PERCHE'
NON CONOSCIAMO LE AVVENTURE STRAORDINARIE
Le avventure più straordinarie
non furono mai documentate
né su stele né su papiro
tanto meno su feuilleton
o sulla “Trivial Literature”
che si occupavano di banali imitazioni per condòmini
poverini.
Non si devono raccontare.
Molti dubitano che siano davvero successe.
Rimasero nelle remote memorie delle fanciulle più riservate
belle in modo raro e divinamente timide
in quelle degli erculei trasgressivi marinai
Notti inattese imprevedibili, sospiranti alcove silenziose
doni di incommensurabile lealtà
patti immacolati,
senza mappe rotte segrete
perfezioni inarrivabili
esilaranti burle
tesori per caso rinvenuti e subito sperperati,
negli stessi forzieri (ma altrove) risepolti da altri pirati
segreti arcani d'arcanisti con essi crepati
si ignora se rammaricandosi o felici del vissuto
Notti paradisiache dionisiache danze
tradendo fuori norma Caina e Giudecca
parossistiche plurime pareano senza fine
fortune e pigliate irripetibili
Quali inestricabili contesti di
Giardino misterico
lussurioso
senza piante spinose, sur
l'erbe soffice aromatica,
ripensato mentre astrattamente si sorbisce
una mediocre fast soup
in città dietro l'università
economo ritrovo d'acuti irsuti
ragazze etniche, studenti
del mondo scadenti modificatori
miglioratori indolenti
Apax possibilità che si verifica un'unica volta
cancellata
congruamente consegnata a racconto mitico
a incredibile narrazione:
[olim, once, una volta...
Spartani, non aggiungere fronzoli]
E poi è finita, ognuno se n'è divergendo ripartito
al last minute per il suo giogo
ha richiuso lo zaino della non condivisione
poi ché nulla succede (a patto che nulla venga descritto)
poi ché alla fine dell'attento rettileo ascolto
il ladrone imbelle che vorrebbe far parte di segreti
si lascerebbe sfuggire astutamente, annotando:
-Non ti credo.-
Luang Prabang, 7 dicembre 2007
LO ZAINO
DI SISIFO
*
A Candikuning le brune bambine
avevano zainetti rosa uguali
con una diversa immagine di Barbie
andavano a scuola camminando piano
chiacchieravano ridenti in uniforme
non sapevano di
possedere una grazia divina
non sapevano che l'esistenzialismo milanese gliel'avrebbe
sottratta rovinata lentamente macerata.
*
[Elegie laotiane:]
I giocattoli si mutano in arnesi
l'astuto turista lavora soltanto con marchingegni digitali
potrebbe teoricamente essere un creativo
gran parte dei
turisti
si ridurrà a fare l'insegnante
bene o male un interesse per la cultura ce l'ha.
Se è pensionato l'ha certamente avuto.
Non si spiega
altrimenti come possa girare da straccione
portandosi il mondo sulle spalle, senza mollarlo un momento,
si siede sul marciapiede, su un gradino di tempio,
posando lo zaino su quello superiore
trangugia una baguette ripiena di tonno e insalata mal
lavata
guarda al di là
della strada il suo omologo ricco beatamente
gioire il suo american bf
bere un'autentica fresca spremuta di arance protetto
dall'ombrellone
al tavolino della Dubonnet
se è giovane non
passeranno molti anni che si tramuterà
nel panciuto omologo
attraverserà la strada ma
lo zaino comunque non l’abbandonerà
forse il vaccaro australiano non lo sa
che Camus di lui discusso ha già.
*
Ogni viaggio è puntata di Sisifo.
Si rispolvera lo (stesso) zaino, basta una spazzola, una
spugna
si riparte dallo stesso punto,
dove si arriva?
Lo zaino di Sisifo è
l’opposto del paniere di Esopo
si appesantisce ogni giorno
si riempie di nulla e carabattole
non libera affatto
nemmeno se giunti alla vetta per errore
per una svista da interpretare
lo zaino rotolasse giù
seguito dagli occhi nell'abisso
sfracellando i nonnulla
le immagini.
Oh turista, inutile
Sisifo.
L'astuto vorrebbe alfine liberarsene.
[Un trolley?]
