Invio la nuova versione dell'Assedio di Saigon. Penso che essendo lavoro
che si pone (con convinzione) al limite fra poesia e prosa, sfruttando
in modo, credo, non del tutto convenzionale entrambi i
linguaggi, potrebbe fornire materiale di discussione sulle questioni
sollevate dal dibattito aperto di recente sull'argomento. La scelta di
scrivere questo particolare testo in tale forma è dipesa, come spesso
avviene, da plurime considerazioni, difficilmente sintetizzabili in
poche parole, non ultima la mia personale propensione verso forme
narrative, per così dire, "ibride", dove versi e prosa narrativa
e teatrale si possono comporre a costituire un insieme eterogeneo. La
possibilità, propria della poesia, d'infrangere le barriere imposte
dall'unità di tempo e di spazio del racconto è stata per me ulteriore
forte motivazione per esplorare questa via. [Flavio Villani]
Il tempo è tutto. Tutto.
In
ogni dramma il tempo è tutto.
In
questo dramma il tempo è l’aprile del
settantacinque.
Non
è un caso. No non credo che lo sia.