venerdì 20 luglio 2012

Luciano Troisio
Poesie da "Locations, impermanenza.
L'amore al tempo del pc"


PERCHE' NON CONOSCIAMO LE AVVENTURE STRAORDINARIE

Le avventure più straordinarie
non furono mai documentate
né su stele né su papiro
tanto meno su feuilleton o sulla “Trivial Literature”
che si occupavano di banali imitazioni per condòmini poverini.
Non si devono raccontare.
Molti dubitano che siano davvero successe.
Rimasero nelle remote memorie delle fanciulle più riservate
belle in modo raro e divinamente timide
in quelle degli erculei trasgressivi marinai
di braccio forte e zigomi vigorosi.

Notti inattese imprevedibili, sospiranti alcove silenziose
doni di incommensurabile lealtà
patti immacolati,
senza mappe rotte segrete
perfezioni inarrivabili
esilaranti burle

tesori per caso rinvenuti e subito sperperati,
negli stessi forzieri (ma altrove) risepolti da altri pirati
segreti arcani d'arcanisti con essi crepati
si ignora se rammaricandosi o felici del vissuto

Notti paradisiache dionisiache danze
tradendo fuori norma Caina e Giudecca
parossistiche plurime pareano senza fine
fortune e pigliate irripetibili

Quali inestricabili contesti di
Giardino misterico lussurioso
senza piante spinose, sur l'erbe soffice aromatica,
ripensato mentre astrattamente si sorbisce
una mediocre fast soup in città dietro l'università
economo ritrovo d'acuti irsuti
ragazze etniche, studenti
del mondo scadenti modificatori
miglioratori indolenti

Apax possibilità che si verifica un'unica volta
cancellata
congruamente consegnata a racconto mitico
a incredibile narrazione:
[olim, once, una volta...
Spartani, non aggiungere fronzoli]

E poi è finita, ognuno se n'è divergendo ripartito
al last minute per il suo giogo
ha richiuso lo zaino della non condivisione
poi ché nulla succede (a patto che nulla venga descritto)
poi ché alla fine dell'attento rettileo ascolto
il ladrone imbelle che vorrebbe far parte di segreti
si lascerebbe sfuggire astutamente, annotando:
-Non ti credo.-

                                                        Luang Prabang, 7 dicembre 2007





LO ZAINO DI SISIFO

*
A Candikuning le brune bambine
avevano zainetti rosa uguali
con una diversa immagine di Barbie
andavano a scuola camminando piano
chiacchieravano ridenti in uniforme

non sapevano di possedere una grazia divina
non sapevano che l'esistenzialismo milanese gliel'avrebbe
sottratta rovinata lentamente macerata.

*
[Elegie laotiane:]
I giocattoli si mutano in arnesi
l'astuto turista lavora soltanto con marchingegni digitali
potrebbe teoricamente essere un creativo

gran parte dei turisti
si ridurrà a fare l'insegnante
bene o male un interesse per la cultura ce l'ha.
Se è pensionato l'ha certamente avuto.

Non si spiega altrimenti come possa girare da straccione
portandosi il mondo sulle spalle, senza mollarlo un momento,
si siede sul marciapiede, su un gradino di tempio,
posando lo zaino su quello superiore
trangugia una baguette ripiena di tonno e insalata mal lavata

guarda al di là della strada il suo omologo ricco beatamente
gioire il suo american bf
bere un'autentica fresca spremuta di arance protetto dall'ombrellone
al tavolino della Dubonnet

se è giovane non passeranno molti anni che si tramuterà
nel panciuto omologo
attraverserà la strada ma
lo zaino comunque non l’abbandonerà
forse il vaccaro australiano non lo sa
che Camus di lui discusso ha già.

*
Ogni viaggio è puntata di Sisifo.
Si rispolvera lo (stesso) zaino, basta una spazzola, una spugna
si riparte dallo stesso punto,
dove si arriva?

