Scegliere un uomo
I
scegliere un uomo come scegliere un uovo
lì sullo scaffale in un contenitore
una giornata calda uova calde minacciose
così innocentemente bianche ovoidali
con quel dono all’interno
non si pensa al colesterolo nel tuorlo
avvolto nella chiara spessa di opale
è nel cuocere un uovo al tegamino l’atto
il più sensuale di tutta la gastronomia
dopo la preparazione dell’ostrica
un attimo per l’ostrica ma un attimo sacrale
I
scegliere un uomo come scegliere un uovo
lì sullo scaffale in un contenitore
una giornata calda uova calde minacciose
così innocentemente bianche ovoidali
con quel dono all’interno
non si pensa al colesterolo nel tuorlo
avvolto nella chiara spessa di opale
è nel cuocere un uovo al tegamino l’atto
il più sensuale di tutta la gastronomia
dopo la preparazione dell’ostrica
un attimo per l’ostrica ma un attimo sacrale
II
la creatura che viene violentata e resiste
da uno strumento freddo sottile tagliente
non si tenta di convincerla
perché dovrebbe poi collaborare perché
concedersi farsi ingoiare e con grazia il taglio
non la sfigura la lascia a galleggiare
nel guscio con succhi e aromi nell’agonia
che la rende languida e sublime un sospiro
la danza di una sposa vergine un valzer
e danzando ti entra nella bocca
con quel tocco di erba cipollina
…………….
III
avevamo lasciato fra le uova l’uomo
dopo l’inquietante danza del mollusco
e la sua fine
ci conforta l’inverno in cui talvolta
può capitare l’incontro con un uovo fresco
che si fa sfrigolare smagliante di colore
e il suo profumo
ti riempie la cucina e il letto
e anche il cuore
Una rosa è una rosa
ha attraversato i mesi ed è ferma nel tempo
posso guardarla solo se allontano la mente
dal suo passato e dal nostro futuro
un tocco roseo nell’immobile cuore
si è fermata sospeso il respiro
a quegli ultimi tempi di autunno
non esco sul terrazzo a toccarla
nel mondo della nebbia e del fumo
di questo inverno fermo e crudo mentre
la vita persiste nel geranio ricadente
nelle erbe parassite smaglianti
senza giustificazione
mi sta di fronte di là della vetrata così sola
appena mossa quando l’aria si muove
a me che sono sola è rivolta
promettente sicura la vita è lì
che sta fra il sonno e il riposo pronta
a riprendersi cura di se stessa
ha attraversato i mesi ed è ferma nel tempo
posso guardarla solo se allontano la mente
dal suo passato e dal nostro futuro
un tocco roseo nell’immobile cuore
si è fermata sospeso il respiro
a quegli ultimi tempi di autunno
non esco sul terrazzo a toccarla
nel mondo della nebbia e del fumo
di questo inverno fermo e crudo mentre
la vita persiste nel geranio ricadente
nelle erbe parassite smaglianti
senza giustificazione
mi sta di fronte di là della vetrata così sola
appena mossa quando l’aria si muove
a me che sono sola è rivolta
promettente sicura la vita è lì
che sta fra il sonno e il riposo pronta
a riprendersi cura di se stessa
Il mio fico
vivrà morirà passerà l’inverno
sottile nudo ora ha lasciato
che le grandi pudiche mani
ingiallite mostrassero tristezza
cadute ai suoi piedi cadute
sull’apprensione della mia maternità
vuole lasciarmi anche il bambino
cresciuto nel miracolo di un vaso
uno scherzo una giocosa scommessa
la sfida alla natura dei tronchi
antichi in fondamenta di profonde terre
nel vaso fra i vasi un desiderio
di regale munificenza e il bambino
ha guardato il sole i vicini di vaso
le mie mani intente a versare
ha dato l’assenso si è alzato
a sfiorare la mia incredulità
mi ha dato con la caduta delle
foglie autunnali sul mio timore
