Dialoghetti a puntate tra Samizdat e il Poeta
Invisibile
sul ‘noi’ che non c’è e alcuni modi provvisori per edificarlo
Samizdat - Ti vedo mogio. Hai perso l’ispirazione? Non hai vinto il concorso di poesia di Vattelapesca? L’editore (X, Y, Z, ecc.) ti ha chiesto troppo per la pubblicazione dell’ultima plaquette? Al reading della Casa della poesia, mentre leggevi, la gente s’è stufata ed è uscita?
Poeta Invisibile - Anche tu a bastonarmi? Che tempi! Ce l’avete tutti con me!
Samizdat - No, no…Sono un bastonato dalla Storia io pure, quanto e più di te. Maneggio le rovine del Novecento. Vedi, questo è quel che resta del Progresso, questo del Socialismo, questo del Comunismo, questo del Marxismo e della Dialettica, questo della Teologia della Liberazione. E nel mio armadio poi, al posto degli abiti, ho solo pacchi di manifesti ingialliti, tazebao del ’68 e i miei saggi politici inediti.