mercoledì 27 aprile 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Emilia Banfi
La vicina




 "... se viene bene magari la metterò sulla mia tomba." Pensò uscendo dal parrucchiere e infilando - prima della porta del fotografo - le perle di dignità e un sorriso discreto . G.B.P.
 
La mia vicina si chiama Maria
ma nessuno la chiama.
Sul campanello c'è scritto Maria
ma nessuno lo suona.
Ha un bastone e bussa alla parete
quando ha bisogno di me.


lunedì 25 aprile 2011

SCRIVERE AL PRESENTE
Enzo Giarmoleo, Emilia Banfi
Contrasto sull'umano

Enzo Giarmoleo
  Sono stato alla manifestazione del 25 aprile  ho sentito alcuni giovani che gridavano contro il rais di turno che per loro non era Gheddafi, Mubarak o Ben Ali ma sicuramente Berlusconi. Lo slogan più gridato era :"Que se vayan todos" subito dopo altri giovani hanno ricordato il fosforo-veleno dell'esercito israeliano spesso denunciato da Vik e poi  i "clandestini" senza alcun diritto. Ho pensato di mandarvi questa "poesia":

domenica 24 aprile 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Matteo Bonsante
Con rumore di foglie all'alba

Il vento all’alba è tra i melograni.

La notte è stata lunga. Di lucide stelle.
Ed ora è già perduta nel chiaro di laggiù.

- Dolce si sfoglia l’alba.

Mattino.

Il giorno va tranquillo. Possente.

sabato 23 aprile 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Armando Tagliavento
La Notte di Natale



 Pubblico qui una poesia di Armando Tagliavento, che ho conosciuto come bidello-scrittore all'ITIS Molinari di Milano dove ho insegnato fino al 1998.  Tutti i miei tentativi di farlo conoscere negli ambienti dei letterati o di trovare qualche laureando che mi affiancasse nella sistemazione dei suoi numerosi e fluviali scritti sono falliti. Ora che ha superato gli ottanta anni, a mo' di omaggio, tardivo e parziale, per farlo conoscere meglio almeno alla cerchia dei frequentatori di questo blog, aggiungo anche una mia riflessione del 2006 sulla sua scrittura, già pubblicata  sul sito POLISCRITTURE. [E.A.]

La Notte di Natale (1982)

E' la notte di Natale.
Va un tale
ad accattare in un bare un cartoccio di sale
per la sua zucca astrale.
Egli s'insacca nella sua mantellina sbrindellata
e ingerisce di volata
i diciassette piani del palazzo in cima al quale
tana. Egli è povero, non ha un cavolo.
Inoltre è detentore di un lercio ceffo sul quale
affiorano rimarcabili caratteristiche da farlo
da tutti reputare un rospo cornuto.
Ebbene, questo figlio di cagna, tutto impettito,
tronfio d'ignoranza e arrotolato in un palltò crivellato
di mozzichi d'incinte mignatte, squarciando lo smog
entra nella fumigosa mescita summentovata.
Egli è avvolto nelle pene nere
del mondo le più megere.
Tiene gli occhi bruciati di pianto
e s'alluma un mozzone di sigarro raccattato
perterra fuori dal bare
ai piedi della soglia di pietra di Trani.
E' la notte di Natale
e sotto i suoi fracichi, sporadici denti,
da vetusto tempo costui non mascica un tubo.

sabato 16 aprile 2011

CONTRIBUTI
Ennio Abate
Lettera a un giovane morto invano per una pace che non ci sarà




Restiamo Umani
Vik da Gaza city

Caro Vittorio,

da uno  dei tanti  inutili uffici pace  messi su nei comuni d’Italia (per salvarsi la coscienza e continuare intrighi e politica di piccolo cabotaggio), l’amica Ornella ha fatto spuntare oggi sul video del mio PC, un comunicato di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, nel quale si annuncia che «il 29° Seminario nazionale» di tale organizzazione «che si apre oggi ad Assisi sarà dedicato a Vittorio Arrigoni». Chissà, ti dedicheranno pure strade, scuole, parchi!
Che ipocrisia!
Trovo indecente, subdola, viperina la prontezza con cui si gioca d’anticipo su ogni possibile concorrente e ci si appropria della tua morte. La lobby pacifista italiana ti vuole  “santino pacifista subito”! Guai se, ragionando sulla tua uccisione, si uscisse dal piagnisteo! La spiegazione da far circolare  nel “mercatino della pace” è una sola ed è già pronta: Lotti ha detto  che la tua uccisione è «assurda». E chiude così qualsiasi interrogativo più scomodo.

