IN VECE DI POETICA
(Versacci, 5)
(Versacci, 5)
Scrivo
quando la musica sale alle tempie
addenta la polpa, il midollo, la luce.
addenta la polpa, il midollo, la luce.
Lo
spasmo getta piccole gocce d'inchiostro,
artiglia la carta, scarnifica fino
artiglia la carta, scarnifica fino
a
vederne zampillata l'arteria.
Quando
si placa, anche le tracce della lotta
scompaiono; nella distesa bianca nulla
scompaiono; nella distesa bianca nulla
che
dica la strage fatta, l'orrendo nodo
mozzato alla gola. Stinge in parole
domestiche, che la mano pietosa
appallottola.
mozzato alla gola. Stinge in parole
domestiche, che la mano pietosa
appallottola.
EGO UNO E BINO
(Versacci, 3 e 2)
(Versacci, 3 e 2)
[Uno] Sono e sarò
soltanto uno che impallidisce
alla violenza, coltiva sensi di colpa
alla violenza, coltiva sensi di colpa
oppure annida sogni:
sono e sarò sempre chi
non prova odio,
ma tristezza. :
ma tristezza. :
Del sole futuro ho fame
e speranza,
ma tremendi presagi
che sia quello di sempre.
E tu, chi sei per me? lo sospendo il giudizio
sapendo che l'amore è senza.
E tu, chi sei per me? lo sospendo il giudizio
sapendo che l'amore è senza.
[Bino] Fatemi dire che non
avete capito niente di me,
amici e nemici, che mi pensate molle al tatto
amici e nemici, che mi pensate molle al tatto
e debole al latrato
degli affetti,
che mi
pensate
modesto perfino!, ma cosa credete:
modesto perfino!, ma cosa credete:
sono impenetrabile agli sguardi che non
indugiano
che non sanno osare che stanno dove li mette
che non sanno osare che stanno dove li mette
il bilanciere pigro
del quieto vivere. Perché
non vi dico merda e
stronzo, eh, per questo?
Perché non bevo sangue umano? Non artiglio
Perché non bevo sangue umano? Non artiglio
non mostro i muscoli
non divincolo la preda
non gioco col topo;
forse non sapete che
la mia strage, dentro,
l'ho fatta da tempo -
ho perso la speranza
di salvare me, figuriamoci voi.
POTERE
VERBO PERFORMATIVO
(Dissensi, I)
Tienti
forte quando sbanda la maleodorante
occhiaia del potere, il triplo sottomento
sulla poltrona ad assetto elettronico.
occhiaia del potere, il triplo sottomento
sulla poltrona ad assetto elettronico.
Senza
parole dilaga iniettando segnali
e
divieti, fa quello che dice, senza dirlo,
la signoria del capo, circonfusa di amuleti
la signoria del capo, circonfusa di amuleti
e
segreti. Boria che brama l'eco dei sottoposti,
il terrore inconfessato, il brusio vile
il terrore inconfessato, il brusio vile
che
si alza quando i passi sono lontani.
Dove
quello ostenta, resta una zona d'ombra:
lì ti conviene riparare, nelle ferite
lì ti conviene riparare, nelle ferite
affilando
la speranza. Presto sarà di nuovo
il
tuo nome all'appello. Esita ora
per
non esitare domani.
LA VERITÀ CONFICCATA
IN GOLA
(Dissensi, 7)
(Dissensi, 7)
Non
batte chioccia all'uscio la tua voce
sottovoce, il rancido sapore della vita
non ci tenta se la prateria incendiano
sottovoce, il rancido sapore della vita
non ci tenta se la prateria incendiano
le
criniere ribelli. Se vien fatto di morire
come atto necessario, gesto che ad altri
tien dietro. Per armonia. Per disgusto.
Perché è scritto. Solo una lama obliqua
come atto necessario, gesto che ad altri
tien dietro. Per armonia. Per disgusto.
Perché è scritto. Solo una lama obliqua
ci
strapperà a questo destino di commensali.
RISTORANTE
(Sapori,3)
(Sapori,3)
Tavoli
gracidanti estive risa sui camerieri
a vassoi protesi come ali. Gambe e seni
sgusciano spalla a spalla. La noia
spalanca il pomeriggio. D'un tratto
a vassoi protesi come ali. Gambe e seni
sgusciano spalla a spalla. La noia
spalanca il pomeriggio. D'un tratto
è lì, perfetto, l'ovale
incastonato
nel
passavivande, il lungo collo
che
muove due occhi incendiati. Gocce
trasaliscono ai lobi. Forse
trasaliscono ai lobi. Forse
una
lavorante o l'amica del cuoco.
Non credo sia bella. Solo un incrocio
di linee, una saettare dell' oscura retina.
Inquadratura che toglie il respiro.
Non credo sia bella. Solo un incrocio
di linee, una saettare dell' oscura retina.
Inquadratura che toglie il respiro.
In
che film potrò rivederla chissà.
ICE-DREAM
(Oggetti, 5)
(Oggetti, 5)
Di
notte il frigorifero si crede una locomotiva
che attraversa la pampa, sbuffa di fatica
che attraversa la pampa, sbuffa di fatica
e
sogna la stazione la gioia meritata degli abbracci,
le lacrime felici degli arrivi. Cianotico concentra
le lacrime felici degli arrivi. Cianotico concentra
la
sua idraulica senilità verso le luci
oltre il tunnel
dove si uniscono i binari, dove bianca senza fine
la banchina apre le braccia.
dove si uniscono i binari, dove bianca senza fine
la banchina apre le braccia.
