Le parole sono incollate e sferragliano
diritte nella periferia
tanto qua è un andare liquoroso
di pioggia là sotto
nelle settimane scordate
dove si prega battendo le mani.
Poi dimentichi.
Ci vediamo.
Chiudi bene.
*
Enzo Giamoleo:
Caro Ennio,
ti ringrazio per la proposta [di fare il resoconto dell’incontro alla Libreria di Via Tadino], ma ti devo confessare che non sono riuscito a prendere un gran che di appunti, un po’ per l'uso di linguaggi specialistici, un po’ per la volontà, forse la gioia di qualche oratore di non farsi capire ed anche perché ad un certo punto mi sono liberato, rilassato. Mi son detto: meno male che c'è Abate che prende appunti e poi riesce a imbastire un discorso, una risposta... Però mi piacerebbe poter leggere le tue impressioni. Nel frattempo ti mando le mie, un po’ raffazzonate. enzo
Appunti presi da articoli apparsi sul Corriere della Sera a partire dal 10 luglio 20011 (qui)
Gli spazzolatori, con una scopa davanti al carrarmato a pulire dalle mine il prato. Oggi nel deserto in cerchio il vento sbatte, maestro sminatore sbatte le stoffe il vento e asciuga la voce, asciuga le mani che restano intere a tenere una stampella. Ecco tutti i tipi di mine, che imparino a stanarle là dove vanno – a campare. La testa china sulla terra acquitrinosa, a cercare una mina nel riso – brillano al tramonto le risaie, la superficie è docile da qui come un lago calmo, come niente fosse. |
Procediamo coi nostri carretti carichi di ferraglia. Grandi ruote di legno scricchiolanti sui cerchi di metallo. Animale fatica, senza vedere dietro la curva. Là c'è la guerra carrettiere Arjuna, e i tuoi alfieri... solo falsi compagni di strada, destinati alla sconfitta e all'irrisione dei nemici? Suonano essi corni e mostruose conchiglie, sembrano malvagi ed invincibili. - Solo contrapposti per gioco - Dice il beato nel suo canto(*). (*) è il Canto del Beato (Baghavad Gita)
Il giorno 22 giugno 1633, dopo essere stato nelle carceri del Santo Uffizio, nella Sala capitolare del convento domenicano adiacente alla Chiesa di Santa Maria sopra Minerva (presso il Pantheon), viene letta in italiano, a un Galileo inginocchiato, la sentenza sottoscritta da sette inquisitori su dieci. Sperando di fare cosa gradita, nell'anniversario di tale evento, propongo qui, al riguardo, un mio testo poetico: |