giovedì 14 aprile 2011

SEGNALAZIONE
Moltinpoesia? No, moltissimi!
Sulla poesia in rete

 Nell'intento di  non fare di questo blog un salottino amicale  o "paramilanese" segnalo questo resoconto con molte indicazioni di nomi e siti da visitare per  farsi un'opinione e riflettere sulla nuova condizione in cui  chi fa poesia ( o tenta di farla) si viene a trovare. Meglio consapevoli  e critici a ragion veduta ( dopo aver  visto almeno un po' quel che fanno altri) che snob o ignari o ignoranti dell'esistenza di tante tribù o eremiti virtuali.  Avvertenza. ho messo in grassetto le informazioni che a me sono parse più interessanti.  [E.A.]

Dahttp://www.absolutepoetry.org/La-poesia-in-rete-2-0-Dai-blog

La poesia in rete 2.0. Dai blog alla Facebook Poetry in cerca della poesia digitale

di Valerio Cuccaroni

Articolo postato martedì 10 agosto 2010
La poesia in rete 2.0
Dai blog alla Facebook Poetry in cerca della poesia digitale


Nel mese di giugno il mensile “Poesia” ha pubblicato un resoconto sullo stato della poesia (italiana) in rete che ho elaborato in un anno di ricerche e redatto grazie all’aiuto di alcuni amici e compagni d’arte, a cominciare da Christian Sinicco.
Riprendo ora quello scritto, integrandolo con informazioni, che mi sono giunte dopo la sua pubblicazione, e doverosi aggiornamenti, sperando possa servire a far il punto su uno dei fenomeni più vitali e potenzialmente fertili del nuovo millennio, tanto difficile da analizzare quanto rapide sono le sue metamorfosi.
Prima di lasciarvi alla lettura, chiedo venia a tutti i protagonisti che non potuto e saputo citare: l’invito, per loro, è a non sentirsi trascurati ma a intervenire qui e ora, con critiche e suggerimenti.

domenica 10 aprile 2011

PROMEMORIA
Palazzina Liberty
martedì 12 aprile 2011 ore 18
Due poeti
che parlavano ancora di Marx

PROMEMORIA
martedì 12 aprile  2011 ore 18


 La casa della Poesia Milano
Laboratorio Moltinpoesia a cura di Ennio Abate 
Due poeti che parlavano ancora di Marx


 

Introduzione di Ennio Abate 
da una rilettura  di ATTRAVERSO PASOLINI , Einaudi, Torino 1993

«Io sono marxista come sei tu: solo io ho presente non solo nel mio pensiero, ma anche nella mia fantasia, l’enorme massa dei sottoproletari, da Roma in giù. Invece di fare tante storie, manifestare tanti sospetti, se la cosa davvero t’importa, vieni a occuparti un po’ tu di questo problema che riguarda metà circa della popolazione italiana, e quindi anche noi. No: invece tu, sordo, cieco, tappato in casa, con un’idea tutta ideologica degli operai e in genere del mondo, stai a fare il giudice di coloro che si spendono, e spendendosi, sbagliano, eccome sbagliano».

 

 (Pasolini a Fortini, luglio 1959)

mercoledì 6 aprile 2011

DISCUSSIONE
Enzo Giarmoleo e Leonardo Terzo
Sul "ready made"



Enzo Giarmoleo (3 aprile 2011):

Trovo il ready made e tutto ciò che possa scaturire da esso molto interessante. Certo molta acqua è passata sotto i ponti e non è più possibile sbeffeggiare la bellezza come aveva fatto Duchamp  con la sua Gioconda con i baffi. Molto interessante nel ready made la tendenza dell’autore a non intervenire soggettivamente nell’opera d’arte atteggiamento che troviamo anche nella pop art  di cui Duchamp e quindi Dada ne costituiscono la matrice linguistica.

