E’ a San Babila che ancora batte
il cuore stanco di
Milano.
Nella sghemba piazza scalena
sta in disparte la chiesa
come la signora impoverita
- non la dimentico -
che per decoro sulla pietra
del suo sagrato vuole morire.
Volo anche verso il mio
periferico Nord-Est anni 50’:
oltre il ponte della ferrovia si alzava
di ghiaia bianca la montagnetta.
Forsennato poi il crescere dei portoni
delle case di periferia
e il lavoro nei gialli capannoni.
Essere operai a Milano era qualcosa.
Tra le schierate case del Palmanova
a nord ecco la Grigna…
poi, alla Gobba,
svolto in Tangenziale.
(2011)
9 commenti:
Oh! Paolo che bel confidarsi una malinconia scritta chiaramente e con eleganza. Una poesia di un passato da rivivere , che riporta coraggio. Emilia Banfi
Sì, e scopriamo che moltissimi locali infighettati sono gestiti dalla mafia, che c'è un esubero di amianto sottoterra... questa poesia è cartolina.
mayoor
uno che non dimentica la signora impoverita
m.
I ricordi rimangono incastonati dentro di noi come delle pietre preziose...M
Caro Mayoor, anche noi un giorno saremo cartoline. Emy
http://www.youtube.com/watch?v=noeIhfJ9HNU
... speriamo
Anonimo ha detto...
... speriamo
02 ottobre 2011 00:07
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speriamo cosa? a che ti riferivi? che volevi esprimere?
grazie in anticipo per i chiarimenti.
a questo:
"I ricordi rimangono incastonati dentro di noi come delle pietre preziose..."
era per non continuare con le romaticherie. Detto di fretta, d'accordo.
Riponi la pistola, Ma mi è bellissima.
ciao
m.
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