giovedì 20 ottobre 2011

In morte di Andrea Zanzotto



http://www.raiscuola.rai.it/video/4073/andrea-zanzotto-la-poesia-la-mia-difesa/default.aspx

1 commento:

Unknown ha detto...

Molto importante il materiale diponibile generosamente "aggratis" delle varie cineteche, fra cui sicurmanete quella rai è una dlle più copiose. Hai fatto quindi benissimo Ennio a proporre questa scelta per mantenere fin da subito e ad oltre, sempre viva la sua voce.

Condivido inoltre volentieri con voi questo ricordo della prima volta in cui ho letto il poeta Zanzotto e da lì mi sono interessata ad altre sue.,,sempre gustato come poeta , un po' meno d'accordo sul piano della critica poetica ma chiaramente né sono poeta né critico, e so nemmeno un miliardesimo delle cose che lui sente, sa, ha app-reso ( uso il presente volutamente perchè per me la poesia di questa o quella voce non muore mai, oltre che essere di per sè dentro e fuori dai parametri spazio/tempo)

Per come sono io e il mio nudismo anima.le, Andrea Zanzotto mi agganciò diciamola così,in quella parte di carne viva piagata della nostra bio-grafia, tramte le sua musa musica e parole nude , in modo diverso da questo o quell'intellettuale di sistema, nel vero e proprio "nomina nuda tenemus"di fronte allla alla vita e alla morte. Non quella vissuta malamente dagli "occidentali", malamente nel senso di sradicati dalla poetica sulla vita quindi di conseguenza dalla poetica sulla morte, neppure però di quella angoscia di fronte alla parola di fine di morte naturale..ma la morte violenta, dentro la nostra biografia /storia violenta, che ti lascia senza contare nulla nè nel corpo della vita, nè in quello della morte.
Mi riferisco al mio primo ricordo di lui che avvenne con una poesia su un corpo reale e metaforico,quello già disintegrato ampiamente allora del nostro paese,poi meglio e più cancellato facendo abilmente credere che il nostro paese sia morto per colpa di uno solo così legato a proposito di corpo , vuoi al suo potere , vuoi solo ad una parte di esso. Era tutto ciò che non ci voleva nè per la vita nè per la morte di questo corpo paese, ma è stat volutamente usato da tutti ( o quasi) per cancellare meglio il vero tumore che arriva da lontano, e che risiede anche in quel nome su cui riversò la sua lirica il poeta Zanzotto.

Questa del mio primo ricordo di lui si rivolge possente nell'impotenza della parola di fronte a chi per proteggere(come uno Stato dovrebbe senza propagande di sicurezza), si adopera fino all'ultimo respiro consapevole se non del suo di essere ormai spacciato, almeno del corpo più fragile, per consegnarlo alla morte integro , quello del proprio fiore(figlio o fratello d'italia , di fatto senza moniti ipocriti , vivi e vibranti, che servono solo a un rito ben poco poetico ).
2 agosto 1980,Maria Fresu e il suo fiore, Angela di tre anni..indimenticabile Zanzotto, in un paese senza verità, almeno quella del suo limpido tribunale poetico, alla storia delle storie nei suoi nomi.