giarmoleo (qui).  Entrambi curano un loro blog: Fiorella D'Errico qui e Maurizio Soldini qui [E.A.] 


    Fiorella D'Errico ha detto...


    Ho seguito con attenzione gli articoli apparsi su Corriere, Unità, Avvenire e Repubblica del mese di Luglio 2011. I critici che li hanno firmati sono tutti più o meno autorevoli, e l'istantanea della poesia che esce dalla lettura è. a dir poco, desolante: pare che di poeti "veri" ce ne siano pochi o nessuno del tutto. I critici si astengono dall'indicarne i nomi, se non in qualche caso, e si tratta sempre di poeti avanti con gli anni e pluridecorati. Le voci femminili, infine, ho notato che non vengono quasi mai menzionate, o menzionate in negativo: clamorosa l'affermazione del critico circa la "fortuna biografica" della Merini, la cui produzione sarebbe stata ben accolta solo perché la poetessa ha saputo vendere la sua malattia; mi chiedo perché non basti eventualmente stroncare sul profilo tecnico un poeta, e mi rispondo che ci si aggancia alla biografia probabilmente quando non si hanno altri argomenti, così come si è fatto per secoli di fronte al meccanicismo/pessimismo leopardiano.

    domenica 24 luglio 2011

    CRITICA
    Enzo Giarmoleo
    Sullo stato della poesia


     Appunti presi da articoli apparsi sul Corriere della Sera a partire dal 10 luglio 20011 (qui)
     
    Si potrebbe dire che negli scritti in questione emerge la  necessità di mettere in risalto la capacità “Eroica” di alcuni critici e poeti di sottrarre il linguaggio della poesia alla dimensione della letteratura commerciale.
    Si potrebbe anche dire che dagli scritti traspare la “Volontà Responsabile” di salvaguardare il linguaggio della poesia messo a repentaglio dalle comunicazioni di massa: meglio tenersi lontano dal mondo delle immagini e dello spettacolo dove persino un cantautore può occupare nell’immaginario collettivo, gli spazi del poeta.
    Si potrebbe dire inoltre che dagli scritti traspare la “Nostalgia” di un passato in  cui le case editrici davano grande spazio alla poesia e alle recensioni dei “Grandi” e i “Poeti” erano funzionari o anche consulenti editoriali di riferimento e quindi importanti nelle decisioni.

    sabato 23 luglio 2011

    CRITICA
    I MOLTINPOESIA UNO PER UNO
    Su " Voci e passi"
    di Maria Maddalena Monti



    È difficile pronunciarsi sulla poesia degli amici? I più preferiscono farne a meno o tenersi sul vago. Eppure, di fronte al fenomeno di una  produzione effettivamente eccessiva di testi, da tutti lamentata, e alla scarsità di veri critici disponibili a sondarla, c’è  oggi  la necessità  che altri suppliscano a questo vuoto e si prendano la briga  di diventare seriamente lettori- critici: per giudicare, far pulizia, sì, dicendo al meglio e semplicemente quel che veramente pensano di quel testo. Saranno esercizi critici fai da te, condotti in ordine sparso, ciascuno con lo stile, gli strumenti tecnici o teorici che al momento possiede. Con risultati magari discutibili e da discutere. E con questo? Meglio del silenzio, del lasciar correre, del sentenziare sulla poesia italiana contemporanea, che o sarebbe  incomprensibile  o sarebbe noiosa. Davvero? E chi l'ha detto?  Analizzare i moltinpoesia  uno per uno ci sembra la via giusta per non parlare a vanvera. Ecco un piccolo esempio di  laboratorio criticante sorto in occasione della pubblicazione di una raccolta di Maria Maddalena Monti. [E.A.]  

    venerdì 22 luglio 2011

    SCRIVERE AL PRESENTE
    Enzo Giarmoleo
    SKY a Genova


    “SKY A GENOVA” è un rap and roll formato da sette strofe, qui ne appaiono solo tre che riescono ad essere autonome dal resto. Il rap è  costruito sulla traccia della prima grande intervista fatta a Mark Cowell giornalista inglese, SKY per gli amici. Covell tratta prevalentemente tematiche ecologiste. Io l’ho incontrato a Milano, prima del G8 di Genova, durante un convegno internazionale no-global e posso testimoniare che è una delle persone più pacifiche e pacifiste ch’io abbia mai conosciuto. Tra l’altro Sky a Genova non ha partecipato a nessuna manifestazione, è rimasto sempre nella sua postazione. Lui stesso dichiara : “Come hanno potuto accusarmi di essere un Black Bloc. Io non ho nemmeno visto una manifestazione. Sono stato sempre chiuso al terzo piano della scuola (Diaz Pertini) , dove c’era il News Dispatch di Indymedia. Da lì aggiornavo il sito con le notizie che arrivavano dalle piazze e dalle strade.”


