Nei commenti siete invitati a costruire dei testi poetici a partire dalle immagini che illustrano il suo testo. [E.A.]
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13 commenti:
Anonimo
ha detto...
Parabola
Non le domande qui né le risposte, non qui il futuro che cercavi tu che alla finestra spii, l'appoggio al bastone sicuro delle eguaglianze. Di spalle la realtà divisa fra fàtica fatìca e gioco e le salite erte. E poi fine del libro, piagata trinità nel docile irriso agnello. Piegata, espulsa fuori dalle tavole imbandite per altri. Ecco la miseria.
Sono un po' imbranata in questo periodo: solo adesso sono riuscita ad aprire il testo "Istante e civiltà" e a leggerlo: temevo, dunque, un 'fuori tema'. Scopro, invece, che riscriverei quanto sopra senza modifiche (quanto a contenuto)... poi, per la forma.... il discorso valeva anche prima.
Accadevano solo nei vicoli le miglior cose, nel caldo passaggio degli estivi giorni un ciabattino, il Tumasin spiegava fra odori di colle e di caffè sul fuoco della cucina e la tovaglia di plastica a fiori. Nel sole giocavi, vagavi senza rumori ricordi le lunghe gambe del Cesarino? voleva giocare al dottore. Si tiravano sassi alle porte e poi via altrimenti eran botte. Al negozio i primi "abiti fatti" tutti a guardare nessuno a comprare. Son giorni passati di caldo avvenire la vita finiva in fondo alla via ma il cuore batteva oltre ogni porta dove si stava seduti, ormai era sera ma dentro di noi ancora qualcosa correva, correva, correva...
Foto 3 un pò oleografiche le immagini rappresentano l'innamoramento del ricordo ma a ben guardare si scopre un elemento di inquietitudine oltre la felice apparenza.Il "NO... sulla parete a destra è scoperta sorprendente.(enzo giarmoleo)
A Sud salendo a brandelli randelli ricordi di accordi salendo per ritrovare la luce dovresti sfondare la collina risalendo il conflitto
Guizza il carro ai piedi pinne uguali guizzano il pesce spada era così vivo ora nel caldo guizza il carro il pescato ha fretta venduto alla terra al funebre rito e all'Uomo Guizza la carne al mercato sarà fine, sarà onorata fatica?
Un anno perso si diceva tempo fa Perso a ingurgitare minestre rancide E tanto freddo giù per i polmoni Con i ragazzi che piangevano ogni notte Sotto coperte irrigidite dalla malinconia Ammorbate dalla muffa Che sentivi crescere istante per istante Fino a tutto ricoprire te compreso prima o poi E si viveva Si viveva solo per le poche ore Da passare all’aria aperta fra la gente Che guardava storto chissà perché Ogni volta che la voce s’alzava fra di noi O si fischiava alle ragazze profumate Quelle belle oppure no Che la libera uscita a questo serve Da tempo immemore Anche quando piovono le bombe Quelle vere che fanno un gran fracasso E pure male E poi quella dannata puntura al petto Che ti ferisce Come lama di Toledo diretta fra le coste E notte e giorno ci si chiedeva Fra di noi del perché Nell’attesa di quel giorno di dolore E del petto il trasformarsi in turgida mammella che nulla al confronto pareva tanto orrendo.
Oggi (quanti ne son passati bene o male?) Il fiume guardo scorrere tranquillo Alle mie spalle E come allora Proprio come allora ancora attendo Attendo a dire il vero chissà che cosa Qui seduto sul parapetto mentre il fiume Ancora scorre limaccioso e lento Sotto il vecchio ponte Che come sempre è là Indifferente Nella sua apparente antica stolidità.
Tre soldati tre guardano parallele tre arcate tre. L'acqua che scorre straniera, quella del loro paese lontano. E' nella sua calda cucina chi legge. Insieme tre soldati tre non si parlano. _momento di pace sospesa- Poi..la guerra, gli spari ,la morte ..tutto sarà come prima. Maria Maddalena Monti
Foto 5 Ancora un minuto fino all'ultimo tiro poi in apnea senza respiro Si aprono le tende dell'arte gastronomica tutto esaurito tutto digerito nessuna traccia neanche la faccia Ancora un minuto fino all'ultimo tiro (enzo giarmoleo)
Li avrei incontrati tutti e con tutti avrei dormito. Nelle loro case sul letto, nel tinello e nel giardino avrei annusato l'aria, il profumo dei cassetti quello dei fiori e dei vestiti. Ma l'angelo del tempo non lo consente inquadra, scatta e chissà cosa ha visto. Va di fretta, raggruppa e compone. Quell'altro, il Bresson, pare invece che ci parli per ore. Ed è uno scatto.
Caro Flavio le tue poesie sempre così ricche di sentimento mi affascinano molto. Questa sui militari mi fa pensare a quando nacque mio figlio , uno dei miei primi pensieri fu quello di non vederlo mai con una divisa militare, era proprio un mio grande desiderio che col passare dei tempi , si avverò. Ciao spero di leggerti ancora . Emy
A Mayoor: le tue parole inequivocabilmente tue danno sempre al tutto la tua bella ed intelligente presenza. Ciao Emy
13 commenti:
Parabola
Non le domande qui né le risposte,
non qui il futuro che cercavi tu
che alla finestra spii, l'appoggio
al bastone sicuro
delle eguaglianze.
Di spalle la realtà divisa
fra fàtica fatìca e gioco e le salite erte.
E poi fine del libro, piagata trinità
nel docile irriso agnello.
Piegata, espulsa fuori
dalle tavole imbandite per altri.
Ecco la miseria.
Rita Simonitto
Sono un po' imbranata in questo periodo: solo adesso sono riuscita ad aprire il testo "Istante e civiltà" e a leggerlo: temevo, dunque, un 'fuori tema'.
