PER SGOMENTO DELL'OLTRE
Come attesta il satellite
qui non è atroce l'epoca e stanotte
avremo sia meteore di stagione
che incantesimi di luna.
Il massacro
è in corso provvisoriamente altrove.
L'oltre quei monti, il dilà dal mare,
il dove pare che esistano uomini
con la testa di cane...
Era lo spazio
che attenuava la paura, non di essere
vittime, ma suscitatori di incubi?
Se rimescoli i prima i dopo i sempre
per sgomento dell'oltre ogni altro oltre,
pènsati solitario nel linguaggio:
dove pare che esistano silenzi
non simmetrici a nulla.
CORPO LIBERO
Casuali
nel vestire gli studenti,
che
briosamente corrono a contendersi
i
primi posti della gradinata;
sussiegosi
in gorgiera e abito scuro
i
dottori futuri specialisti,
a
cui per tradizione è consentito
sedersi
attorno al tavolo anatomico.
Il
professore fa togliere il telo
e
comincia a parlare nel microfono,
ma
nessuno è intento a percepire
il
senso e il suono delle sue parole.
Questo
accade perché il nudo cadavere
-
di suo avendo ormai soltanto il corpo -
si
è sottratto a qualsiasi convenzione
e
ora è lui che tiene la lezione,
lui
con la sola sua corporeità...
Dice
cose che nessun vivo sa.
COME UN PIERROT
Chissà,
sceneggiatrice
la
brezza dopo il torrido
e
regista il giardino frusciando le betulle,
oppure
avrò occhieggiato
più
luna del dovuto
come
il più raggirato lunare dei Pierrot...
fatto
sta che mi accorgo
di
una porta socchiusa,
la
spingo finché cigola, impavido mi inoltro
per
stanzoni in penombra
senza
neanche avvertirvi
quel
minimo di assurdo che c'è in ogni realtà.
Non
qui, penso, è appagabile
la
mia curiosità,
ma
ecco che si annulla lo spazio alle mie spalle,
precipito
in un buio
con
brividi di tunnel,
mi
invade la paura che sia interminabile,
sento
aliti di vento,
stridore
di cancelli,
urto
contro un sipario che subito si alza...
e
ritrovo immutato
da
come lo lasciai,
stipato
di cappelli, ognuno col coniglio,
quel
ripostiglio in cui
non
sono entrato mai.
NUBI SULLA FESTA
Nubi
subito basse, e così cupe,
così
grosse, così brusche e dispotiche
nel
disporre del buio a tutto campo,
che
al primo lampo il luna park si spopola
e i
teloni incappucciano le giostre
creando
ambientazioni da film dark.
Ma
la ruota panoramica gira,
si
inghirlanda di luci e gira ancora,
sfidando
l'incombente cataclisma,
grazie
ad alcuni giovani che giocano
a
fare i salvatori della festa
con
la testa realmente fra le nuvole.
"E che sai dirmi, mentre
fai poesia,
delle esistenze corse a
rintanarsi
dove è scarso il ricorso
all'utopia,
che nel loro scenario hanno
soltanto
la libertà di guizzo in un
acquario
e qualche volo intorno ad una
torre?"
Per
quanto se ne sa o si arguisce,
sarebbero
disposte anche a stanarsi
se
avesse ancora un senso l'avventura;
e
magari perfino a riazzardarsi,
pur
sapendo che sfocia nel risibile
l'agire
dopo lunga autoclausura.
Però
qualunque agire è un gioco a perdere
in
un contesto ormai privo di margini
che
soggiace a poteri incontrastabili
e
ti tollera giusto se diffondi
idee
equiparabili allo sporgersi
fra
il trepido e l'ardito da strapiombi.
CANTO NOTTURNO DI UNA ZANZARA
Qual
fallo, qual sì nefando eccesso
Mi
macchiò prima di nascere? O quale
Delitto
senza accorgermi ho commesso
Per
essere malvista ovunque vada?
Questo
mi chiesi essendo ormai svezzata
E
ansiosa di godere e farmi strada,
Dopo
che per tre volte fui scacciata
Da
un luogo in apparenza funzionale
Al
mio sogno di famiglia allargata.
La
ragione di tanta ostilità
Mi
fu evidente dopo aver sorbito,
Per
fame, ovvio, non per malvagità,
Un
po’ di sangue da un animale
Umano
provocandogli prurito.
Un’ava
mia, anche lei molto inesperta,
Vide
un serpente sul punto di mordere
Un
uomo che dormiva all’aria aperta.
Per
avvertirlo impiegò tutto il suono
Che
con le sue ali le riuscì di emettere,
Ma
per svegliarlo non bastava un tuono.
Dovette
pungerlo, lui si svegliò,
Non
vide il rettile ma vide lei,
E
automaticamente la ammazzò.
Poi
capì che era vivo grazie a lei,
Stando
a quanto un poeta rivelò.
Alcune
varietà della mia gente
Portano
in giro batteri mortiferi,
E
ciò mi duole, ma obiettivamente
Che
colpa ne hanno loro se quei miseri
Gli
si attaccano addosso dato che
Se
non fanno così non sopravvivono?
La
legge di natura questa è,
E
fa sí che gli umani finché vivono
Perseguitino
noi a più non posso.
Ce
l’hanno pure con gli scarafaggi
Perché
offendono il loro senso igienico,
Ma
non li uccidono in tutti i paraggi,
Mentre
contro di noi vige, ecumenico,
L’ordine
di sterminio: chiunque è un killer,
Dovunque
è Auschwitz, chiunque è un Hitler.
3 commenti:
Come al solito sorprendente Tagliaferro. Folletto s'infila ovunque sta mistero, ironia, dubbi, magìa. Chi lo legge non lo dimentica. Emy
..taglia proprio il ferro questo quintetto, emozione allo stato caldarrosta nuvola, GRAZIE! le seminerò per i tergicristalli dei parcheggi senza poesia.
Lì per lì teatro, poi un bambino, poi la clownerie, poi la fiaba, il racconto, poi la saggezza, poi il sarcasmo... quante cose!
mayoor
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