Maria Benedetta Cerro La congiura degli opposti
LietoColle, Faloppio, 2012
Ha scritto di recente Nicola La Gioia: «Il più
squillante e splendido what if che sorge dalle pagine migliori di Aldo Busi è
infatti: cosa sarebbe accaduto alla lingua italiana (cioè a tutti noi) se a un
certo punto avesse imboccato la via di Boccaccio anziché quella del Petrarca,
se avesse conservato la sua forza materica e la sua viva complessità, libera
dalla padronalità curiale, poi leguleia, poi accademica, poi ministeriale,
infine televisiva e dunque non più la biografia del popolo che avrebbe potuto
essere ma il guaito delle plebi di ogni censo e condominio sociale? Non è un
caso che Busi consideri una grande occasione mancata la messa al bando della
Bibbia di Diodati nel Seicento. Se Lutero, con la sua traduzione, fondava la
lingua tedesca, agli italiani toccherà per molto ancora il latino amministrato
dalla Chiesa (la Controriforma senza Riforma), cioè una lingua padrona.
L’italiano giungerà irrimediabilmente borbonico o savoiardo, fascista o
democristiano, poco gramsciano e molto togliattiano di stanza all’hotel Lux.
Sempre servo di qualcuno».