Lo zaino di Sisifo è l’opposto del paniere di Esopo
si appesantisce ogni giorno
si riempie di nulla e carabattole
non libera affatto
nemmeno se giunti alla vetta per errore
per una svista da interpretare
lo zaino rotolasse giù
seguito dagli occhi nell'abisso
sfracellando i nonnulla
le immagini.

Oh turista, inutile Sisifo.
L'astuto vorrebbe alfine liberarsene.

[Un trolley?]

NULLA E’ MAI AVVENUTO

Mai avvenute
le cose più importanti
non sono mai avvenute

i documenti si sfarinano
le prove sono scarse contraddittorie
perché gli interessi sono in conflitto
una riflessione silenziosa disinteressata
(e soprattutto equilibrata
a detta del soggetto riflettente, a memoria d’uomo…)
porta inevitabilmente sempre alle stesse conclusioni.

Si calcola che un asteroide centrerà la Terra.
È costosissimo esaminare aminoacidi fossili.
Il sole si è avvicinato, è ruotato tanto che i fiumi si sono seccati.
Migliaia di persone erano presenti?
Mai avvenuto.
Benvenuto Cellini uscendo di notte dall’osteria ha visto
una ruota di fuoco quietamente traversare il cielo?
Ma era dopocena.
Eppur l’illustre Lesbica sostiene che
nulla succede “se non viene descritto”,
(eppur qui abbiamo un fior fiore
di coeve descrizioni assai credibili
da parte di persone assai attendibili).

Costantino ha visto la croce splendere?
Durante la battaglia di Lepanto macchine aeree osservavano?
Gli astronauti sulla Luna terrorizzati
(tanto che ormai le tute s’erano quasi riempite)
hanno descritto da vicino sconosciute
enormi navi allineate sul bordo del cratere. E le prove?
E l’aereo del Pentagono? Dove sono il buco, i resti?
Francesco parlava agli uccelli,
Antonio ai pesci in quel d’Arimino?

D’accordo: i poveri e i santi sono matti e
c’è molta gente istruita che sostiene: i santi insegnano idiozie.
Inoltre si tende a scordare che Francesco,
andato a redimere i turcomanni fece un buco nell’acqua
e se ne tornò a calcinc.
(meditate amministratori permissivi!
imprenditori avidi lombardi,
miliardari zucconi del Nordest meditate:
neanche i santi!)

A forti trombate le mura crollate,
pueri feri allevati da animali,
quante culle galleggianti su illustri fiumi
e principesse proprio lì con le fantesche
e Nausicae alla nausea spiando marinai nudi!
A Kandy c’è un lungo dente di Buddha
ma nessuno l’ha mai visto
(a Yangon tre capelli)
Ifigenia e Isacco sostituiti da capre mediterranee
e sette degli Esseni con “buone notizie”
e che dir della salma di Maometto
che sarebbe per secoli levitata alla presenza di migliaia di fedeli?
Sai Baba in età scolare (durante la ricreazione) per anni
ha chiesto ai compagni buoni:
tu cosa gradisci? Parlano i testimoni gastroculari:
un hamburger due banane un’anguria.
Un solo gesto e la merenda era servita.
[Ovviamente tutto ciò non è mai successo].

Concludendo: non ha nessuna importanza
che Elia salga sul carro di fuoco,
che Ezechiele ne fornisca la complessa nomenclatura,
mille pittori la disegnino in mille versioni,
che Tommaso ispezioni la ferita,
che un bacio dato con una certa insistente sapienza
svegli quel gran pezzo di principessa frigida,
che il lupo estremo si mangi la nonna,
che tre giorni prima ci avverta la Madonna.
Certo nulla è mai avvenuto ma in tutta serietà
[poiché deve essere così
(sempre ammesso
che il tempo
proceda in
una sola
direzione)]

è necessaria una ragnatela
frattale quindi “tutto”
funziona come se
tutto fosse
successo
davvero.

