L’albero
A Wilma,
che nell’aria cantava
chiusa dalla ringhiera
a picco sul giardino
Io vidi il muro abitato
dall’albero.
Ragionamenti udivo –
ebbi paura che i becchi
troppo nei cerchi in fondo
trovassero originaria la spiga.
Fra loro ne parlavano,
volte le teste a destra,
dentro l’ombra a sinistra
prendevano nozione
e abitavano il chiuso cristallo
che ai confini
batteva dentro il guanto gli
ossicini
come uguale un’infanta
imprigionata
da un capitano a cavallo.