CRITICA
Ennio Abate e Tito Truglia
Sull'antologia "Calpestare l'oblio"













Ieri  5 aprile 2011 allo SPAZIO TADINI in Via Jommelli 24 a Milano, organizzato da Adam Vaccaro di MILANOCOSA, c'è stato un incontro per discutere di "Calpestare l'oblio" un'antologia - così recita l'annuncio pubblicato sulla stampa nazionale - di "Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana" curata da Valerio Cuccaroni, Davide Nota e Fabio Orecchini. 
Pubblico qui  il mio intervento e quello di Tito Truglia di FAREPOESIA [E.A.]

Intervento di Ennio Abate alla presentazione di «Calpestare l’oblio» allo SPAZIO TADINI  di Milano (5 aprile 2011)

 Gentili autori e organizzatori di CALPESTARE L’OBLIO,
 sono del ’41. Da vecchio, dunque, scrittore quasi clandestino e militante in proprio fuori da qualsiasi partito, ragionando sulla base della storia del Novecento e di quella italiana del dopoguerra (in particolare degli anni Settanta), mi permetto di porvi due domande: 
- quale oblio ha da essere oggi calpestato?
- lo si può calpestare solo in poesia, soltanto con la poesia?

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Anonimo del XXI sec.
multibanalità










polpette parole
 fastfood cinese scaduto
 premasticato rancido
da seppellire in fossa  comune
ad evitar subito contagio

busti egotici parlanti
 logorrostereotipanti

 sentimentalsemyne
incontinenti  plaudentine

riciclati al multimercatino
non valgono un soldino. 

venerdì 1 aprile 2011

CONTRIBUTI
Autori vari
Scrivere al presente 17:
Poesia e non poesia
sul blog MOLTINPOESIA


In questo post sono pubblicati in occasione del 1° aprile solo i testi arrivati negli ultimi giorni. Ovviamente altri se ne troveranno navigando a ritroso. Il lettore  è invitato però a non perdere mai di vista quelli qui presenti con l'apposita etichetta DOC: 'poesia' . [E.A.]

1.  Poesia: Leonardo Terzo

Il maestrino di Cologno Monzese
Si vergognava d’essere borghese.
Ad ogni mosca che passava accanto
Insegnava la via col controcanto.
Camicia rossa, verde, bianca o bruna
Non ne lasciava in pace neanche una.
Ma volteggiando frenetico al trapezio
Era soltanto lo specchio di Borghezio.

1.1. Non poesia: Ennio Abate

Il liberal professoron di Pavia
amava ogni mosca come zio Tobia.
Ciascuna andasse per la propria via!
Viva la vostra libertà! Val più della mia!
Una mosca borbottò: non si sa più cosa sia.
E allora adirato lui intimò: Suvvia!
Voi a Lampedusa. Non qui da me a Pavia.

giovedì 31 marzo 2011

CONTRIBUTI
Maria Maddalena Monti
Scrivere al presente 16:
La scacchiera












 Sulla scacchiera giocano
 i potenti a Lampedusa.
Di qua, di là ,di su ,di giù
spostano pedine,
I bianchi, i neri in Toscana,
a Manduria e un po’ sul mare.
 Sulla spiaggia la scacchiera
E ,in alto , là sul confine,
c’è uno, che per primo
è venuto alla guerra,
ma che adesso li ferma
 e non li fa passare.
Ma che fa il re?
Portato in trionfo,
come al solito,
di tutto compra e vende.
Crede forse di giocare
a Monopoli?

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Emilia Banfi
Rotonda è la palla









Rotonda è la palla
come quella di allora
dalle mani del bimbo
in quelle del genitore.
Ma tesse il ragno 
la sua ragnatela
là dove il male
si divora  e si ricrea
giustizia d'infanzia
su di essa cade
come goccia di cera
vacilla il ragno
ma grande è la sua tela.
Rotonda è la palla
come quella di allora
dalle mani del bimbo
in quelle del genitore. 