SINAPSI BINARIE
(Oggetti, 3)
(Oggetti, 3)
Non
ti dico la rabbia del tuo ragionare binario,
quando mi neghi gli accessi, quando inspiegabile
fracassi le notti opalescenti.
quando mi neghi gli accessi, quando inspiegabile
fracassi le notti opalescenti.
Non
ti cedo lo scettro, ti detesto: preferisco
le mie, di sinapsi. Ma già sei tu il padrone,
le mie, di sinapsi. Ma già sei tu il padrone,
hai
rapito il segreto, la pallida fiammella.
Posso
anche supplicarti: ridammi la memoria, il sogno,
la morbida grafite. Non voglio saperne niente
anche supplicarti: ridammi la memoria, il sogno,
la morbida grafite. Non voglio saperne niente
di
ram di rom di bit di byte: ma se ti spegni tu
si
perde ciò che ti sei preso di me, e
chi custodirà
i custodi?
i custodi?
FORSE DICO PIÙ DEL
VERO
(Braci, I)
(Braci, I)
Forse dico più del
vero, esagero, invento.
Ma ti rispetterò in ogni vento,
Ma ti rispetterò in ogni vento,
amore, disamore,
pianto.
Che è l'amore se non
questo tremare
di ogni bellezza, piccola o grande cosa
non importa.
Che la vita passi ma non cancelli
Che la vita passi ma non cancelli
quest'avventura umana,
questo dare
senza cambio.
MERIGGIO PRIVATO
(Braci, 6)
(Braci, 6)
Lucore
che bianchigina tra le valve
di
dolce carnale compagnia, tuo schiuderti
che inclina al bacio, al solare
incantamento. La bocca oh cornice
che inclina al bacio, al solare
incantamento. La bocca oh cornice
di
denti oh lingua saputella oh correre
di mani. Musica vibratile appena.
Lenta distesa vertigine.
di mani. Musica vibratile appena.
Lenta distesa vertigine.
Fuori
sedute spiritiche tavole d'affari
gente
nel niente del lavoro e della chiacchiera
mentre io e te ci amiamo
mentre io e te ci amiamo
d'amore
altri mill' anni freschi arabeschi
È SOLO
IL SOLE
(Ceneri, I)
(Ceneri, I)
Rientrando
rivedo ancora mia madre
sulla sdraio leggere incrociando
sulla sdraio leggere incrociando
l'ultimo
sole settembrino. Felice talvolta
di quelle pause, angoli strappati
di quelle pause, angoli strappati
alla
fretta, al dolore della nostra
familiare innocente diaspora feroce.
familiare innocente diaspora feroce.
Ora
nessuno è più che rincolli i cocci,
che ci faccia esistere l'uno per l'altro.
Ora che l'abbiamo persa siamo davvero
perduti.
che ci faccia esistere l'uno per l'altro.
Ora che l'abbiamo persa siamo davvero
perduti.
TESTIMONI
(Ceneri, II)
(Ceneri, II)
Siamo
testimoni l'uno dell'altro:
di
più non oserei. Siamo così poco
da non avere le parole per direi.
da non avere le parole per direi.
Una
notte ho sentito la tua musica
sulle scale; non eri tu, era un ragazzo
sbandato, e ha avuto asilo.
sulle scale; non eri tu, era un ragazzo
sbandato, e ha avuto asilo.
NAUFRAGIO
(Ceneri,9)
(Ceneri,9)
Sulla
battigia avevano composto
le molli squame e il tuo viso
controluce aveva riflessi
perlacei. L'ansia saliva a groppi
nella sera sudata. Dio se ci sei:
le molli squame e il tuo viso
controluce aveva riflessi
perlacei. L'ansia saliva a groppi
nella sera sudata. Dio se ci sei:
più
sfida che preghiera. Ma la piatta
distesa non aveva più nulla
distesa non aveva più nulla
da
dire, ora. Arrotato
tra
le sartie il nostro sogno giaceva
come polpo nella schiuma. Tu sai
che intendo dire, medusa.
come polpo nella schiuma. Tu sai
che intendo dire, medusa.
*Luca Ferrieri
Lavora e scrive sul tema della teoria e pratica della
lettura e su quello dell’associazionismo dei lettori. Ha pubblicato Il lettore a(r)mato (1993); La promozione della lettura (1996);
con Piero Innocenti, Il piacere di
leggere. Teoria e pratica della lettura,(1998). Ha collaborato al volume La biblioteca e l’immaginario (2004)
con il saggio Le biblioteche amorose.
Ha pubblicato testi poetici presso l’editore Scheiwiller, Il Pulcino Elefante,
e su varie riviste.
*Queste poesie sono tratte da "5 POETI DEL PREMIO “LAURA
NOBILE” Siena 1993, All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milano
1995
6 commenti:
Incantata da questi versi faccio a Luca Chiarei i miei complimenti. Uno scorrere di immagini che mi hanno rifatto il cuore e i nervi (giornata no). Uno stile gradevolissimo , insomma io direi che il tutto è davvero perfetto. Qualcuno dirà non nuovo....e chi se ne frega! Ottimo lavoro. Emy
Ennio a Emy:
Vedi che si tratta di Luca Ferrieri!
Susatemi!!! Proprio ora vi sto scrivendo di questo errore! Volevo dire Ferrieri! Chiedo scusa a Ferrieri e a Chiarei!! Ciao EmY (l'avevo detto che non era giornata...)
che meraviglia, Luca, queste poesie...
un abbraccio
marcella
Sì è vero...sono molto belle.
Quella che mi ha colpito di più è stata Ristorante (sapori3)
Splendida!
Augusto.
Scusate, vedo solo ora. Grazie a Emy, Marcella e Augusto per i commenti e grazie a Ennio che ha rispolverato questi vecchi testi.
Luca (Ferrieri).
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