Sto su una sponda del gran fiume e guardo
l'acqua scorrere lenta e andare a perdersi
tra le anse ed i salici e m'appare
che un fiume non è altro che lo scorrere
di vapori indistinti che da mari
lontani una corrente
raccolse in dense nuvole e le spinse
contro i fianchi dei monti, dove caddero
come piogge e si persero
tra le erbe e i muschi e tra le fenditure
delle rocce, e riemersero
come polle sorgive e ora confluiscono
per vie diverse tra la doppia sponda
di questo fiume
che ora s'attarda per ristagni ed ora
s'affretta quasi per tornare ancora
a farsi indistinta acqua di mare
che al sole evapora, e nuvola
risospinta dal vento, e pioggia e fiume
e mare fluttuante ancora
in una vicenda senza fine.
E anche gli alberi e i rovi che s'assiepano
lungo le sponde e i carici
che trattengono gli argini rinnovano
la materia che li compone e sono
sempre gli stessi all'apparenza eppure
sempre diversi pur se sempre uguale
è la materia nel suo ciclo eterno
di morti e di rinascite.
Il primo grido è come la fatica
di risalire dalla falda al cavo
della polla sorgiva e sollevare
dal fondo la sabbia che ricade
presto però sul fondo e che una nuova
spinta solleva
in un ininterrotto ribollire
torbido e provvisorio.
Anche la vita è sempre in sospensione
come la sabbia in acqua che rampolla.
Poi uscita dalla conca si fa rivo
minuscolo che protetto
da cuscini di muschio ed erba folta
procede per il bosco ancora incerto
se uscire allo scoperto ed affrontare
le rapide e le cascate che l'aspettano
dopo aver superato il mondo mitico
d'alberi ed elfi e maghi ed incantesimi,
ma pure col pericolo che magre
che si protraggono lo dissecchino
o che mandrie ed armenti ne sconvolgano
il letto fragile ed il terreno mosso
ne riassorba
ancora le acque e le sprofondi ancora
in mondi sotterranei per morire
come fiume palese e riconfluire
nella corrente silenziosa e oscura
della materia amorfa
che per chine invisibili s'affretta
per altre strade ad una stessa foce.
L'acqua che scorre rapida s'impenna
agli ostacoli e accavalla
l'una sull'altra le onde che contendono
per sovrastarsi. Uomini
dalla faccia arcigna lottano
l'uno contro l'altro e ognuno contro tutti
per sopraffarsi. E quando la pendenza
dell'alveo si fa ripida e sprofonda
scoppia allora palese la battaglia
e l'acqua s'intorbida e gorgoglia
come per sangue che si versi a fiotti
da una ferita.
Poi dopo un tormento aspro il fiume torna
a farsi quieto all'apparenza, a scorrere
con onde ineguali verso il mare.
Scorre la nostra vita dentro gli argini
di un torrente ora in secca ora rigonfio
di pioggia. Vanno nel cielo parallele nuvole
che il vento ora addensa ora dirada
come la vita in noi che a volte gonfia
di pensieri la mente mentre a volte
la lascia nuda, disvuotata ed arida.
I giorni che non hanno consistenza
passano via fugaci e si dissolvono
in una corrente torbida d'abitudini.
Ma i momenti diversi, almeno quelli
per cui pareva che la vita avesse
un senso, cadono sul fondo
pesanti come ciottoli e rimangono
presenti agli occhi, pur se la corrente
li leviga a poco a poco, che non abbiano
più spigoli vivi che ne ostacolano
il lento rotolio verso la foce.
S'arresta
su un fremito di giunco una libellula
ma solo per un attimo: riparte
poi rapida a cercare
tra mille voli la sua preda e fame
nuova materia di sé, dimentica
del suo antico essere, cellula
di un altro organismo, non più ostile
a sé ma sempre infesta
a quella che era prima la sua specie.
