mercoledì 9 febbraio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Giorgio Mannacio
Il rogo












Se l’anima delle cose avesse un’anima,
 quella trasfusa in una età lontana
negli idoli di legno, nei frammenti
di una conchiglia che ha perduto il mare;
se il corpo delle cose avesse un corpo,
mille occhi per lacrimare,
sarebbe già sgorgata una fontana
a vincere quel fuoco.
Mai torneranno i teneri stranieri
intorno all’amaro gioco
evocato dal fango a meraviglia.
Se il vento conservasse la memoria
che chiamiamo innocenza
smetterebbe per sempre di ingannare
con sdolcinate stanze il disonore .
Questo è il messaggio:l’urlo delle madri
partorite alla morte
dei loro figli e al rogo dell’orrore.

Milano, 8 febbraio ’11

1 commento:

Anonimo ha detto...

GRANDE poesia GRANDE Giorgio. Emy