Scopro, invece, che riscriverei quanto sopra senza modifiche (quanto a contenuto)... poi, per la forma.... il discorso valeva anche prima.
Rita S.
Ennio Abate sulla foto 6:
Mamma, perché
l’omino mi mostra
l’interno del cappello
invece di tenerlo in testa?
Figlia, i poveri veri
non hanno neppure
il cappello. Cammina!
Quando il povero
non può pretendere
ma solo chiedere,
i tempi sono scuri,
i ricchi orribili
ma sicuri.
Foto n.3
Accadevano solo nei vicoli
le miglior cose, nel caldo
passaggio degli estivi giorni
un ciabattino, il Tumasin spiegava
fra odori di colle e di caffè
sul fuoco della cucina
e la tovaglia di plastica a fiori.
Nel sole giocavi, vagavi senza rumori
ricordi le lunghe gambe del Cesarino?
voleva giocare al dottore.
Si tiravano sassi alle porte
e poi via altrimenti eran botte.
Al negozio i primi "abiti fatti"
tutti a guardare nessuno a comprare.
Son giorni passati di caldo avvenire
la vita finiva in fondo alla via
ma il cuore batteva oltre ogni porta
dove si stava seduti, ormai era sera
ma dentro di noi ancora qualcosa
correva, correva, correva...
Emilia Banfi
Foto 3
un pò oleografiche le immagini rappresentano l'innamoramento del ricordo ma a ben guardare si scopre un elemento di inquietitudine oltre la felice apparenza.Il "NO... sulla parete a destra è scoperta sorprendente.(enzo giarmoleo)
A Sud
salendo
a brandelli
randelli
ricordi di accordi
salendo
per ritrovare la luce
dovresti sfondare la collina
risalendo il conflitto
Foto n. 2
GUIZZA.
Guizza il carro
ai piedi pinne
uguali guizzano
il pesce spada
era così vivo
ora nel caldo
guizza il carro
il pescato
ha fretta
venduto alla terra
al funebre rito
e all'Uomo Guizza
la carne al mercato
sarà fine, sarà
onorata fatica?
Emilia Banfi
foto 4 (Flavio V.)
NATURA MORTA CON SOLDATI
Un anno perso si diceva tempo fa
Perso a ingurgitare minestre rancide
E tanto freddo giù per i polmoni
Con i ragazzi che piangevano ogni notte
Sotto coperte irrigidite dalla malinconia
Ammorbate dalla muffa
Che sentivi crescere istante per istante
Fino a tutto ricoprire te compreso
prima o poi
E si viveva
Si viveva solo per le poche ore
Da passare all’aria aperta fra la gente
Che guardava storto chissà perché
Ogni volta che la voce s’alzava fra di noi
O si fischiava alle ragazze profumate
Quelle belle oppure no
Che la libera uscita a questo serve
Da tempo immemore
Anche quando piovono le bombe
Quelle vere che fanno un gran fracasso
E pure male
E poi quella dannata puntura al petto
Che ti ferisce
Come lama di Toledo diretta fra le coste
E notte e giorno ci si chiedeva
Fra di noi del perché
Nell’attesa di quel giorno di dolore
E del petto il trasformarsi in turgida
mammella che nulla al confronto
pareva tanto orrendo.
Oggi (quanti ne son passati bene o male?)
Il fiume guardo scorrere tranquillo
Alle mie spalle
E come allora
Proprio come allora ancora attendo
Attendo a dire il vero chissà che cosa
Qui seduto sul parapetto mentre il fiume
Ancora scorre limaccioso e lento
Sotto il vecchio ponte
Che come sempre è là
Indifferente
Nella sua apparente antica stolidità.
Tre soldati tre
(4)
Tre soldati tre
guardano parallele
tre arcate tre.
L'acqua che scorre
straniera,
quella del loro paese
lontano.
E' nella sua calda cucina
chi legge.
Insieme
tre soldati tre
non si parlano.
_momento di pace sospesa-
Poi..la guerra, gli spari ,la morte
..tutto sarà come prima.
Maria Maddalena Monti
Foto n. 1
Nessuna possibilità
per voi è muro quella porta
guardate, spiate
ancora per qualche giorno
ancora per qualche ora
piano piano senza fretta
non si entra
l'ebreo infetta.
Emilia Banfi
Foto 5
Ancora un minuto
fino all'ultimo tiro
poi in apnea senza respiro
Si aprono le tende
dell'arte gastronomica
tutto esaurito
tutto digerito
nessuna traccia
neanche la faccia
Ancora un minuto
fino all'ultimo tiro (enzo giarmoleo)
Che simpatici.
Li avrei incontrati tutti
e con tutti avrei dormito. Nelle loro case
sul letto, nel tinello e nel giardino avrei
annusato l'aria, il profumo dei cassetti
quello dei fiori e dei vestiti.
Ma l'angelo del tempo non lo consente
inquadra, scatta e chissà cosa ha visto.
Va di fretta, raggruppa e compone.
Quell'altro, il Bresson, pare invece che
ci parli per ore. Ed è uno scatto.
mayoor
Caro Flavio le tue poesie sempre così ricche di sentimento mi affascinano molto. Questa sui militari mi fa pensare a quando nacque mio figlio , uno dei miei primi pensieri fu quello di non vederlo mai con una divisa militare, era proprio un mio grande desiderio che col passare dei tempi , si avverò. Ciao spero di leggerti ancora . Emy
A Mayoor: le tue parole inequivocabilmente tue
danno sempre al tutto la tua bella ed intelligente presenza. Ciao Emy
Grazie Emy, anche a me fa piacere leggerti. A presto.
Flavio
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