Maria Teresa Rossi era
professoressa al Liceo Parini di Milano nel 1967, quando scoppiò il caso
de “La Zanzara”: i redattori del giornalino scolastico furono processati
per aver aperto un dibattito interno al liceo su argomenti sessuali. Fu
l’unica insegnante che si schierò con gli studenti. E fu ancora l'unica a
stare con loro nel ’68, quando essi occuparono la scuola e il preside si
rifiutò di chiamare la polizia, che intervenne "d’ufficio" scacciando
gli occupanti e portando fuori di peso anche la professoressa. Fu poi una
delle figure di spicco in Avanguardia Operaia. Le poesie che qui
pubblico, traendole da un libretto delle Edizioni Punto rosso del 2004 curato
da una sua ex allieva e amica, Erica Rodari, sono, sì, innanzitutto un omaggio
postumo a una «bella persona, una persona non comune» (p.6): era stata
antifascista; aveva poi rotto con la famiglia d’origine borghese e cattolica
(«nella sua famiglia c’erano uno zio vescovo, una zia suora e un fratello
presidente nazionale dell’Azione Cattolica», p.19) e con il primo marito fino a
separarsi anche dai figli, lasciati al marito; fu con tenacia e
severità una militante fino a quando una malattia non la colpì nei suoi
ultimi anni di vita. Ma esse vanno anche lette come riprova che la poesia, anche
in chi ha scelto una dimensione pubblica e politica di espressione,
è termometro di verità e di mai sopita interrogazione sul “resto”.
Il ‘noi’ di Maria Teresa forse trascurava l’’io’ di Maria Teresa, ma non lo
dimenticava. E queste poesie, al di là del valore letterario da
discutere, lo provano. Ad esse è affidata la possibilità di
alludere al drammatico (e apparentemente contraddittorio) senso di
solitudine di una donna che pure aveva trovato la sua "dimensione pubblica": «…
non cercare il sogno che t’illude / nel volto del vicino / Lascia
intatto il segreto di ciascuno / e serba il tuo / Ogni incontro è
rovina» ( p.121). [E.A.]
Distaccami da te
verso che premi
nell'orecchio proteso
verso che premi
nell'orecchio proteso
ad ascoltar la tua parola amica
Portami via dal cuore questa pena
fanne la nota lieve che consoli
Portami via dal cuore questa pena
fanne la nota lieve che consoli
la mente affaticata
Vorrei cantare come l'usignolo
o stormir come il pioppo sotto il vento
Trovare il ritmo uguale e modulato
Trovare il ritmo uguale e modulato
Senza soffrire