                      Georgetown, mercoledì 18 agosto 2007, ore 20:35








SONO GLI ATEI CHE FANNO LE SCOPERTE

Cum causas ignoremus priores, qualcuno afferma:
sono gli atei che fanno le scoperte
quelle più clamorose che nessuno si aspetterebbe,
ad es. il Genoma umano. Vorrei sapere quanti sapientoni
si erano resi conto della sua infinita complessità,
della costanza della trasmissione, pur con alcuni errori
(probabilmente Necessari).

Certo qualche bravo avrà avuto sentore, si sarà interrogato
sul fatto che il medico impara le descrizioni
ma non sa quasi nulla,
che le malattie nascono continuamente
che combatterle non significa affatto toccare l'asintoto
e la distanza rimane nei secoli uguale,
il Bene non si avvicina affatto,

che la Manutenzione per quanto mediocre
è un affare complesso e redditizio
che ingrassa ministri governatori Parassiti Infiniti
Sottobosco e Licheni di Partito
(quindi eliminarli “ridurrebbe l'Occupazione”).

Quelli in buona fede se ne saranno resi conto
non tanto nelle aule universitarie, nelle celle dei severi studi
anche senza dirlo pubblicamente
[gli scienziati, i medici sono spesso assai taciturni

il mio è sempre allegro e sorridente
è uno ricchissimo di famiglia,
esercita soltanto per vera passione
tranquillizza aiuta penso che capisca immediatamente
che sia molto più profondo di quanto lascia intendere
magari il paziente precedente è un condannato a morte
ma lui non tradisce con me il minimo segnale negativo
il medico deve essere positivo ottimista
e d'altra parte mi sono sempre chiesto:
com'è possibile che tutto questo intrico
di linfe e capillari di sangue, bile,
leccornie lentamente mutate in energia/fimo
funzioni benissimo per anni e anni?]

Avranno con l'esperienza capito a un certo punto
d'aver fallito il fine per cui avevano studiato,
-tralasciando l'aspetto economico per alcuni non secondario-
di trovarsi di fronte a un mistero sempre più insolubile
a un abisso senza fondo filosofico
vinti in corsa dalla tartaruga,
alla cosiddetta caduta (o ascensione) che dà le vertigini
fino al punto di cedere ammettere tacitamente
la propria generale sconfitta
riconoscendo un Programma esterno
troppo vasto per qualsiasi guiderdone.

[L'ateo non tiene conto della Morale che vieta l'esperimento
(lui è sconfitto ma la feconda eretica trasgressione
col tempo viene riconosciuta come Legge).

E' una delle tante celate vie
per inseguire l'Unico Asintoto.]

                                          Hanoi, 31 dic 07





VIVERE NON NECESSE

In epoca elettronica virtuale
di orale di gratuito cellulare
essendo ormai fuori moda i libri

oltre che i deliziosi ex libris,
le celebri silografie di De Carolis,
la Sagra di Santa Gorizia
quelle di Guerra che nel 31 illustrava
stupendamente Il Porto Sepolto di Ungaretti
(prefazione di Benito astuto intelligente
nel dir poco o niente
di quello scaltro furbacchione invadente)

stinti i bei motti, le imprese del divin Gabriele
(per quanto in certe foto il Rapagnetta abbia
un volgare naso bacchico spugnoso),
i suoi spot creativi per il Sangue Morlacco
lungimiranti profetici oltre il secolo,

in tal epoca è logico o perfino banale riscrivere
quel motto quasi incomprensibile
navigare necesse
tutto a danno del cartaceo e me ne duole assai e spero
che l’e-book non abbia mai fortuna, mi schiero
comunque dalla parte forse già antiquaria
non dico della pergamena, ma del libro
stampato su carta “Fabriano” o “Pescia”
quella che è sempre costata più del vitello.

Mi pareva assurdo questo
vivere non necesse
sebbene fosse inteso nel contesto sincronico,
nell’opposizione che quei disgraziati
dovevano imbarcarsi per forza.
E ricordavo i generali che bruciavano le navi
per non dare speranza alcuna
ai lavativi che già invece la mettevano in conto.