    CRITICA
    Voci d'altri tempi
    Enzo Paci*
    Qualche osservazione filosofica
    sulla critica e la poesia

    * Enzo Paci (Ancona 1911  - Milano nel 1976). Dal 1958 insegnò filosofia teoretica all'Università statale di Milano. È stato uno dei più significativi rappresentanti dell' esistenzialismo italiano, da cui si allontanò per passare agli studi su Whitehead e Dewey e infine alla Fenomenologia . Fondò la rivista "Aut-aut  e aderì con entusiasmo ai movimenti studenteschi e operai del 1968-69. Tra le opere principali: " Nietzsche " (1941); " Esistenzialismo e storicismo " (1950); " L'Esistenzialismo " (1952); " Funzione delle scienze e significato dell'uomo " (1964); " Relazioni e significati, I : Filosofia e fenomenologia della cultura " (1965).

    Il significato della parola non è nel segno linguistico ma in ciò che esso significa; il significato dei versi non è nei versi ma nel modo con cui l’uomo in essi vive, sia come lettore che come poeta. Ciò vuol dire non accettare una poesia che voglia isolarsi nella propria purezza ma vuol anche dire non contrapporre alla poesia oggettivata, feticizzata, isolata, un altro pezzo della realtà anch’esso oggettivato e feticizzato, sia esso la realtà oggettivata della filosofia o quella della psicologia e della sociologia.

    martedì 19 luglio 2011

    CRITICA
    La poesia
    secondo i critici
    del "Corriere della sera"
    e secondo noi o altri.
    Dante Maffia
    sul libro di G. Linguaglossa


    Avevo appena scritto questa nota per la mailing list di Moltinpoesia sulla discussione aperta e subito chiusa sul Corsera:"Mi pare che le ultime considerazioni di P. Di Stefano (qui) fotografino ancora una volta la superficie del problema. Dicono che a scrivere poesia o "simil-poesia" sono/siamo in tanti. Che  c'è conflitto anche tra i poeti o i gruppi dei poeti.  Che i poeti non riescono a discutere ("Poche, per la verità, le osservazioni serene e costruttive, la netta maggioranza tra lo snobistico, l'irritato-aggressivo e il lagnoso-frustrato").  Succede così in tutte le "buone famiglie" (religiose, politiche, ecc.). Lo si sapeva. Ma concludere in fretta il dibattito (ristretto) con un niente affatto salomonico "Per dieci copie in più, per un premio di provincia, per una presenza in antologia ci si accoltella. Girano interessi enormi: non soldi ma la gloria eterna. Tutto molto (poco) poetico", a me pare non solo poco critico, ma confermare che lì, al Corriere o tra i critici del Corriere, non ci si voglia  sporcare più di tanto le mani con questa plebaglia rissosa dei poetanti.  Hanno ospitato per  qualche giorno una tantum (quando sarà la prossima?) i tre o quattro "addetti alle relazioni umane" con la  cenerentola poesia e ora tornano alle cose serie: soldi, potere, guerre ed euro (padronali) da sostenere, ecc. Ora, qui in basso, che dire?  Se ci teniamo a proseguire il nostro lavoro, rileggiamoci i 4-5 interventi che Giarmoleo ci ha gentilmente inoltrato e usiamoli come specchio: colgono delle verità? c'è da imparare qualcosa? sono da cestinare? Ha cominciato Mayoor.  Chi prosegue?".
    Ed ecco che capita a fagiolo la riflessione di Dante Maffia* sul libro appena edito da G. Linguaglossa che ho già segnalato su questo blog (qui). Prosegue dunque lui e in modi pungenti, a volte pepati nei confronti di poeti e critici "milanesi", approvando o dissentendo   anche con lo stesso Linguaglossa. Come si deve fare. Come una volta si faceva nelle nostre defunte patrie lettere. A lui la parola. [E.A].  

    CRITICA
    La poesia
    secondo i critici
    del "Corriere della sera"
    e secondo noi.
    Mayoor vs Berardinelli


    Sul "Corriere della sera", magari perché è estate e non sanno come riempire le pagine, è stato dato spazio anche alla poesia. Sono intervenuti  finora critici à la page. All'intervento  di Alfonso Berardinelli, che si legge qui , risponde Lucio Mayoor Tosi.  Qualcuno vuole provare a mandarlo anche al Corriere? [E.A.]