NULLA E’ MAI
AVVENUTO
Mai avvenute
le cose più
importanti
non sono mai
avvenute
i documenti si
sfarinano
le prove sono
scarse contraddittorie
perché gli
interessi sono in conflitto
una riflessione
silenziosa disinteressata
(e soprattutto
equilibrata
a detta del
soggetto riflettente, a memoria d’uomo…)
porta
inevitabilmente sempre alle stesse conclusioni.
Si calcola che un
asteroide centrerà la Terra.
È costosissimo
esaminare aminoacidi fossili.
Il sole si è
avvicinato, è ruotato tanto che i fiumi si sono seccati.
Migliaia di
persone erano presenti?
Mai avvenuto.
Benvenuto Cellini
uscendo di notte dall’osteria ha visto
una ruota di
fuoco quietamente traversare il cielo?
Ma era dopocena.
Eppur l’illustre
Lesbica sostiene che
nulla succede “se
non viene descritto”,
(eppur qui
abbiamo un fior fiore
di coeve
descrizioni assai credibili
da parte di
persone assai attendibili).
Costantino ha
visto la croce splendere?
Durante la
battaglia di Lepanto macchine aeree osservavano?
Gli astronauti
sulla Luna terrorizzati
(tanto che ormai
le tute s’erano quasi riempite)
hanno descritto
da vicino sconosciute
enormi navi allineate
sul bordo del cratere. E le prove?
E l’aereo del
Pentagono? Dove sono il buco, i resti?
Francesco parlava
agli uccelli,
Antonio ai pesci
in quel d’Arimino?
D’accordo: i
poveri e i santi sono matti e
c’è molta gente
istruita che sostiene: i santi insegnano idiozie.
Inoltre si tende
a scordare che Francesco,
andato a redimere
i turcomanni fece un buco nell’acqua
e se ne tornò a
calcinc.
(meditate
amministratori permissivi!
imprenditori
avidi lombardi,
miliardari
zucconi del Nordest meditate:
neanche i santi!)
A forti trombate
le mura crollate,
pueri feri allevati da animali,
quante culle
galleggianti su illustri fiumi
e principesse
proprio lì con le fantesche
e Nausicae alla
nausea spiando marinai nudi!
A Kandy c’è un
lungo dente di Buddha
ma nessuno l’ha
mai visto
(a Yangon tre
capelli)
Ifigenia e Isacco
sostituiti da capre mediterranee
e sette degli
Esseni con “buone notizie”
e che dir della
salma di Maometto
che sarebbe per
secoli levitata alla presenza di migliaia di fedeli?
Sai Baba in età
scolare (durante la ricreazione) per anni
ha chiesto ai
compagni buoni:
tu cosa gradisci?
Parlano i testimoni gastroculari:
un hamburger due
banane un’anguria.
Un solo gesto e
la merenda era servita.
[Ovviamente tutto
ciò non è mai successo].
Concludendo: non
ha nessuna importanza
che Elia salga
sul carro di fuoco,
che Ezechiele ne
fornisca la complessa nomenclatura,
mille pittori la
disegnino in mille versioni,
che Tommaso
ispezioni la ferita,
che un bacio dato
con una certa insistente sapienza
svegli quel gran
pezzo di principessa frigida,
che il lupo
estremo si mangi la nonna,
che tre giorni
prima ci avverta la Madonna.
Certo nulla è mai
avvenuto ma in tutta serietà
[poiché deve essere così
(sempre ammesso
che il tempo
proceda in
una sola
direzione)]
è necessaria una
ragnatela
frattale quindi
“tutto”
funziona come se
tutto fosse
successo
davvero.
Georgetown, mercoledì 18
agosto 2007, ore 20:35
SONO GLI
ATEI CHE FANNO LE SCOPERTE
Cum causas ignoremus
priores, qualcuno afferma:
sono gli atei che fanno le scoperte
quelle più clamorose che nessuno si aspetterebbe,
ad es. il Genoma umano. Vorrei sapere quanti sapientoni
si erano resi conto della sua infinita complessità,
della costanza della trasmissione, pur con alcuni errori
(probabilmente Necessari).