Improvvisamente anche noi
per assoluta mancanza di alternative
siamo un po’ simili a quegli opposti disgraziati:
facciamo finta che
fin che la barca va, vivere
(e virtualmente navigare)
necesse.



MANI GIUNTE

Il gesto delle mani giunte viene dall'Asia
(come tutto quanto riguarda le principali religioni)
significa saluto rispetto preghiera ringraziamento
certamente è un gesto più antico del monoteismo
assieme a quello di pregare con le braccia alzate
addirittura con le mani giunte sopra la testa
come nell'induismo tuttora di grande effetto.
Chissà che gesticolare avrebbe potuto testimoniare
potendo scrivere un marinaio ingenuo trasgressivo
dell'età di Pericle sia nel Mare Nostro
che in Asia fino alla Mesopotamia all'India lontana
alla misteriosa Moenio Daro
alle sacre spianate di Harappa già allora antiche migliaia di anni

mentre la più gentile è forse la posizione contemporanea
dei Siamesi dei Cambogiani di una compostezza che rinvia
all'aristocrazia dell'infinita stante statuaria buddista.

Studiare i gesti umani nella loro diacronia
è davvero impegnativo
perché i documenti le immagini relative agli effimeri gesti
si riferiscono soltanto a un breve recente tratto
di una storia immemorabile quanto l'umano.
(Pare che il gesto considerato più antico sia
quello diabolico osceno apotropaico delle fiche).
Le immagini registrate da uno scultore un pittore
dall'autore di schizzi da un più duraturo mosaicista,
da un incisore da un acquerellista nel Grand Tour
(poi dall'illustre Foto)
o anche dalle demografiche sculture di Kajurao
(che avevano dunque un vero fine non erotico)
non sono che un frammento nella vastissima gamma
dei gesti umani e della loro evoluzione.

Nella ripetizione del gesto delle mani giunte è la costanza
la garanzia di trasmissione (e) della stessa vita,
rinvia al desiderio che lo svolgimento
sia secondo la probabilistica bellezza;

lodare condizionare il Programma
lontano esterno
(cinico misericordioso
indifferente al pianto ai cruenti sacrifici
come una felina divinità Maya,
a Isacco Ifigenia da noi)

Il Programma è ricordato in noi.
(Non avendo altro mezzo
di commuovere la crudele Dea,
non potendo ottenere aiuto da Fuori,
i soli l'hanno, piangendo,
prima della Parola gesticolando,
escogitato in sé).

                                                       Saigon, 19 gennaio 2008




LA SCATOLA D'ORO

Vivere nel terrore sperando che
si tratti di Letteratura e Sogno,
temere che il meccanismo non si apra un bel giorno più
come invece succede tuttora quando inizia la visita
senza apparente fretta

[mirando il ritratto riprende il contatto]
la scatola d'oro manda aperta infiniti riflessi
come specchietti a tessera dall'interno di un mobile bar
la procella si placa, si rianima immantinente la gamma
di colori dietro le bottiglie di liquori
pallidi trasparenti giallini marroncini
i migliori sono quelli che sembrano acqua
tutto capogira come sul cielo del tendone del circo
nello stroboscopico scenario
della magnifica stultifera teca.

Per fortuna il meccanismo ancora funziona
dopo lunghe parentesi in cui si è persa ogni speranza
senza preavviso l'onda tuttora ritrasmette,
la gente non ci crede ed è meglio tacere
non far parte del segreto il colloquio è riservatissimo
né possiamo mettere a conoscenza estranei
emarginati che non capirebbero.

L'angoscia presuppone unicità solitudine
il dono sacro è stupendo ma anche costoso doloroso
sperare dunque che le porticine
seppure non a comando si riaprano
avvenga la partenza sia concesso
d'essere ancora ammesso
al desiato divino congresso.

