Pubblico queste dense riflessioni sul mio lungo scritto Per una poesia esodante. La poesia passata a contrappelo. Sulla ex-piccola borghesia o ceto medio in poesia, che si legge interamente qui nell'Appendice del post. [E.A.]
Caro Ennio,
sento molta gratitudine per il lavoro importante (e, direi,
necessario) che hai portato avanti e che hai messo generosamente a disposizione
di Moltinpoesia.
Mi sento però in difficoltà ad intervenire poiché non ho le
competenze necessarie quindi esporrò un mio punto di vista a partire dalle
sollecitazioni che il tuo testo mi ha sollevato (tenendo conto anche degli
interventi di Francesca Diano relativamente all’illusorietà del “credere di poter fare a meno dell'enorme peso
del passato, del gigantesco bagaglio culturale che ci portiamo dietro”, e
poi - come questione di Metodo - “PRIMA
si deve sapere, POI si può distruggere e ripartire nudi”; e pure di Emy
quando sostiene l’importanza di credere
nelle capacità di un passato che senza di esso nessun futuro avrebbe senso).