1. L’affermazione nella Nota dell’autore
(Bertoldo) in Pergamena dei ribelli: “la poesia non proviene dal nostro gusto ma,
piuttosto, dal disgusto” può ben
introdurre alla raccolta di Lucini.
Il ‘disgusto’ è,
infatti, non solo il titolo di queste poesie, ma anche il sentimento che vi domina. Rispetto a Bertoldo,
però, quello di Lucini è un disgusto
espresso da un “io minore”. Il suo
sguardo è dal basso ed ansioso. Non è
l’io eroico (romantico) di Bertoldo. Egli muove da una “morale di servi” di matrice
cristiana, non quella di signori. Ne parlò con grande realismo storico e
antropologico Fortini in un passo di Insistenze che riporto in nota.[i] Lucini
proviene da questa cultura cristiana combattiva e non chiesastica. E mentre
Bertoldo contrappone “ribelli” e
“uomini mediocri”, egli distingue i poveri,
termine antico (e problematico), dalla gente,
termine oggi abusato, che occulta le differenze
sociali, specie quelle di classe, ed è, qui in Italia, diventato emblema di un’epoca
politicamente vischiosa e ben distinguibile, quella berlusconiana: