Riflessioni sul post * IMoltinpoesia (2). La sporca religione dei poeti.Dialoghetti a puntate tra Samizdat e Poeta Invisibile” del 17 marzo 2012
Quasi a voler chiudere frettolosamente il post del 17 marzo 2012, Ennio dice: “Sapevo che questo secondo dialoghetto sarebbe
stato accolto con gelo o irritazione. Ringrazio comunque i pochi commenti
finora ricevuti”.
Credo invece che sia il tema ad essere un po’ ostico in
quanto si presta a discorsi troppo carichi emotivamente e ideologicamente per
cui si passa con facilità dal registro dell’analisi a quello delle opinioni.
Ma, pur riconoscendo questi limiti, potenziati anche da quel particolare mezzo
di comunicazione che è il Blog, da qualche parte bisognerà pur incominciare.
Un ulteriore limite, di natura diversa e ben più importante,
è anche costituito dagli strumenti interpretativi di cui oggi possiamo
disporre: purtroppo non è possibile fermarsi ai soli “illuminismo e
marxismo come solida base”, come farebbe intuire Samizdat, in quanto ogni
strumento interpretativo muta (o dovrebbe mutare!!) conformemente alla realtà
che esso interroga.