[*L'immagine è tratta dal 
NARRATORIO GRAFICO 
DI TABEA NINEO]

mercoledì 30 marzo 2011

CRITICA
Leopoldo Attolico
La generazione invisibile
degli anni Settanta



 L'intervento si ricollega allo scritto di Giorgio Linguaglossa pubblicato su questo blog il 18 marzo 2011 [clicca qui ] (E.A)

Prendo spunto dalla riflessione di Giorgio in ordine alla crisi della Ragione (esposta nel libro La nuova poesia modernista italiana 1980-2010 per spezzare una lancia (non lancerei mai un ferro da stiro!) a favore dei poeti della generazione degli anni Settanta.
Mi propongo non come avvocato difensore, ma da semplice osservatore stagionato anzichenò .

SEGNALAZIONE
Quintocortile
30 marzo 2011 ore 18


Quintocortile
Viale Bligny 42 - 20136 Milano
tel.338. 8007617

30 marzo 2011 – ore 18
Adam Vaccaro e Gianmario Lucini
presentano
L’impoetico mafioso
105 poeti per la legalità
Antologia di poesia per la legalità e per la responsabilità sociale
in ricordo di Angelo Vassallo
a cura di Gianmario Lucini – Edizioni CFR – Pianteda (SO)
Rina Accardo – Arezzo, Alberto Accorsi – Bollate (MI), Roberto Agostini – Milano, Domenico Alvino – Roma, Claudia  Ambrosini – Pavia, Giuseppina Amodei – Firenze, Stefano Amorese, – Roma, Anna Antolisei - Torino, Luca  Ariano – Vigevano (PV),

CONTRIBUTI
Fabiano Braccini
Scrivere al presente 15:
Tutti in fila
[Libia 2011]

      

Petti verdi
in fila per tre
mitra in braccio bombe a mano
coltellaccio seghettato
per potare liane e gambe
nervi tesi
energetiche presine.
Col cianuro sottolingua
vanno dentro alla foresta
caricati soldatini.

Petti neri
in fila per sé
un elmetto doppio strato
per pararsi dalle schegge
dinamite nelle tasche
esche inneschi
erbe amare biascicate.
Con borracce di bevande
vanno dritti nelle casbe
a cercare paradisi.

lunedì 28 marzo 2011

CONTRIBUTI
Lucio Mayoor Tosi
Scrivere al presente 14:
C'è chi non lo vuole il petrolio...
[Libia 2011]

 
C'è chi non lo vuole il petrolio, chi va solo a benzina e non fiata.
Chi non farebbe la guerra nemmeno se strapagato. L'importanza 
è importata, il vento è sovraffollato, diamo ragione e ne togliamo
pensiamo pensiamo. 

Gli europei sono così, non rinunciano al frigorifero, prima verrà 
la televisione se non cambia il canone, se non migliorano
le trasmissioni, perché gli europei quando non hanno da mangiare
si danno alla cultura. 

Pensano pensano perché nessuno decide, nessuno sceglie.
Non confondiamo la gente con i potenti, gli affari sono affari ma solo 
per qualcuno, la gente ci mette il sangue malato dai veleni perché 
non trova altro per nutrirsi.

Pensano pensano, gli europei. Non sono intraprendenti, amano
le canzonette dei centri commerciali, scrivono poesie in saudade
guardando all'oceano d'occidente, sono la memoria dentro
la modernità

CONTRIBUTI
Virgulino Fohletos Bahamar Jr.
Scrivere al presente 13:
Per fortuna il petrolio c’è
[Libia 2011]


Sotto le bombe
Libici e rivoltosi
Salvati dai francesi
Che vogliono il petrolio.
Invece i ruwandesi
Non avendo il petrolio
Non hanno avuto in dono
Nessun bombardamento.
E tutti morti sono
Felici e indipendenti.


domenica 27 marzo 2011

CONTRIBUTI
Rita Simonitto
Scrivere al presente 12:
Altro
"Quartetto per il Medio Oriente"

 
                      1 )  Amarezza

Da alte torri non ho
parole
da infiammare gli animi.
Forse uno sguardo più lungo
che da colline e mutevoli orizzonti
vede anzitempo avanzare
la tempesta.
“Ecco l’onda che arriva”, posso dire,
mentre tumultuoso
pulsa il mio sangue nelle vene.

