Vita su morte
Il Nellie risaliva il grande fiume,
uomini ingenui guardavano impietriti.
Dov’era il bianco e dove il nero?
Cuore di tenebra sussultava,
ma l’anima non si scuoteva.
Schiaffeggiati dalla civilizzazione
accettarono la sopraffazione.
Una collina tutta per sé
Odora la collina
di granulosi aromi.
Aspri di mortella i fossi,
di malva e salvia gli orti.
La sera,
serenate,
organetti d’amore,
s’appassionano giovani cori.
L’alabastrina gota
piego ai rauchi fuochi
mentre tu sorridi
a questa stanza,
all’ autunnoso istante
che di tagliole
riempie i giorni miei
natura errante.
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