Certo qualche bravo avrà avuto sentore, si sarà interrogato
sul fatto che il medico impara le descrizioni
ma non sa quasi
nulla,
che le malattie nascono continuamente
che combatterle non significa affatto toccare l'asintoto
e la distanza rimane nei secoli uguale,
il Bene non si
avvicina affatto,
che la Manutenzione per quanto mediocre
è un affare complesso e redditizio
che ingrassa ministri governatori Parassiti Infiniti
Sottobosco e Licheni di Partito
(quindi eliminarli “ridurrebbe l'Occupazione”).
Quelli in buona fede se ne saranno resi conto
non tanto nelle aule universitarie, nelle celle dei severi
studi
anche senza dirlo pubblicamente
[gli scienziati, i medici sono spesso assai taciturni
il mio è sempre allegro e sorridente
è uno ricchissimo di famiglia,
esercita soltanto per vera passione
tranquillizza aiuta penso che capisca immediatamente
che sia molto più profondo di quanto lascia intendere
magari il paziente precedente è un condannato a morte
ma lui non tradisce con me il minimo segnale negativo
il medico deve essere positivo ottimista
e d'altra parte mi sono sempre chiesto:
com'è possibile che tutto questo intrico
di linfe e capillari di sangue, bile,
leccornie lentamente mutate in energia/fimo
funzioni benissimo per anni e anni?]
Avranno con l'esperienza capito a un certo punto
d'aver fallito il fine per cui avevano studiato,
-tralasciando l'aspetto economico per alcuni non secondario-
di trovarsi di fronte a un mistero sempre più insolubile
a un abisso senza fondo filosofico
vinti in corsa dalla tartaruga,
alla cosiddetta caduta (o ascensione) che dà le vertigini
fino al punto di cedere ammettere tacitamente
la propria generale sconfitta
riconoscendo un Programma esterno
troppo vasto per qualsiasi guiderdone.
[L'ateo non tiene conto della Morale che vieta l'esperimento
(lui è sconfitto ma la feconda eretica trasgressione
col tempo viene riconosciuta come Legge).
E' una delle tante celate vie
per inseguire l'Unico Asintoto.]
Hanoi, 31 dic 07
VIVERE NON
NECESSE
In epoca
elettronica virtuale
di orale di
gratuito cellulare
essendo ormai
fuori moda i libri
oltre che i deliziosi
ex libris,
le celebri
silografie di De Carolis,
la Sagra di Santa
Gorizia
quelle di Guerra
che nel 31 illustrava
stupendamente Il Porto Sepolto di Ungaretti
(prefazione di
Benito astuto intelligente
nel dir poco o
niente
di quello scaltro
furbacchione invadente)
stinti i bei
motti, le imprese del divin Gabriele
(per quanto in
certe foto il Rapagnetta abbia
un volgare naso
bacchico spugnoso),
i suoi spot
creativi per il Sangue Morlacco
lungimiranti
profetici oltre il secolo,
in tal epoca è
logico o perfino banale riscrivere
quel motto quasi
incomprensibile
navigare necesse
tutto a danno del
cartaceo e me ne duole assai e spero
che l’e-book non
abbia mai fortuna, mi schiero
comunque dalla
parte forse già antiquaria
non dico della
pergamena, ma del libro
stampato su carta
“Fabriano” o “Pescia”
quella che è
sempre costata più del vitello.
Mi pareva assurdo
questo
vivere
non
necesse
sebbene fosse
inteso nel contesto sincronico,
nell’opposizione che quei disgraziati
dovevano
imbarcarsi per forza.
E ricordavo i
generali che bruciavano le navi
per non dare
speranza alcuna
ai lavativi che
già invece la mettevano in conto.
Improvvisamente
anche noi
per assoluta
mancanza di alternative
siamo un po’
simili a quegli opposti disgraziati:
facciamo finta
che
fin che la barca
va, vivere
(e virtualmente navigare)
necesse.
MANI
GIUNTE
Il gesto delle mani
giunte viene dall'Asia
(come tutto quanto riguarda le principali religioni)
significa saluto rispetto preghiera ringraziamento
certamente è un gesto più antico del monoteismo
assieme a quello di pregare con le braccia alzate
addirittura con le mani giunte sopra la testa
come nell'induismo tuttora di grande effetto.
