( Leonardo Terzo, Ridare funzione politica alla poesia. Leggere attentamente le istruzioni)
"se non è formalmente innovativo non è politicamente efficace, e neanche politicamente corretto."
Non so perché questa frase scritta da Leonardo Terzo mi sia rimasta in mente. Fa pensare alla fervida attività delle avanguardie di ogni epoca, eppure non è così perché quel "formalmente" è scritto chiaro. Non si tratta della ricerca del nuovo a tutti i costi, argomento già trattato ampiamente negli ultimi decenni, ma di una semplice questione formale: di linguaggio, di stile. Al nuovo da dire, al nuovo nel contenuto del messaggio, non ci si pensa. Giunti alla fine del secondo millennio il nuovo stenta a farsi riconoscere e rischia una congestione chi si avventa sulle briciole.
Quel "formalmente" mi fa pensare che il nuovo potrebbe stare nel cercare di dire le cose che sanno tutti.
La tecnologia ha fatto passi innovativi straordinari… eppure quando piove usciamo ancora con l'ombrello, e per leggere molti usano gli occhiali che sono invenzioni ormai secolari. Il nuovo non è solo, c'è anche il permanente, solo che lo diamo per scontato. Tutt'al più diciamo che è risaputo.
Eppure non sono certo che sia così. Non possiamo dire con sicurezza quali sono le cose che sanno tutti, che tutti hanno dentro, nei loro pensieri e nelle loro emozioni. Individuare le cose che sono in tutti potrebbe essere la novità.
Se questo è vero, la ricerca del nuovo a tutti i costi è un difetto, e quel "formalmente", se lasciato solo, potrebbe essere alla fine insufficiente.
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