Tutto è mutevole: il pollo che razzola
nel cortile ha assunto la materia
del grano e del lombrico che ha mangiato,
e la faina furtiva che di notte
s'insinua nefasta nel pollaio
assimila al suo essere la materia
del pollo e del lombrico. Tutti siamo
materia indefinita, come il fiume
che acquista identità e si denomina
soltanto dalle sponde entro cui scorre,
e la duplice elica che si svolge
e si duplica e ancora si riavvolge
è quella che assimila alla nostra
la materia che era d'altri corpi
e tornerà molecola indistinta
a farsi materia d'altri corpi.
Il tutto indefinito, la materia
indistinta ma pure disponibile
ad ogni mutamento è il solo
essere eterno e indeperibile
da cui si generano
tutti gli esseri contingenti, la cui vita
altro non è che la vicenda breve
di un ininterrotto divenire, un grumo
di materia che si stacca
dal tutto indefinito, che s'aggrega
provvisoriamente a una memoria
e si fa parte di una vita che ci pare
unica e irripetibile.
I giorni che si sgretolano procedono
ognuno per suo conto, come fossero
di vite diverse.
Per giorni riarsi il fiume si frantuma
in rivoli minimi che scorrono
tra rive di giunchi esili ed isole
di ciottoli che emergono dal greto.
Bisogna dedicare alla speranza
più tempo, bisogna darle forse
più importanza, come se fosse
possibile scegliere, costruirsi
la vita a propria immagine, percorrere
strade inusuali e farsi
creature di se stessi. Il fiume passa
per luoghi prevedibili e, se lascia
il vecchio percorso, scava un greto
parallelo. La meta ultima
è il mare ed il pendio
è la strada obbligata.
Passano in cielo nuvole che paiono
offuscarci la vista. Non c'è più
davanti a noi lo scorrere lineare
di un fiume: c'è un vortice
di materia che si agita in un vuoto
intermine
come lama di luce che attraversano
innumeri sciami di pulviscolo
che s'agitano incomposti e poi svaniscono
nelI’ombra.
Che senso ha allora la vita che s'arresta
ai margini dell'apparenza e non ha forza
di perseguire il vero oltre l'intoppo
del primo ostacolo?
E che senso ha lo scorrere incomposto
di vite che cozzano o s'alternano
per rapide impetuose, per ristagni
fermi da cui evaporano
nebbie e anofeli che intorbidano
l'aria intorno e gli sguardi? Oppure forse
un più vasto organismo
di cui noi siamo solamente parte
manterrà la memoria degli eventi
in cui più o meno consapevolmente
fummo coinvolti,
sia quelli che contribuimmo
a realizzare con le nostre azioni
sia quelli che subimmo
senza avere la forza di evitarli,
come quando per accidente crolli
un singolo albero
e la foresta ne rimanga mutila
senza l'ombra più delle sue fronde,
senza i nidi ed i canti ed il via vai
del picchio muraiolo lungo il tronco
in cerca di larve che si celano
tra le crepe della corteccia scabra,
e non c'è più tra ramo e ramo il salto
del ghiro e nella notte
il canto assiduo dell'assiolo. lntanto
il rodio delle larve dei cerambici,
l'assalto silenzioso dei polipori
corrodono il tronco che diventa
umo fertile per altri accrescimenti.
Il bosco si alimenta
degli alberi che muoiono, e ogni volta
si rigenera e pare
diverso eppure uguale, perché resta
sempre uguale la memoria
del bosco in cui di passo in passo
attenti ci inoltriamo, mentre ci ostacolano
la vista i cespi d'eriche e di felci,
sì che cerchiamo incerti di trovare
luoghi noti, dove tra ceppaie mozze
di castagni recisi c'era il posto
delle fragole e dove nell'autunno
nascevano a capo chino i fiori rosei
dei ciclamini
e quello ancora dove nell'inforcatura
di un ramo alto da terra si costruiva
con pochi sterpi ammonticchiati il nido
la pica diffidente. Ma ora
l'albero di una volta non c'è più: tra breve
nascerà al suo posto un altro albero
che a poco a poco crescerà, e una pica
andrà a fare il suo nido sopra un ramo
alto,che non lo insidiino
le creature senz'ali: il tasso
dal passo cauto o il biacco
predatore delle uova.