il dono rassicurante di un frutto
dolce vagamente stantio
era grato era vicino al sonno
forse mi ha salutata con un cenno
uno sbadiglio che non era un addio
* da Alda Cicognani, Le poesie dell'amore e dintorni, Manni, Lecce 2010
vivrà morirà passerà l’inverno
sottile nudo ora ha lasciato
che le grandi pudiche mani
ingiallite mostrassero tristezza
cadute ai suoi piedi cadute
sull’apprensione della mia maternità
vuole lasciarmi anche il bambino
cresciuto nel miracolo di un vaso
uno scherzo una giocosa scommessa
la sfida alla natura dei tronchi
antichi in fondamenta di profonde terre
nel vaso fra i vasi un desiderio
di regale munificenza e il bambino
ha guardato il sole i vicini di vaso
le mie mani intente a versare
ha dato l’assenso si è alzato
a sfiorare la mia incredulità
mi ha dato con la caduta delle
foglie autunnali sul mio timore
il dono rassicurante di un frutto
dolce vagamente stantio
era grato era vicino al sonno
forse mi ha salutata con un cenno
uno sbadiglio che non era un addio
* da Alda Cicognani, Le poesie dell'amore e dintorni, Manni, Lecce 2010
Alda Cicognani è nata e vive a
Bologna. Laureata in pedagogia con formazione in psicologia e scienze
sociali, ha collaborato e collabora con riviste e periodici letterari.
Scrittrice e poetessa, recentemente ha vinto il premio unico della
Giuria al Premio internazionale di Poesia e Narrativa "Città di Salò"
per il libro di narrativa Storie di Camillo e Beniamino edito da Ibiskos Editrice Risolo nel 2009. Ha pubblicato, inoltre, le raccolte di poesie Vulneraria (1999), Assonanze (2002), Posti di ristoro (2004), Le Poesie dell'amore e dintorni, pubblicato da Manni nel novembre 2010.
4 commenti:
Chissà perché ancora mi sorprendo nel trovare voci così interessanti che la critica, soprattutto "militante", ignora, volutamente o meno. In realtà, sono queste le voci più intense, più nuove, quelle che ti fanno ricredere sullo squallore della nostra produzione letteraria. Cicognani è una di queste conferme, con la sua sensualità profonda, lo sguardo puntato sul mondo che diventa universo.
Poesia e sensualità al femminile una bandiera che sventola altera sull'uomo sulla natura parlante, viva vivace intrigante. Un fascino da annusare toccare vivere. Il tutto steso dolcissimo come una coperta preziosa. Musicale e benefica. Emilia Banfi
Quella di Alda Cicognani è una voce poetica femminile originale e autentica.L'esperienza personale proposta servendosi di elementi naturali,si traveste di rimandi,allusioni significative.
In una poesia così ,secondo me,esiste il pericolo di trasformare in "simboli" gli oggetti della propria osservazione,ma fortunatamente ciò non avviene, grazie al linguaggio poetico dell'autrice,che raggiunge risultati di felice naturalezza.
Una curiosità.
Fra le mie poesie ne ho trovate due in argomento,chiaramente con esiti diversi.
Le riporto.
Il Fico
I rami contorti dl fico
sul muro caldo dell'orto.
Fiamme d'inferno
di Giuda l'ombra sinistra.
Nel verde più fitto
i frutti spaccati
lingua infuocata e semi rossi.
Cola sul mento dei bimbi
la dolcezza del frutto
aspro il sapore del lattice.
Canzonetta
E'un fiore la rosa
nel mio bel giardino
la rosa è una rosa,
regina dispensa favori,
ma stretta nel mazzo
disfatti declinano
i rossi suoi fiori,
pestati violati
si ammucchiano a terra
e solo nel vento
la rosa è una rosa.
Maria Maddalena Monti
<
Caspita Maria Maddalena! Hai aggiunto al lavoro prezioso della Cicognani altri splendidi gioielli! Brava! Emy
Posta un commento