Ma l’eco poi si inceppa su campagne
che l’inesorabile salsedine
di sale umano maledetto
ha bruciato;
o si sfinisce con lentezza
sulla punta dei minareti.
Solo arditi fiorranci sfideranno le pale
dei metallici  Hawks, scafandrose libellule
portatrici di morte (come in Somalia).
Perché comunque la vita continua.

Così che ognuno stringendosi alle sacre
case, e piante e riti
per cui è vissuto e per cui
ha ritenuto giusto vivere,
ognuno nella sua incerta ombra,
circondato da suoi,
ma solitario a se stesso,
potrà richiamare memorie di padri amati,
traditi, vituperati od anche
inesistenti.

Ma finirà lì.
Tristemente lì finirà
sperando un’altra volta ancora
su un salvifico eroe che non c’è.
Così anche se nulla poi sarà come prima
nessuno potrà sentirsi di qualche cosa
responsabile e partecipe:
perché il non voler sapere
è tomba su cui non si possono
piangere lacrime.

(03.03.2011)
 

CONTRIBUTI
Grazia De Benedetti
Scrivere al presente 11:
Silenzio [Libia 2011 etc.]



urge urlare.
Urge.
Urlo
urgente.
Urlo unghiuto ustionante d'uragano.
Urge urlare
per gli uomini uccisi da uomini.
Urge urlare
per gli umani usati e umiliati.
Urge urlare
per urticare l'unto e i bisunti
untuosi e presuntuosi.
Urge urlare
per quest'universo ulcerato.
Urge urlare
per non umiliarsi.
Usciamo e urliamo
per unire gli umani.
Ma chi udrà le urla degli ultimi?
Urge l'urlO.
URL
UR
u
.

CONTRIBUTI
Salvatore Dell'Aquila
Scrivere al presente 10:
Sì che atterriscono [Libia 2011]

Sì che atterriscono
i sorrisi rapidamente spenti ma
può essere una guerra che non sia di conquista?
la rapina il bottino l'appropriazione
delle cose delle vite

Siamo morti? Non penso
vorremmo semmai non morire
impotenti davanti al gradino della morte
ma fermi davanti alla smorfia della guerra

CONTRIBUTI
Emilia Banfi
Scrivere al presente 9:
Libia non morire!












Immagini e immagini
Libia non morire!
E noi siamo qui a guardare
Gli occhi scuri di coraggio
o sorrisi chiari sulle bandiere.
Non morire per il pazzo
non morire per un dio
che odora di petrolio
di fede malandata
la cinepresa oscilla
cade nel tuo sangue
e gli eroi non si vedono.
Chi chiuderà le fosse senza nome?
Chi adotterà i figli della pace?
Libia non morire!
Qualcuno morirà per te.

sabato 26 marzo 2011

CONTRIBUTI
Ennio Abate
Scrivere al presente 8:
Marzo 1821 - Marzo 2011




«Fra un secolo si immaginerà che in questa nostra Assemblea, mentre si discuteva sulla nuova costituzione repubblicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri, di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato un popolo di morti, di quei morti che noi conosciamo ad uno ad uno, caduti nelle nostre file nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovanetti partigiani »
(da un discorso di Pietro Calamandrei all’Assemblea Costituente nel 1947)


Cancella, o Marcella
la Libia, stantio pane nostro quotidiano  televisivo.
Le facce belle di uomini e bambine
ridevano per noi (ma anche di noi) 
nell’attimo delle foto di  allora.
Poi nelle notti tremarono, urlarono
disfatte tra le macerie.

[«L'ultimo è il W-80 3, utilizzato,
 a quanto pare, anche come carico
per i moderni bombardieri B-52.
A tutt'oggi, fonti statunitensi militari
e scientifiche, calcolano la sua potenza
di esplosione intorno ai 200 kt.»]
 
