L’evidenza sociologica del fenomeno degli «scriventi poesie» è a mio avviso indiscutibile. E mi azzarderei a parlare di «frequentatori di poesie», ovvero di coloro che non solo scrivono poesie ma ne leggono, partecipano ai blog, agli slam, vanno ai festival, ad assistere ai reading e alle performance ecc. La disponibilità di strumenti conoscitivi e comunicativi“facili” e, aggiungerei, “poveri” permette un accesso decisamente agevolato ai testi poetici (in rete si trovano tanto le poesie degli autori canonizzati e dei classici quanto quelle di esordienti e “amatori”) nonché a luoghi di discussione e pubblicazione (siti web in cui è possibile inserire propri testi e leggere gli altrui, di ogni livello, esprimere pareri e impressioni di lettura, segnalare libri ed eventi ecc.). Questo mi fa pensare che la fotografia secondo la quale in Italia tantissimi scrivono poesie e pochissimi ne leggono cominci a invecchiare, o quanto meno a mostrare delle crepe dietro le quali si intravede un quadro più mosso e problematico. La butto là, un po’ come provocazione, e senza dati certi su cui reggere l’ipotesi.
Il mare magnum attuale, così vasto e lutulento, contribuisce a mettere in crisi la forma stessa dell’antologia, se Parola plurale, pensata per fotografare l’esistenza di una pluralità di esperienze più che per mettere in rilievo tendenze prevalenti, compie un’operazione effettivamente ambigua e forse paradossale: selezionare la pluralità. Fatto che conferma l’evidenza sociologica del fenomeno.
L’avvio di un discorso sulla costruzione di condizioni favorevoli a un esercizio critico della poesia (che a mio avviso passa anche da una consapevolezza del suo “bagaglio tecnico-culturale”, e storico) da parte di molti non dovrebbe secondo me prescindere da:
una sorta di “mappatura” dei siti dedicati alla poesia (impresa non da poco, vista la quantità e l’eterogeneità)
ricognizione e riflessione sui corsi di scrittura poetica esistenti
ricognizione e riflessione sugli “eventi” come i reading e soprattutto i festival (fenomeno in forte espansione negli ultimi anni)
una riflessione sulla presenza della poesia nella scuola. Come si insegna nella scuola di oggi a leggere una poesia?
una sorta di “mappatura” dei siti dedicati alla poesia (impresa non da poco, vista la quantità e l’eterogeneità)
ricognizione e riflessione sui corsi di scrittura poetica esistenti
ricognizione e riflessione sugli “eventi” come i reading e soprattutto i festival (fenomeno in forte espansione negli ultimi anni)
una riflessione sulla presenza della poesia nella scuola. Come si insegna nella scuola di oggi a leggere una poesia?
Giugno 2006
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