sabato 1 ottobre 2011

Paolo Pezzaglia
San Babila



E’ a San Babila che ancora batte
 il cuore stanco di Milano.

Nella sghemba piazza scalena
sta in disparte la chiesa
come la signora impoverita
- non la dimentico -
che per decoro sulla pietra
del suo sagrato vuole morire.

Volo anche verso il mio
periferico Nord-Est anni 50’:
oltre il ponte della ferrovia si alzava
di ghiaia bianca la montagnetta.

Forsennato poi il crescere dei portoni
delle case di periferia
e il lavoro nei gialli capannoni.

Essere operai a Milano era qualcosa.

Tra le schierate case del Palmanova
a nord ecco la Grigna…
poi, alla Gobba,
svolto in Tangenziale.

(2011)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh! Paolo che bel confidarsi una malinconia scritta chiaramente e con eleganza. Una poesia di un passato da rivivere , che riporta coraggio. Emilia Banfi

Anonimo ha detto...

Sì, e scopriamo che moltissimi locali infighettati sono gestiti dalla mafia, che c'è un esubero di amianto sottoterra... questa poesia è cartolina.

mayoor

Anonimo ha detto...

uno che non dimentica la signora impoverita

m.

Anonimo ha detto...

I ricordi rimangono incastonati dentro di noi come delle pietre preziose...M

Anonimo ha detto...

Caro Mayoor, anche noi un giorno saremo cartoline. Emy

Unknown ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=noeIhfJ9HNU

Anonimo ha detto...

... speriamo

Unknown ha detto...

Anonimo ha detto...

... speriamo
02 ottobre 2011 00:07

-----------
speriamo cosa? a che ti riferivi? che volevi esprimere?

grazie in anticipo per i chiarimenti.

Anonimo ha detto...

a questo:
"I ricordi rimangono incastonati dentro di noi come delle pietre preziose..."
era per non continuare con le romaticherie. Detto di fretta, d'accordo.
Riponi la pistola, Ma mi è bellissima.
ciao

m.