UNA POESIA CIVILE D'OCCASIONE ISPIRATA DA UN FATTO DI
CRONACA:
L'ALBERO NATALIZIO DI PESCOPENNATARO.
L'ALBERO NATALIZIO DI PESCOPENNATARO.
(Il video su youtube: qui )
Quindi questo sarebbe il Molise.
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L’uomo con la barba
sa il fatto suo, misura le parole,
le calibra con lo strazio
della segatrice.
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L’uomo con la barba
sa il fatto suo, misura le parole,
le calibra con lo strazio
della segatrice.
Dice che questo è il
Molise.
Non so il suo nome
non è paura della diffamazione,
del resto i suoi occhi parlano
una lingua che incontri nelle stanze dei bottoni
non certo in un bosco
che attende la prima neve.
Tra Ottobre e Dicembre
a ritmo serrato
gli aghi s’affilano
la scorza si fa ardesia.
Gli uomini segnano il varco,
bestie ed uccelli hanno traslocato
davanti all’ingiunzione di sfratto,
l’armata di boscaioli è previdente,
non fa sconti,
l’operazione sarà indolore,
hanno lucidato le divise per l’occorrenza,
la loro foto sarà nella bacheca
insieme a quella dei loro padri
con un carico di volpi
sulla cinquecento.
L’uomo con la barba
manderà i suoi messi,
viaggeranno tutta la notte,
fra tre giorni saranno a Roma,
dicono che il papa darà la benedizione
a quei rami senza più radice
a questo dono che giunge dal Molise.
Che venga qui l’uomo con la barba
in questo bosco di gramaglie,
quale parola potrà condannarlo
quale silenzio assolverlo?
Ma il caso è chiuso
se tutti battono le mani
mentre risale sulla sua auto,
sorride e promette nuove colonie d’abeti,
dice che questo sarà il Natale dei molisani,
che anche loro avranno un dono,
gli altri da un alito di finestrino
di non preoccuparsi
che di alberi ne cresceranno altri,
lo invitano a pranzo,
dicono che i pastori
gli hanno concesso il diritto di transito
ed i cani sono stati legati.
Valentino Campo
Non so il suo nome
non è paura della diffamazione,
del resto i suoi occhi parlano
una lingua che incontri nelle stanze dei bottoni
non certo in un bosco
che attende la prima neve.
Tra Ottobre e Dicembre
a ritmo serrato
gli aghi s’affilano
la scorza si fa ardesia.
Gli uomini segnano il varco,
bestie ed uccelli hanno traslocato
davanti all’ingiunzione di sfratto,
l’armata di boscaioli è previdente,
non fa sconti,
l’operazione sarà indolore,
hanno lucidato le divise per l’occorrenza,
la loro foto sarà nella bacheca
insieme a quella dei loro padri
con un carico di volpi
sulla cinquecento.
L’uomo con la barba
manderà i suoi messi,
viaggeranno tutta la notte,
fra tre giorni saranno a Roma,
dicono che il papa darà la benedizione
a quei rami senza più radice
a questo dono che giunge dal Molise.
Che venga qui l’uomo con la barba
in questo bosco di gramaglie,
quale parola potrà condannarlo
quale silenzio assolverlo?
Ma il caso è chiuso
se tutti battono le mani
mentre risale sulla sua auto,
sorride e promette nuove colonie d’abeti,
dice che questo sarà il Natale dei molisani,
che anche loro avranno un dono,
gli altri da un alito di finestrino
di non preoccuparsi
che di alberi ne cresceranno altri,
lo invitano a pranzo,
dicono che i pastori
gli hanno concesso il diritto di transito
ed i cani sono stati legati.
Valentino Campo
Oratino, 3 Dicembre 2012
2 commenti:
Ho una rabbia senza parole
pericolosa come la segatrice.
santo padre pegate per noi
che gli scempi della protezione civile
li paghiamo noi.
L'albero non parla
non capisce lo sbaglio
muore senza un lamento.
Al suo posto ciò che rimane
è il suo pezzo di cuore
senza dolore?
Emy
il livello di servilismo dei politicanti italiani (quelli dei luoghi periferici è spaventosamente basso) ha toccato punti bassissimi. Ritengo però che anche il Vaticano avrebbe dovuto disincentivare i politicanti Molisani dal proposito di svellere un albero centenario per farne un rozzo dono che risulta molto più simile all'insulto che non al dono
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