F. Bacon
Immedicabile,
inerte
come ramo di gelso
alla fugacità delle corolle.
Storpiata dalla mascella ferita
la parola si guasta,
si mutila in suoni labiali molesti,
dilata significati
di sgarbata privazione.
Il chiasso metropolitano
inquieta l’ inerzia,
disperde l’ultima resa di Clara
lungo un tratturo di collina.
3 commenti:
Dolore, partecipazione, rabbia descritti senza sconti in una natura partecipe. Giuseppina come al solito sei bravissima. Emy
E' un ritratto, sì. L'immagine di Francis Bacon ci sta perfettamente, e malgrado tutto a me sembra misteriosamente bella. La destrudo è necessaria alla rinascita. Ringrazio Giuseppina per non aver infiocchettato con versi inutili questa sua intensità espressiva, ogni tanto dispero che sia ancora possibile.
Complimenti.
mayoor
... ha ragione Mayoor, è un testo misteriosamente bello. Essenziale, diretto nel far parlare la realtà ma insieme portatore di suggestioni. Mi colpisce.
davvero complimenti, Giuseppina
un caro saluto
marcella
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