Chissà che gesticolare avrebbe potuto testimoniare
potendo scrivere un marinaio ingenuo trasgressivo
dell'età di Pericle sia nel Mare Nostro
che in Asia fino alla Mesopotamia all'India lontana
alla misteriosa Moenio Daro
alle sacre spianate di Harappa già allora antiche migliaia
di anni
mentre la più
gentile è forse la posizione contemporanea
dei Siamesi dei Cambogiani di una compostezza che rinvia
all'aristocrazia dell'infinita stante statuaria buddista.
Studiare i gesti
umani nella loro diacronia
è davvero impegnativo
perché i documenti le immagini relative agli effimeri gesti
si riferiscono soltanto a un breve recente tratto
di una storia immemorabile quanto l'umano.
(Pare che il gesto considerato più antico sia
quello diabolico osceno apotropaico delle fiche).
Le immagini registrate da uno scultore un pittore
dall'autore di schizzi da un più duraturo mosaicista,
da un incisore da un acquerellista nel Grand Tour
(poi dall'illustre Foto)
o anche dalle demografiche sculture di Kajurao
(che avevano dunque un vero fine non erotico)
non sono che un frammento nella vastissima gamma
dei gesti umani e della loro evoluzione.
Nella ripetizione
del gesto delle mani giunte è la costanza
la garanzia di trasmissione (e) della stessa vita,
rinvia al desiderio che lo svolgimento
sia secondo la probabilistica bellezza;
lodare condizionare
il Programma
lontano esterno
(cinico misericordioso
indifferente al pianto ai cruenti sacrifici
come una felina divinità Maya,
a Isacco Ifigenia da noi)
Il Programma è
ricordato in noi.
(Non avendo altro mezzo
di commuovere la crudele Dea,
non potendo ottenere aiuto da Fuori,
i soli l'hanno, piangendo,
prima della Parola gesticolando,
escogitato in sé).
Saigon, 19 gennaio 2008
LA SCATOLA D'ORO
Vivere nel terrore sperando che
si tratti di Letteratura e Sogno,
temere che il meccanismo non si
apra un bel giorno più
come invece succede tuttora
quando inizia la visita
senza apparente fretta
[mirando il ritratto riprende il
contatto]
la scatola d'oro manda aperta
infiniti riflessi
come specchietti a tessera
dall'interno di un mobile bar
la procella si placa, si rianima
immantinente la gamma
di colori dietro le bottiglie di
liquori
pallidi trasparenti giallini
marroncini
i migliori sono quelli che
sembrano acqua
tutto capogira come sul cielo del
tendone del circo
nello stroboscopico scenario
della magnifica stultifera teca.
Per fortuna il meccanismo ancora
funziona
dopo lunghe parentesi in cui si è
persa ogni speranza
senza preavviso l'onda tuttora
ritrasmette,
la gente non ci crede ed è meglio
tacere
non far parte del segreto il
colloquio è riservatissimo
né possiamo mettere a conoscenza
estranei
emarginati che non capirebbero.
L'angoscia presuppone unicità
solitudine
il dono sacro è stupendo ma anche
costoso doloroso
sperare dunque che le porticine
seppure non a comando si riaprano
avvenga la partenza sia concesso
d'essere ancora ammesso
al desiato divino congresso.
Bangkok, 25
gennaio 2008
A LEZIONE DI LEGONG
Egli parla come
se le cose fossero vere, serie,
come se il mondo
non fosse eolica polverosa
desertificazione
infinito incenerimento,
ma fonte di
bellezza straordinaria
come se per
vedere non bastasse avere gli occhi,
si avverte la
capacità di comprendere oltre
non sfugge la
smorfia agli angoli
e molti sono i
fatti che risultano importanti
perfino quelli
normalmente non rilevanti.
Il tedio che si
prova ascoltando
(perché la
sensazione è che il discorso
non debba avere
mai conclusione)
dipende da
superficiale ottusità
e da occulta
inconoscibile inquietudine,
la gente non
avverte per nulla
la propria
stupidità al contrario
si meraviglia che
altri osservino
capiscano il
sentire.
È probabile che
un’educazione sottile
incida sul suo
modo di avvertire
di comunicare il
disagio
quando la
pantomima di vergini sontuose
ingioiellate di
fiori cede la gaia fanciullezza
all’adolescenza
umbratile dei personaggi.