    Dico subito che mi sento a pieno titolo tra i lettori "sconcertati o sprovveduti", e quel che è peggio anche tra quelli con la pretesa di voler scrivere.  Però qualche idea ce l'ho e provo ad esporla sinteticamente. 
    - Leggo: "La poesia è corrotta invece da se stessa, dall'idea che ha di sé: fuga dalla comunicazione o libera espressione del già saputo".
    L'impressione è che Berardinelli non voglia dire esattamente quello che ha scritto.   Fuga dalla comunicazione?
    Se qualche pazzo editore proponesse ai poeti di distribuire i loro libri sulla luna, dove non c'è anima viva, ne sarebbero felici? Non credo.

    sabato 16 luglio 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Emilia Banfi
    Ul nòm

     
     
     
     
     
     
     
     
    L' era propi na bèla cupièta
    le  biunda cunti i oeucc
    fresc de aqua nèta,
    l'era in cumpra.
    Lù magher e lung me la fam
    al tegneva semper i man
    sul pansciun dèla sua dòna.
    Eren lì su l'utumana
    a guardà un calendari,
    a cercà  cun grand afàn
    ul nom per ul sò nan.

    mercoledì 13 luglio 2011

    MOLTINPOESIA:
    SCRIVERE AL PRESENTE
    Abdulah Sidran su Srebenica


    Credono forse
    davvero
    che siamo vivi
    noi che stiamo qui
    e da questo luogo
    parliamo così
    come se davvero fossimo vivi
    Davvero pensano che si chiami
    salute
    davvero pensano che si chiami
    ragione
    ciò che in noi è rimasto
    della salute e della ragione di un
    tempo?
    Non vedono, non sentono forse
    non sanno forse che noi,
    quelli rimasti, siamo più morti di
    tutti
    i nostri morti, e che qui oggi, con
    la loro voce,
    la voce dei nostri morti, dalle loro
    gole,
    gridiamo e con il loro grido – noi
    parliamo?


    (da «Le lacrime delle madri
    di Srebrenica», Adv edizioni, Lugano
    traduzione di Nadira Sehovic )


    lunedì 11 luglio 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Maria Maddalena Monti
    Ch'el om

                                                 

    L’era propi vuru ch’el om.
    ch’el om mingherlin                                                                                
    ch’el pareva sgura via
    tal qual un passarin
    al prim boeuf del vent.
    Ch’el vardava de sotvia
    mai in di oeucc, suturni
    cum un gat.
    Lè inveci l’era granda
    e distenduda.,sfiucada
    cum un pom, i cavei
    negher e riz in su i spai.

    sabato 9 luglio 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Alberto Accorsi
    Hitler Tour


     

    Il giorno due fotografai il campo
    che pioveva ed era grigia Dachau
    con una Adox Polomat
    l’”occhio” degli anni favolosi
    nella sua epoca, pensate,
    qualche randagio ci abitava ancora
    nelle baracche abbandonate

    venerdì 8 luglio 2011

    MOLTINPOESIA:
    SCRIVERE AL PRESENTE
    Emilia Banfi
    Valsusa



    * Chi volesse documentarsi non solo sulla manifestazione oggetto della poesia ma sulle ragioni di "quelli della Valsusa" si consiglia la visita del sito No TAV- Torino: http://www.notavtorino.org/
    [E.A]


    Eravamo là diecimila e diecimila
    volevano il dialogo quelli della Valsusa
    farsi ascoltare ,niente pianti, niente urla
    per anni nessun ascolto nessun cenno.

    Allora via, alla Maddalena era battaglia
    si scende, la montagna porge i suoi fianchI
    le fontanelle la loro acqua i Valsusini
    i sorrisi e rabbia determinata, voglia
    vera voglia di strappare le unghie mafiose
    i soldoni non scavalcheranno queste montagne
    ecologia? Ma no ! Giustizia e allora lotta

    SEGNALAZIONE
    Poesia condivisa

    da http://www.poesia2punto0.com/2011/07/01/poesia-condivisa-il-mondo-e-vedovo-di-paola-turroni/

     

    Poesia Condivisa: Il mondo è vedovo Paola TurroniCARTA BIANCA, 2010

     di


    Gli spazzolatori, con una scopa davanti al carrarmato
    a pulire dalle mine il prato.  Oggi nel deserto in cerchio il vento sbatte,
    maestro sminatore
    sbatte le stoffe il vento e asciuga
    la voce, asciuga le mani che restano intere
    a tenere una stampella.
    Ecco tutti i tipi di mine, che imparino a stanarle
    là dove vanno – a campare.
    La testa china sulla terra acquitrinosa, a cercare
    una mina nel riso – brillano al tramonto
    le risaie, la superficie è docile da qui
    come un lago calmo, come niente fosse.