«Li lasciamo tutti ammazzare?», chiedesti
ansiosa. «Nulla per loro possiamo più fare»,
ti risposi. Perché  eravamo già tutti morti.

CONTRIBUTI
Marcella Corsi
Scrivere al presente 7:
nessuna risposta, una domanda
[Libia 2011]


*Una doverosa precisazione.

Avete in mente l’immagine della pipa di Magritt con sotto la scrittta «Cecì n’est pas une pipe»? Allo stesso modo sotto (o dopo) questo testo, Marcella Corsi vorrebbe che fosse precisato: «Questa non è una poesia». Ha le sue ragioni: 1. il testo faceva parte di una mail interna alla redazione di POLISCRITTURE,  dove stiamo discutendo degli eventi libici ed era il paragrafo conclusivo di un ragionamento, che concludeva con queste parole « Invece di una risposta in prosa, mi viene più spontanea una risposta in poesia. Forse una brutta poesia, ma… con qualche punta d’invidia per la sicurezza che molti dimostrano»; 2. il sottoscritto ha “rubato” questa “bozza di poesia”, sulla quale, com’è solita fare, lei  avrebbe a lungo lavorato prima di pensare a una qualsiasi pubblicazione, è l’ha inserita a sua insaputa sul blog. Se ho fatto male, mi scuso con lei. Se, invece,  ho soltanto trasferito questo suo “pasticcio” ancora in preparazione in luogo pubblico, sì, ma con la  eloquente insegna “Laboratorio”, il danno non dovrebbe essere tanto grave. Su un blog-laboratorio possono finire subito anche “cosucce” non ben o del tutto cucinate, senza per questo che si debba litigare continuamente tra formalisti e contenutisti e stabilire se siano proprio “poesie” o no. Poi si vedrà…[E.A]

colpiscono facce belle di uomini - e bambine
che nonostante tutto ridono -
uno in piedi su un camioncino deciso
punta al cielo una mitraglia sottile
ma che ci fa con quella contro il bombardiere?

e le bandiere del re: tradizione
per riconoscersi in un passato comune
religione per darsi il coraggio inermi di osare

li lasciamo tutti ammazzare?
in rete erano in tanti, adesso sono in trappola
a Bengasi: gli diamo una mano? e come
lo facciamo? l’ONU le sue risoluzioni:
embarghi confische sanzioni non sembrano
servire, il rais può pagare
e pure la sua rete ha molte maglie

“lasciamoli scannare tra di loro poi con chi vince
ci accorderemo”: sfruttare suolo
natura animali e moltitudini impotenti
è questo il gioco di chi può da che mondo è

no
forse troppo tardi una no fly zone
forse non sarà sufficiente forse anche così
verranno uccisi innocenti…
“tutte le misure necessarie”  aggiunge
la risoluzione: oddio, è troppo, la solita bruttura
per aver spazio di vantaggiosi neri
in concorrenza nel deserto zampillanti affari

ma dovevamo lasciarli tutti ammazzare
loro e la loro idea di libertà “non assoluta”?                    


 (24 marzo 2011)

CONTRIBUTI
Luisa Colnaghi
Scrivere al presente 6:
Pagode e fior di loto











Non  boati in TV
ma fumo bianco e nero
dalle torri di Fukushima.

Tsunami – violenza nera
onde giganti
scagliate sulla vita.

Fiori di pesco
di ciliegio dispersi
dal vento spietato.

La terra trema,
un bimbo piange,
si apre un fior di loto.

Fenomeno nucleare,
irradiazioni su terra e cielo,
contaminazione del pianeta.

Fenomeno antico,
di Pompei e Ercolano i resti,
le sepolture sotto la cenere.

mercoledì 23 marzo 2011

CONTRIBUTI
Anna Maria Moramarco
Scrivere al presente 5:
Tsunami. Giappone 2011










I

BOATI
e nulla.
Violenza bieca
cieca
di una madre impazzita.
Vorace.
Altri
già sono tutt’uno con lei.
Silenzio.
Qualche singhiozzo
strozzato.

II

Aleggia lo spirito vivo
di chi
inghiotte acqua all’ingiù.
La desolazione degli uomini
è consolata dagli angeli.
Dal cielo alla terra
e dalla terra al cielo,
angeli salgono
angeli scendono.

