La pendola
Estraneo al futuro,
il rintocco esibiva un suono scordato, interrotto.
Il pomeriggio scoccava: noia, inverno e sole
intorno all’abbandono.
Un cumulo di minuti innevati,
non chiudevano l’ora d’infinita durata.
Neppure il buio l’ha soccorsa.
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Nella sera le stelle spogliano catene d’avorio,
lune africane si assopiscono.
Manciate di sguardi
creano colonne di lillà,
e lasciano parlare le mie lontananze.
Rose e aranci
fioriscono miele,
le farfalle cercano assonanza
nella dolcezza.
Splende la stella fissa dell’anima:
è imbevuta
di destini che non mi furono concessi,
sembianze pallide di sogni,
che ancora accompagno all’alba,
incantandole con l’arpa del buio.
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