Nelle immagini
tornano marionette
si pietrificano
le dolci bambole
carezzati
sfiorati bassorilievi degli dei.
Songklà,
sabato 18 agosto 07 ore 23.13
IL SEGRETO
Il vero segreto non
solo “non è scritto”
ma non viene mai
rivelato
sparisce con noi
dopo averci macerato.
Così si perdettero
tesori, scoperte auree
tecniche ascose,
rotte diritte (che invece
procedevano a
spirali di Fibonacci).
Quanto ponzare stesi
oziare scrutando il mare
ombreggiati al vento
privo di senso!
Non c’è mezzo di
andare via.
Songklà, sabato
18 agosto 2007, ore 16.56
*Le poesie sono tratte da Locations, impermanenza. L'amore al tempo del pc", Cleup, Padova 2012
* Luciano Troisio, nato nella Venezia Giulia a Monfalcone (allora provin-
cia di Trieste) nel 1938, da madre padovana e padre leccese, ha passato la
giovinezza a Cittadella, città murata carrarese a nord di Padova.
cia di Trieste) nel 1938, da madre padovana e padre leccese, ha passato la
giovinezza a Cittadella, città murata carrarese a nord di Padova.
Ha compiuto svogliatamente studi classici al liceo (Antonio Pigafetta) di
Vicenza. Si è iscritto a Padova, prima a Giurisprudenza (madornale errore
e perdita di tempo), poi a Lettere. Da studente è stato costretto a svolgere i
più svariati lavori.
Vicenza. Si è iscritto a Padova, prima a Giurisprudenza (madornale errore
e perdita di tempo), poi a Lettere. Da studente è stato costretto a svolgere i
più svariati lavori.
Ha insegnato per dieci anni nelle scuolette di paesini fangosi e paludosi
del padovano. Poi nelle università di Padova, Pechino, Shanghai, Bratislava,
Lubiana. Visiting pro! a Tokyo e Melbourne. Vive tra Padova, Bora Bora,
Bali.
del padovano. Poi nelle università di Padova, Pechino, Shanghai, Bratislava,
Lubiana. Visiting pro! a Tokyo e Melbourne. Vive tra Padova, Bora Bora,
Bali.
Sue opere sono state illustrate da Emilio Baracco, Giovanni Barbisan,
Andreina Bertelli, André Beuchat, Renzo Biasion, Gioacchino Bragato,
Giovanni Comisso, Bruno Gripari, Mino Maccari, Cesco Magnolato, Albino
Palma, Walter Piacesi, Gianni Poggeschi, Gina Roma, Orfeo Tamburi, Hugo
Wulz, Tono Zancanaro.
Andreina Bertelli, André Beuchat, Renzo Biasion, Gioacchino Bragato,
Giovanni Comisso, Bruno Gripari, Mino Maccari, Cesco Magnolato, Albino
Palma, Walter Piacesi, Gianni Poggeschi, Gina Roma, Orfeo Tamburi, Hugo
Wulz, Tono Zancanaro.
È autore di varie pubblicazioni scientifiche e sperimentali, nonché di
opere di narrativa e poesia.
opere di narrativa e poesia.
Accanito globetrotter, flaneur e perdigiorno, ha fatto per anni l'accom-
pagnatore turistico in America e Asia. Nauseato dai compagni di viaggio, in
mancanza di compagne ora parte da solo. Predilige la penisola indocinese e
pagnatore turistico in America e Asia. Nauseato dai compagni di viaggio, in
mancanza di compagne ora parte da solo. Predilige la penisola indocinese e
il Sudest asiatico. ••
È socio della Sumatran Orang Society e del Perama Club di Bali.
1 commento:
Il grande fascino di queste poesie colpisce e fa pensare. Memorie, amore per queste terre lontane , anche le metafore sanno di oriente e i desideri di liberazione vissuti e fatti propri. La gioia delle donne e i loro dolori. La forza di questa scrittura e le grandi capacità del poeta mi resteranno nel tempo gioielli da donare a chi della memoria farà il suo scrigno. Bravissimo! Grazie anche ad Ennio per avercelo fatto conoscere. Emy
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