L’incontro del 31
gennaio 2012 del Laboratorio Moltinpoesia era intitolato La polis che non c’è. Tre modi di interrogarsi in poesia sul venir meno
della polis e della società civile. Si partiva da tre recenti raccolte (la
mia, Immigratorio; quella di Roberto Bertoldo, Pergamena dei ribelli e quella di Gianmario Lucini, Il disgusto), chiedendo a ciascuno degli
autori di pronunciarsi su quelle degli altri due. Pubblico per ora sul blog i miei appunti di lettura sulla raccolta di
Bertoldo. Successivamente pubblicherò quelli sulla raccolta di Lucini. Ed
invito entrambi a rendere noti, quando possono e se vogliono, i loro. [E.
A.]
1. Vorrei che non parlassimo in
generale sul tema della polis che manca,
ma partendo dalle nostre raccolte recenti. In quelle cercherei i segni di
questa mancanza, di questo vuoto (della polis, della società civile).
2. La ragione dell’accostamento,
improvvisato ma non capriccioso o casuale, delle nostre tre raccolte si
giustifica per un elemento che le accomuna: tutte e tre tendono a un bilancio, a
un rendiconto: di un vita di un certo Vulisse[i] e di un pezzo di storia dell’Italia (dal
dopoguerra agli anni Settanta) la mia; di un’epoca più generale e senza date
(Bertoldo); di un vicinissimo biennio 2009-10 (Lucini).