E siamo disorientati: il bosco
non è lo stesso che conoscevamo.
La volta alta dei rami è meno folta
e la luce del sole giunge al suolo
e fa infittire le erbe gli arbusti e i muschi
del sottobosco.
Cerchiamo invano il posto dei boleti
che ora copre un roveto dilagante
come acqua di palude, mentre il picchio
s'affanna a ricercare il tronco cavo
dove aveva il suo nido. Pure
il bosco è uguale nella sua memoria
diversa dalla nostra, ché ogni cosa
che vive non è immota ed immutabile,
ma ha vicende di accrescimenti,
di morti e di rinascite, solo che
ogni cosa ha il suo tempo che è diverso
da quello delle altre cose che non
riescono
a misurare che col proprio metro
sì che a noi pare
fugace la vita dell'effimera
ma fuori del nostro metro ed immutabile
la vita delle rocce e delle stelle.
Hanno fine le nuvole o ritornano
da lontananze estranee a popolare
questo cielo d'immagini mutevoli
che s'inseguono ostili e si fagocitano
reciproche coprendo
tutto lo spazio d'una massa amorfa
o cercano via di scampo oltre la linea
estrema ove s'estraneano
dai nostri sguardi?
E pure quelle immagini d'altri uomini
che vivono con noi magari solo
per brevi tratti della vita andranno
anch'esse inerti a perdersi
oltre una linea estrema e avranno
ancora vita senza i nostri sguardi
senza corrispondenza
di pensieri e di affetti,
senza voci che parlino, senza mani
che l'una con l'altra si ricerchino.
Davanti agli occhi passano parole
già dette, e la corrente
inquieta le trasporta
in qualche luogo occulto ove la mente
si smarrisce e tornano
come da un fondo opaco incerte immagini
e si fanno memorie provvisorie e vaghe.
Oltre queste parole forse vanno
pensieri inespressi che rimasero
inappagati e sparsi, senza farsi
discorsi, per timore
di rimanere inascoltati, di scorrere
sotterranei e lontani dagli sguardi
e perdersi
indistinti ed anonimi nelle acque
ondeggianti del mare.
Si dismemora il fiume e si disperde
in un'acqua fluttuante in uno spazio
vasto e senza sponde
parallele che limitano e individuano.
Inquieta ed incomposta la materia
s'impenna al vento e tumida sommerge
rive di sabbia e sbatte alle scogliere
violenta e si frantuma
in rivoli che esausti poi ricadono
e ritornano a farsi ondeggiamento
vano e inquietudine.
I pensieri ora annuvolano il sereno
di una vita incosciente che s'appaga
solo d'esistere, come essere insensibile
ed inerte, non animale selvatico
che pure sa soffrire ed offrirsi
sia che viva nel branco, sia che passi
i giorni in un'attiva solitudine
cercando il cibo tra sterpaglie e fratte,
sia che risponda rapido al richiamo
di afrori inconsueti quando si ridesta
la natura, e i tepori
della stagione sciolgono già le acque
rapprese nei ghiacciai, e si rigonfia
di nuove linfe il fiume e torna a scorrere
turgido, a fremere
di brezze e di libellule mentre penduli
lungo le rive i salici disperdono
nell'aria inquieta turbini di polline.
Tutto ci porta al senso del trascorrere:
l'acqua, il vento, la voce. Ritornano
echi e riflessi e rami smossi.
Tutto è continuo e sofferente
in una vita che è squilibrio e moto
incessante, che dissipa
pensieri e sentimenti
lungo un percorso astruso di vicende
insensate che tornano a ripetersi
indefinitamente.
Per sentieri silenti lievi vanno
come fruscii parole, si confondono
lungo sentieri d'acqua con le fronde
che muove il vento o dissone si sperdono
per sentieri diversi.
