venerdì 7 dicembre 2012

Luciano Nota
da "Sopra la terra nera"



PAURA DI DIO
Potrei morire e rifiorire
svuotarmi di lime perfette
di corpi, di resti distorti.
Morire attaccato ad un fiume
con le braccia più nere del vento.
Rinascere poi su un pezzo di gelso
in un mare o su un colosso più duro.
Ma è proprio ciò che mi spaventa
questo colosso che non conosco
questo corpo supremo fatto di firmamento
di fazzoletti d'orto
senza tempo.


LO SPAGO
Riesco ad aprire la porta
solamente se qualcuno
s'improvvisa superbo
e il dolce ticchettio mi riporta
alle piume di un incendio.
E così è per le finestre
i poggioli, le pareti.
Troppo lungo è lo spago
che mi separa dal bacio.


SAPESSI CHE PESO
Sapessi che peso
sentirti come peso leggero
sentirti dentro
come abile prugna
inzuppata più volte
sulle urne del corpo.
Sapessi che peso
il fragile sorriso
l'assenza di parole
quegli occhi scoscesi sui vetri.
Sapessi che male
saperti sognare
scrosciante.


DEVO TORNARE A RICOMPORMI
Devo tornare a ricompormi
in una cesta di silenzio
o in qualche scorza prodigiosa.
Anni vissuti senza tregua
voltando gli òmeri al mattino
in un fluire interminabile
di soli senza soli
di forze impavide e sghembe.
Avrei già gioito
se avessi bussato alle cortecce
sarei forse già propaggine.
Ma ora che son qui
acceso in ombra fra gli ulivi
con l'eco dentro il mondo
canto versi ai pettirossi.

AL LETTORE
Oh, non vedermi recluso
unicamente nel buio
l'uomo senza il tu
e senza Dio.
Magari m'accecassi ora
mi dessi una vista rivoltosa.

Luciano Nota, "Sopra la terra nera", Campanotto -2010 -
*Di Luciano Nota vedi altre poesie e nota biobibliografica qui





2 commenti:

Anonimo ha detto...

Metafore superbe, eleganza, musica, insomma poesia...e respiro. Emy

Anonimo ha detto...

Oh, che bello leggere un lirico,un poeta con la P maiuscola. Complimenti all'autore.

Francesco Rosta