III

Il ciliegio in fiore,
che attraverso al mattino,
mi ricorda i loro occhi gentili.
Piccoli fiori rosati. Che cosa, ancora, è riservato loro?

lunedì 21 marzo 2011

CONTRIBUTI
Ennio Abate, Luisa Colnaghi, Aldo Giannuli, Enzo Giarmoleo
Scrivere al presente 4: guerra

 
 Questo 4° post 
di "Scrivere al presente" 
è un montaggio di testi
in versi e in prosa
 di vari autori.
 
 
 
 

CONTRIBUTI
Ennio Abate
Su punteggiatura, caos e forma
In dialogo con Mayoor e Dedo


Il dialogo va riferito  "Una poesia di Marco Dedo" (qui) e ai commenti presenti in quel post (19 marzo 2011)

@ Mayoor

Concordo che chi scrive , anche quando si rivolge ad un interlocutore reale, come sto facendo io con te ora), si rapporta in parte più o meno con un interlocutore o lettore (nel caso di un libro) immaginario.
Non invece con quest’affermazione:« Il fatto di scrivere versi che non si curano degli a capo non è rubare qualcosa dalla prosa, è una scelta di libertà». Gli ‘a capo’ in prosa ci sono (o ci sono stati) e seguono o trasgrediscono propri codici più o meno (come tutti i codici) accettati.  Oggi non curarsi degli ‘a capo’ mi pare una scelta di libertà davvero trascurabile (lo fanno almeno tutti quelli che hanno assorbito per convinzione o di riflesso alcune trovate a suo tempo “scandalose” delle avanguardie).  A me non meraviglia né sorprende più. Al massimo ritengo che, quando uno è in preda a un’emozione forte o  parole o pensieri gli si “affollino in mente” numerosi e sfuggenti, per non farseli sfuggire e non potendo  frenare l’emozione, fa bene a  usare una punteggiatura  o abbreviazioni persino “private”. Per tutto un periodo  ho accumulato versi sostituendo la punteggiatura “normale” con  barrette (/). E mi capita di ritrovare appunti quasi stenografici o in una grafia  tanto nervosa e spasmodica da risultare a volte indecifrabile persino a me. Ma quanto  in una prima fase viene prodotto in un “raptus creativo” o in bozze viene comunque rivisto se si arriva alla stampa. E allora non mi si dica che la resa tipografica abbia ancora una sua  necessità “interiore”. Al massimo documenta a freddo, a distanza di tempo, come una fotografia, qualcosa che fu in quei determinati esperienza solitaria istanti vivo, veloce, affannoso, convulso.

domenica 20 marzo 2011

CONTRIBUTI
Enzo Giarmoleo
Ancora sull'incontro
del 15 marzo 2011.
Ancora su critici e poeti



E' bene tornare su certi argomenti per contrastare "l'usura da blog", cioè la veloce scomparsa di temi importanti trattati in un post. Ecco allora le "Considerazioni relative all’incontro del 15 marzo 2011 con il Prof. Paolo Giovanetti alla Casa della Poesia di Enzo Giarmoleo da aggiungere e confrontare con il resoconto da me fatto  (Clicca qui) . [E. A.]

Credo che la provocazione iniziale di Giovanetti abbia permesso di chiarire quale sia “lo stato delle cose “ cioè in quale stato versa oggi la condizione dei critici e dei poeti.
Personalmente nutro dubbi sulla neutralità della critica in generale. Ancora oggi si tende a camuffare l’ideologia con complesse teorizzazioni. Certo ideologia è parola obsoleta ma c’è sempre una “concezione del mondo” che crea ostacoli.
Se si escludono quelli che non si fecero contaminare dalle avanguardie e i cui eredi sono li a deputare ancor’oggi cosa è e cosa non è poesia, restano quelli che attuarono la prima vera cesura con la tradizione e gli eredi di questi. Mi sembra che sia i primi che la cosiddetta neoavanguardia forse troppo impegnata, nella costruzione di un potere editoriale accademico e culturale, non siano mai stati, per ragioni opposte, molto teneri con i poeti che non rispettavano certi canoni. 

