Sicuramente la sottile ironia è uno degli elementi fondamentali della poesia di Paolo Pagani poeta, scrittore e filosofo. Ma per carità ! Non costruiamo stereotipi! Altrimenti " i grumi del passato abbandonati non passeranno mai nel tritapelati ". Così dicono alcuni suoi versi ironici e inquietanti. Leggendo ci si accorge che molteplici sono le caratteristiche del suo mondo poetico. I giochi di parole e la memoria del quotidiano si fondono continuamente con l´ironia senza soluzione di continuità. Il tutto diventa una concezione del mondo che assume nelle parole del poeta una leggerezza che ci solleva da certe cupe atmosfere poetiche che portano alla depressione del lettore e dell´ascoltatore. Anche i temi più tragici possono partire dall´ironia del quotidiano più familiare per approdare a precisi distinguo, prese di posizione contro la guerra. E il quotidiano si trasforma! La nebbia della Val padana accresce come per magia la sua dignità, accanto alla neve della Siberia, attraverso la lente di Michele Strogoff. Giochi di parole come "Nel bidone di plastica" dove un semplice gioco diventa spunto per velocissime riflessioni filosofiche sulla nostra condizione. E´ anche il caso di parole coniate on the spot, come "deciderio" a metà strada tra decisione e desiderio o parole inglesi inventate come nel caso di nightingate che deve combattere contro il significato più conosciuto di -gate/scandalo"e il cui suono ricorda quello del dolcissimo nightingale (usignolo) che diventa "cancello della notte" . Tornando agli elementi del quotidiano scopriamo tra le righe la consapevolezza di quanto poco riusciamo a cambiare i nostri destini, anche se questo non significa mai rinuncia totale. La narrazione assume toni quasi teneri quando il poeta si rivolge all´aragosta segnata da un tragico destino, quello di essere considerata solo cibo. Un fare, superando lacci e lacciuoli della poesia "d´ecole". (enzo giarmoleo)
Nel bidone della plastica
getto un saccone di plastica
colmo di sacchetti di plastica
un meta-sacchetto
contenitore di contenitori
un pieno vuoto di contenuti
Il Passato
il passato
fatica a passare
rimangono sempre dei blocchi
che non riescono a passare
il passato
forma dei grumi
abbandonati
nel tritapelati
nightingate
dal tramonto all’alba
esibisciti usignolo
cancello della notte
bastasse il desiderare
questa pigra contemplazione del virtuale
ma occorre muoversi per volere
laboriosa trattativa col reale
si, è tutta una questione di deciderio
Infanzia
a gropello cairoli
la vecchia millecento di mio padre
guastò un non so che
fuori dall’autostrada
ferma davanti all’officina
bianca nella foschia bianca
nel bar fumoso
lessi intero Michele Strogoff
la neve della Siberia
la nebbia della pianura
L’IMPOTENZA DELL’ARAGOSTA
Non serve che mi assilli
con quegli occhi sbigottiti e indignati
per ora ti tocca gelarti sul bancone del pesce
poi sarai fra un poco bollita
Credi forse ch’io sappia farci qualcosa?
Già è un’impresa cambiare una scaglia del mio destino
figurarsi quello delle aragoste,
e per il mondo degli uomini poi….
Posso solo esserti compagno nel pensiero
quasi potessi abbreviarti l’agonia.
Come per tutto il resto, la mia sola potenza
è lasciare di te questa esile traccia di parole
1 commento:
L' impotenza dell'aragosta è una poesia bellissima chiara e tenera il poeta si è sentito aragosta. Scegliere un crostaceo e paragonare la sua vita a quella umana è un'idea fantastica trasformarla in poesia senza cedere al sentimentalismo è un'alchimia, un'invenzione bellissima. Ciao Emy
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