                               Bangkok, 25 gennaio 2008







A LEZIONE DI LEGONG

Egli parla come se le cose fossero vere, serie,
come se il mondo non fosse eolica polverosa
desertificazione infinito incenerimento,

ma fonte di bellezza straordinaria
come se per vedere non bastasse avere gli occhi,
si avverte la capacità di comprendere oltre

non sfugge la smorfia agli angoli
e molti sono i fatti che risultano importanti
perfino quelli normalmente non rilevanti.

Il tedio che si prova ascoltando
(perché la sensazione è che il discorso
non debba avere mai conclusione)

dipende da superficiale ottusità
e da occulta inconoscibile inquietudine,
la gente non avverte per nulla

la propria stupidità al contrario
si meraviglia che altri osservino
capiscano il sentire.

È probabile che un’educazione sottile
incida sul suo modo di avvertire
di comunicare il disagio

quando la pantomima di vergini sontuose
ingioiellate di fiori cede la gaia fanciullezza
all’adolescenza umbratile dei personaggi.

Nelle immagini tornano marionette
si pietrificano le dolci bambole
carezzati sfiorati bassorilievi degli dei.

                                  Songklà, sabato 18 agosto 07 ore 23.13






IL SEGRETO

Il vero segreto non solo “non è scritto”
ma non viene mai rivelato
sparisce con noi dopo averci macerato.

Così si perdettero tesori, scoperte auree
tecniche ascose, rotte diritte (che invece
procedevano a spirali di Fibonacci).

Quanto ponzare stesi oziare scrutando il mare
ombreggiati al vento privo di senso!

Non c’è mezzo di andare via.

                                                       Songklà, sabato 18 agosto 2007, ore 16.56


*Le poesie sono tratte da Locations, impermanenza. L'amore al tempo del pc", Cleup, Padova 2012 
* Luciano Troisio, nato nella Venezia Giulia a Monfalcone (allora provin-
cia di Trieste) nel 1938, da madre padovana e padre leccese, ha passato la
giovinezza a Cittadella, città murata carrarese a nord di Padova.
Ha compiuto svogliatamente studi classici al liceo (Antonio Pigafetta) di
Vicenza. Si è iscritto a Padova, prima a Giurisprudenza (madornale errore
e perdita di tempo), poi a Lettere. Da studente è stato costretto a svolgere i
più svariati lavori.
Ha insegnato per dieci anni nelle scuolette di paesini fangosi e paludosi
del padovano. Poi nelle università di Padova, Pechino, Shanghai, Bratislava,
Lubiana. Visiting pro! a Tokyo e Melbourne. Vive tra Padova, Bora Bora,
Bali.
Sue opere sono state illustrate da Emilio Baracco, Giovanni Barbisan,
Andreina Bertelli, André Beuchat, Renzo Biasion, Gioacchino Bragato,
Giovanni Comisso, Bruno Gripari, Mino Maccari, Cesco Magnolato, Albino
Palma, Walter Piacesi, Gianni Poggeschi, Gina Roma, Orfeo Tamburi, Hugo
Wulz, Tono Zancanaro.
È autore di varie pubblicazioni scientifiche e sperimentali, nonché di
opere di narrativa e poesia.
Accanito globetrotter, flaneur e perdigiorno, ha fatto per anni l'accom-
pagnatore turistico in America e Asia. Nauseato dai compagni di viaggio, in
mancanza di compagne ora parte da solo. Predilige la penisola indocinese e
il Sudest asiatico.                                  ••
È socio della Sumatran Orang Society e del Perama Club di Bali.





1 commento:

Anonimo ha detto...

Il grande fascino di queste poesie colpisce e fa pensare. Memorie, amore per queste terre lontane , anche le metafore sanno di oriente e i desideri di liberazione vissuti e fatti propri. La gioia delle donne e i loro dolori. La forza di questa scrittura e le grandi capacità del poeta mi resteranno nel tempo gioielli da donare a chi della memoria farà il suo scrigno. Bravissimo! Grazie anche ad Ennio per avercelo fatto conoscere. Emy