CONTRIBUTI
Enzo Giarmoleo
La tras-formazione di un articolo di Domenico Quirico
















Ecco la proposta di Enzo Giarmoleo di cui parlava Ennio Abate tre giorni fa:
"Si tratta dell'Incipit di un articolo apparso il 16 marzo appena sotto la testata del quotidiano "La Stampa" di Torino.E' un articolo su un viaggio dei naviganti "clandestini". L'articolista Domenico Quirico è a me sconosciuto.
Mi sono solo permesso di cambiare la disposizioni delle frasi sul "foglio" a mo' di "poesia tradizionale".
Mi chiedo solo se altri credono che tale scritto possa essere considerato poesia e in questo caso sarebbe interessante saperne i motivi. Se invece si crede che siamo lontani dalla poesia sarebbe oltremodo interessante sapere quali sono gli elementi che mancano per potere assumere questo nome."
Testo rielaborato da Enzo Giarmoleo:

sabato 19 marzo 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Una poesia di Marco Dedo

Vi mando questa poesia di Marco Dedonato (Dedo) perché è pertinente con quanto stiamo dicendo in questi giorni sul blog.  
Marco è un poeta estremo per me, entrambi abbiamo rinunciato al verso breve preferendo un formato di scrittura che si adatti a qualsiasi giustezza, ma io almeno metto le maiuscole dopo il punto, lui nemmeno quelle. 
mayoor

L'opera qui a sinistra è di Piermarco Mariani che, come me e  Dedo, fa parte del gruppo di artisti che si ritrovano nell'associazione Yaonde. 




l dai e dai dei tempi bui. la meticolosa scansione delle pappe trite e ritrite. fenomeni da baraccone. buoni nemmeno per i porcili. un marciapiedi di barboni improvviserebbe di meglio. sembra tutto qua. a portata di mano. la felicita... l'-espansione... Pasolini si farebbe un baffo di tanta ipocrisia. l' orizzonte, il futuro, fermo a dopodomani. un lasso di tempo buono neanche per vomitare. come se

DISCUSSIONE
"E questa è prosa o poesia?"
Su TEMPI MIGLIORI
di Luciano Roghi

Nella nostra mailing list Enzo Giarmoleo ha posto un problema: se uno mette in versi  (trascrive più o meno fedelmente) un articolo in prosa, fa poesia? Qui propongo un altro "esperimento": se uno afferra qualcosa di reale dell'altro e ha cognizione del suo dolore e lo scrive "bene", fa della prosa o della poesia?
Proviamo a parlarne a partire da questo pezzo di Luciano Roghi...[E.A.]


Mario  è nato e cresciuto nella stessa casa dove ha abitato sino a due giorni prima della morte.
Settantaquattro anni di  vita all’interno delle stesse mura, prima con  i genitori, e successivamente  con l’unico fratello, con il quale da anni non condivideva quasi nulla più . Troppe rabbie immotivate (rancori che nel tempo si erano trasformati in silenzio),  avevano  diviso  inesorabilmente i due.
Un buco alla gola era l’esito di un intervento che Mario aveva subìto molti anni prima a causa dell’insorgenza di una grave malattia. Come un proiettile che in un lampo gli aveva asportato la massa malata e con essa  le corde vocali, egli si era ritrovato  senza più voce.
Alcune vite, di per sé già silenziose, sembra necessitino per una strana beffa, di un ulteriore mutismo, quasi a  suggerire che il loro racconto oltre a non avere importanza,  non meriti  neppure di  compiersi.

CONTRIBUTI
Samizdat (Ennio Abate)
Scrivere al presente 3













RISORGIMENTO

Ave, Risorgimento!
Io sul tuo 150tenario
non ti mento
e perciò...
RISORGI,
MENTO!
Tondo, prominente bubbone
monumento
e certo documento
della faccia di merda
di questo popolo defunto
che col suo parlamento
si bea d'essere italiano
per andare a servire
l'amerikano
contro il solito Hitler
stavolta africano.

*Samizdat  è maschera incazzata di E.A.