Ma il fiume scorre uguale e indifferente
perché il pendio lo porta ineluttabilmente
verso il mare.
E alla foce rallenta il corso l'acqua
ora torbida per lunga percorrenza
di luoghi frequentati
ed a fatica cerca di inoltrarsi
nel mare, mentre a volte invece
è il mare che l'invade ad ogni flusso
di marea e ad ogni mareggiata
come quando negli anni tardi i giorni
si fanno salmastri all'intrusione
di pensieri di morte.
Ma il tempo scorre senza soste. Annotta.
Un buio senza rilucenze inghiotte
tutto il mondo. Gli occhi restano vuoti. Pure
si sente ancora il gorgoglio delle acque
contro gli argini ed il fruscio dei pioppi
se appena spiri un po' di brezza, e il passo
timido dell'arvicola o il volo
silente delle strigidi e l'opaco
sciamare delle effimere e l'assalto
obliquo delle nottole.
Ed anche quando giungerà la notte,
che noi chiamiamo ultima, a toglierci
ogni residua consapevolezza
d'essere stati individui in questo mondo
non massa immutabile ma esseri
in continuo divenire, non avrà termine
la vicenda ciclica e la materia
continuerà indistinta ad agitarsi
nel vortice intermine e avrà distacchi
come di gocce che diventeranno
individue ed avranno
luccichii tra le foglie ad ogni fremito
di vento, ad ogni alito
di sole che le sfiori
prima di cadere al suolo e perdersi
per meati sotterranei e poi riemergere
fuse con altre gocce ad altra nuova
identità e percorrere
pendii ed ostacoli e farsi
ogni volta più grandi e più diverse
fino a giungere infine a questa valle
vasta a questa piana
dove gli occhi dilagano, ed essere
questo fiume che scorre
davanti al mio stupore, ora dimentico
di dislivelli e rapide e proteso
verso un cammino ignoto ad una pace
che è dismemoramento di sé e termine
ma solo di una parte
minima, di un'individua
vicenda che si perde
immemore nel mare
eterno ed infinito della vita.
* Eugenio Grandinetti, ex insegnante di origini calabresi,
vive a Milano. Ha scritto numerose raccolte di poesie
quasi sempre autoedite.
*Il grande fiume è tratto dal libretto omonimo
stampato nel dicembre 2005 presso le Arti Grafiche
Barbieri di Cosenza
vive a Milano. Ha scritto numerose raccolte di poesie
quasi sempre autoedite.
*Il grande fiume è tratto dal libretto omonimo
stampato nel dicembre 2005 presso le Arti Grafiche
Barbieri di Cosenza
12 commenti:
Travolgente questo fiume di vita. La speranza non ha bisogno di tempo , la speranza siamo noi che lottiamo e ci adattiamo . Parole che scorrono efanno scorrere pensieri e immagini così ben descritte che tutto di noi non può resistere a questo inevitabile andare. Emozionante . Complimenti e grazie. Emy
Un affresco, o per meglio dire un grande arazzo di parole a tema unico dove le immagini superano in quantità il messaggio che si palesa fin dall'inizio e non muta nel suo percorso. Ma nel viaggio s'incontrano piacevoli frescure e il non detto mi sembra sia lo struggente amore per la terra e per la vita. Visione alta che affida alle parole minute descrizioni del paesaggio, come le si raccontasse ad un cieco. La lungaggine è ipnosi, e potrebbe creare trasformazione nel lettore se lo portasse a scoperte inaspettate di se'. Ma non accade che un recitativo di ottima qualità, romantico e pre-ermetico. A parer mio, fatta eccezione per la lunga barba, la vecchiaia è periodo leggero della vita, e forse il migliore.
