Parigi, luglio 1962
Lungo la Senna Jacopo a gambe levate, inseguito dai commessi
di un supermercato del libro. Proiettato in avanti cercando di correre il più
possibile, nelle sue tasche buona parte dell’esistenzialismo francese, Jean Paul
Sartre, Camus, pocket book, edizioni economiche. I commessi segugi gli stanno
alle calcagna, cercano di raggiungerlo. I bateaux mouches lenti tifano per lui,
sta risalendo la Senna, suole di vento, direzione Notre Dame. L’unica via per
salvarsi è tuffarsi nel labirinto del quartiere latino, uno dei luoghi non
sventrati dall’urbanistica poliziesca di metà ottocento che favoriva la
costruzione di vie rettilinee abolendo le vie strette e irregolari che
favorivano focolai di insurrezione. Ancora uno slancio, ora è sul pavè di Quai
de Tuileries. Se arriva a Pont Neuf è fatta! Rue Dauphine e poi un tuffo nei
mille vicoli di Saint Germain des Près che conosce come le sue tasche. Scompare
nell’atrio interno ad un palazzo, trafelatissimo, aspetta.
Si rannicchia, è felice di averla fatta franca, ora può
cautamente guardare gli oggetti rubati dentro lo zaino. Finalmente potrà
leggere “La Nausée” in lingua originale. Il pericolo sembra scampato, comincia
a girovagare nel quartiere quando improvvisamente si imbatte in un negozio, una
libreria atipica diversa non solo dal supermercato dei libri che aveva appena
visitato ma anche da qualsiasi altra libreria al mondo. Sull’insegna c’è
scritto “Shakespeare and Company”, il nome gli ricorda qualcosa, ha già sentito
parlare di questo luogo, comincia a girare, fra gli scaffali, i libri adagiati nelle
cassette della frutta, sono in lingua inglese. Mentre è ancora un
po’ frastornato, un signore gli fa sapere che può sedersi se è stanco. Jacopo
è stupito, ma la memoria lo aiuta, ...
ah sì, ha letto da qualche parte di un americano che a Parigi gestisce una
libreria molto singolare…. Al terzo piano dello stabile viene ospitato qualche
giovane che si trova temporaneamente in difficoltà o viaggiatori che fanno solo
una sosta. E’ incredibile! George Whitman, questo il nome del fondatore della
libreria chiama i suoi ospiti “tumble weeds” erbe mobili come quelle spostate
dal vento nelle zone desertiche. Jacopo vorrebbe fare delle domande a Whitman
ma non riesce, la timidezza lo assale. Sa che poi, come spesso gli succede in
questi casi, si pentirà. La teiera è sempre sul fuoco, Whitman gli offre un tè.
Per associazione Jacopo pensa alla libreria
“Calusca” di Primo Moroni a Milano, l’unica che almeno per l’accoglienza ricorda
la “Shakespeare and Company”.
Milano
Ieri 14 dicembre 2011, George Whitman è morto, all’età di 98
anni.
Ma chi era veramente George Whitman ? Alla fine degli anni '40 George si
trasferisce a Parigi; lascia l’America come tanti artisti, poeti, scrittori che
arrivano in questa città aperta. Vive in una piccola stanza d’albergo piena
zeppa di libri che circondano la sua esistenza, i libri sono destinati ad
essere venduti agli americani di passaggio. C’è una grande tradizione in tal
senso, negli anni '20 a
Parigi arrivano intellettuali di ogni tipo, gli espatriati americani , quelli
della “lost generation”. Negli anni '50 la città diventa rifugio per gli
intellettuali americani che scappano da politiche troppo repressive. Capita a tutti
di diventare amici di George.
Il suo sogno è di aprire una vera libreria e nel tempo
libero va alla ricerca del posto adatto. Il sogno sarà realizzato nel 1951.
All’inizio la libreria si chiamava Mistral (il nome del suo amore a quel
tempo), oppure “The Rag and Bone Shop of the Heart” (Il robivecchi del cuore).
“Shakespeare and Company” era invece il nome della libreria
in rue de l’Odèon di Sylvia Beach, famosa per aver pubblicato con grande coraggio
la prima edizione dell’Ulisse di Joyce. La libreria fu chiusa nel 1941 dopo il
rifiuto di Sylvia di vendere l’ultimo esemplare di Finnegans Wake ad un
ufficiale nazista. Sylvia morendo nel 1962 lasciò in eredità a George il
marchio del negozio. George, teneramente, chiamerà sua figlia Sylvie.
Quando Jacopo arriva a Parigi, l’insegna è stata cambiata
solo da poco tempo. La “Shakespeare and Company” di George al 37 di rue de la Bûcherie,
(“La Macelleria”) a dispetto del nome, diventa un luogo di grande empatia dove
ragazzi studenti studiosi possono restare per un po' di tempo e leggere
gratuitamente i libri prestando in cambio il loro aiuto nel negozio. Quasi una
piccola comune ma anche un centro culturale di riferimento per la cultura
anglosassone in Europa, quella cultura che
spesso si intreccia con la cultura europea. Un’esperienza dunque particolare
che forse anticipa i possibili modi di una libreria del futuro: ostello,
libreria, biblioteca, comune etc.. .
Si dice che George, questo vecchio socialista del New Jersey,
fosse gentile anche con i ladri, non ha mai denunciato i ladri di libri. Diceva
che non voleva mandarli in prigione perché sarebbe stato come mandarli a scuola
di rapina.
1 commento:
Enzo fai sempre centro! Emy
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