Grazie
mayoor
... a me sembra che l'autore dispieghi una notevole capacità di affabulazione, ottimo risulta il giro frastico, ottima la scelta lessicale, ottimi i tempi lunghi e larghi del verso, ottimi i moivimenti sinuosi da andante largo del componimento, ottimo il respiro e la durata... ma detto questo (e andava detto) passiamo ai rilievi critici: a me sembra che il livello estetico ne avrebbe guadagnato se avesse tagliato via i 5/6 delle parole, si ci fosse stata maggiore concisione e concentrazione delle parole, se vi fosse stata una maggiore concentrazione su alcune immagini, senza perdersi in una panica e fluviale rendicontazione dell'affresco (come lo chiama mayoor). Insomma, Grandinetti ha delle buone doti, un buon mestiere, un buon talento... ma direi che tutto questo non basta a fare una buona poesia. Perché? Ma direi anzitutto perché occorre avere consapevolezza dell'oggetto da mettere a fuoco, e andare "dentro", lavorare per profondità e non per larghezza (cosa difficilissima che neanche i grandi tentano!), perché la larghezza porta a perdere il contatto con la profondità e con il punto di fuga della visione.
Insomma, credo che in poesia funzioni un po' come nel salto in alto. Se tutti tentiamo di saltare 30 cm, probabilmente ce la faremo tutti quanti; ma se alziamo l'asticella a 70 o 80 cm. ecco che molti degli aspiranti saltatori dovranno rinunciare al salto; se poi alziamo l'asticella a 1.50 cm, vedremo che ben pochi salteranno l'asticella; se infine mettiamo l'asticella a 2 metri ecco che pochissimi salteranno. Che voglio dire? Voglio dire che Grandinetti finora ha saltato e 50 cm. ma adesso deve farci vedere che può saltare almeno a 1.70 cm., deve alzare l'asticella delle difficoltà. A 30 cm. dal suolo siamo tutti più o meno bravi ma a 1.70 ben pochi riescono. E per alzare l'asticella delle difficoltà lo aspettiamo alla prossima pubblicazione.
Excеllent beat ! I ωould like tο
aρprentice eνen as yοu amenԁ your web site, hoω could i subscгibe foг a blοg sitе?
The аccount aideԁ me a applіcable deаl.
I hаvе been a littlе bit acquаinted of this yοur bгoadcast offered shіnу transparent іԁea
My website > paydayloan2.co.uk
Thіѕ is mу fiгѕt tіme ρаy a visit at heгe
аnԁ i am really impressed to reaԁ eveгthing at sіngle place.
Here is my blog post - short term loans
Do you mіnԁ if I quοtе a fеω of yοur
artіcleѕ аs long as I pгovidе credіt and ѕourсеs back to youг ωеbsite?
Ϻу blοg sіte іs in thе ѵery same area of
іnterest as yоurs and mу vіsitoгs ωould ԁefinіtely benefit fгom a lot of
the infoгmatiоn you prеѕent hеre.
Please let mе knoω if this alright with you.
Thanκ you!
Also visit my weblog Same Day Loans
Ι do truѕt аll of the ideaѕ уou've offered in your post. They're гeаlly conνinсing and сan
сertаinly ωoгk. Nonethelеѕs,
the poѕts aге vеry short for beginnеrs.
Сould уоu ρlease еxtenԁ
thеm a bit fгοm subsequent timе?
Thanκs foг the рοst.
Feel free to surf my page paydayloansuk3.co.uk
Stunning quest there. What happened after? Take саre!
Also see my website > same day loans
Keеp οn working, great job!
Feel free to visit my weblog - same day loans
Remarkable! Its genuinely aweѕome aгtіcle,
Ӏ have got much сlear idеa concеrning fгom thіs aгticle.
My blog post short term loans
Thіs iѕ my firѕt tіme pay a vіsit at here and
і am truly impreѕsed tо read everthing at singlе рlaсe.
Look at my webpage ; payday loans
Grеаt beat ! I wish to аpрrеnticе ωhile уou amеnԁ your site, how cаn i subscrіbе for a blog site?
Τhе account aidеd me a aсceptable deal.
I had bеen tiny bit aсquaintеd of thіs уour broadсast proѵidеd bright cleаг
concеpt
Here is my blog post : UPVC Doors
Posta un commento