mercoledì 15 maggio 2024
mercoledì 8 maggio 2024
Lavorando a Narratorio
di Ennio Abate
Scorri,
buia
campagna
d’infanzia,
mostra i
tuoi sterpi.
Ci
siamo fatti vecchi. Ci siamo persi. E ai bambini
sognatori che
fummo - biascicanti
favori, baciamani,
abbassaocchi -
somigliamo nella sofferenza dei ricordi.
Dal
braciere di
povere fiabe scintillano ancora
immagini pie contro geli
pugnalatori. Conservare
queste marmellate di paure, cibo di
compassione.
E
non scendere irriconoscibili
e muti
negli immensi cimiteri marini dei dimenticati.
Narreremo
furie e
lamenti della
carne dei
viventi.
Nutriremo
l’impazienza
di
altri combattenti.
8 maggio 2024
* Copertina. Tabea Nineo, Nonna animali contadino e nudo, carboncino 1990
sabato 27 aprile 2024
Riordinadiario 12 agosto 1993. Ascoltando "Bella fijola" di Giovanna Marini
su appunti del 29 gennaio 1978
di Ennio Abate
Mittite
li panni cca, Nannìne
Dunque,
così dentro le piangeva
quando si sposava
la cugina che andava via?
che e` arrivate l'ore de la partenze
E
i parenti distanti, in festa.
per la tua morte
e ci separiamo, dunque
cugina odorata da bambino!
Frate
e sore
Scale, matune
e pure tu, lune!
Nun
tire nu bellu viente!
nun ffa niente
Io
qua. Voi dove?
La natura
pirdite
chi bene ve vole
Nota
La canzone di Giovanna Marini si può ascoltare qui
sabato 13 aprile 2024
Ex sessantottini poeti/ Miti letterari d'oggi in costruzione: Carlo Bordini
di Ennio Abate
Oggi lo ricordano così: Carlo Bordini, linee biobibliografiche – “Tutto è stato già detto ma io lo dico di nuovo”, di Claudio Orlandi (QUI). Io lo ricordo così:
1. Aveva risposto ad un questionario su SINISTRA 2008 IN DISCUSSIONE (vecchio sito di Poliscritture perso):
quando stavo in un piccolo gruppo trotskista qualcuno mi chiamava
“l’empirico”, perché non leggevo e non studiavo. in effetti
non ho letto la maggioranza dei libri dell’elenco, e le mie idee di
basano soprattutto sull’osservazione della realtà e
sull’esperienza personale, oltre che su una pratica di ricercatore
di storia dovuta al lavoro che sono stato obbligato a fare per
anni.
consiglierei comunque di aggiungere all’elenco un paio
di libri: la storia del pci di paolo spriano, in cui si dimostra che
la vittoria del fascismo è stata largamente agevolata dalle
manchevolezze le esitazioni e i settarismi del partito comunista e
socialista (vedi l’esperienza degli arditi del popolo,
organizzazioni paramilitari di difesa antifascista boicottate per
legalismo dai socialisti e per settarismo dai comunisti), e l’affaire
moro di sciascia.
per quel che riguarda la prima questione, sono
propenso alla seconda soluzione. il movimento socialista è fallito
in tutto il mondo, nonostante marx avesse capito e previsto dove
stava andando il mondo, ed è inutile tentare di risuscitare un
cadavere. in italia, poi, le nostre amate organizzazioni di sinistra
hanno tirato la volata a berlusconi con la bicamerale, e hanno
distrutto la sinistra più radicale (dimostratasi anch’essa
abbastanza inconsistente) con veltroni, che ora fa da critico-amico a
berlusconi. questa gente non serve, e anzi è di ostacolo. bisogna
ripartire dal basso, dalle lotte, e creare nuove forme. anche le
vecchie dottrine non servono, e fanno parte, purtroppo, del bagaglio
delle utopie.
carlo bordini
2. Nel 2016 su LE PAROLE E LE COSE ci eravamo confrontati polemicamente così (QUI)
giovedì 11 aprile 2024
ANNI OTTANTA. MILANO-SPOESIA
Su un articolo di LPLC
https://www.leparoleelecose.it/?p=49073
11 APRILE 2024 ALLE 08:04Il tuo commento è in attesa di moderazione. Questa è un'anteprima; il tuo commento sarà visibile dopo esser stato approvato.
Dimmi che aggettivi (vaghi o approssimativi) usi e ti dirò se il tuo stile è “mercantile”( G. Majorino) o meno:
1. convincente, improvviso: e di una nuova, convincente, tendenza all’affermazione individuale); per arrivare all’invecchiamento improvviso della sinistra storica in Europa
2. nuova, “amichevole”: Ciò che in Milano·poesia era ancora una germinazione di situazioni orientate in direzioni molteplici, è divenuto oggi rete collaudata di festival sostenuta dagli uffici marketing delle case editrici, di produzione cinematografica e delle gallerie d’arte: vari settori di una nuova “amichevole” industria dell’intrattenimento di qualità (ecco una definizione aggiornata della vecchia “industria culturale”).
3. adveniente: la convinzione di trovarsi sulla soglia di una adveniente stagione aurea che in realtà non arriverà mai.
mercoledì 3 aprile 2024
"COMPOSITA SOLVANTUR" 2024*
di Ennio Abate
I guerrafondai strepitano.
Ovunque va il loro Verbo di Guerra.
Homo homini lupus, nessuna tregua.
Le nostre verità
non siamo riusciti a proteggerle.
Ceneri di Gramsci.
Ceneri della Sinistra.
Ceneri dell'umano.
Le invettive non diventano più pietre.
I barbari hanno già distrutto
ciò che non andava distrutto.
Non giochiamo con le parole
fratellanza, solidarietà, umanità.
Gli appunti del vero
conserviamoli
in posti sicuri delle nostre menti.
*Composita solvantur (1994) è l'ultima
raccolta di poesie pubblicata in vita da Franco Fortini
** Nella foto due dei sette operatori umanitari di The World Central Kitchen
uccisi in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira il loro convoglio a
Deir al-Balah
domenica 31 marzo 2024
Me dixeivan intelligente
di Chiara
Adezati
Me dixeivan intelligente
da figeua tanta bella gente,
oua no son manco segua
de quae segge ancoeu ‘sta oua,
me fio do so che no se vedde
do merlo che za o l’à cantou
un atro caffé me faiò -
pe accapi cose l’è legale
(quarchedun pe piaxei e demua
ne correzzerà a scritua?)
Mi dicevano
intelligente / da bambina tanta bella gente / ora nemmeno son sicura / quale
sia oggi quest'ora / mi fido del sole che non si vede / del merlo che già cantò
/ un altro caffé mi farò - / per capire cos'é legale / (qualcuno per piacere e
per gioco / ne correggerà la scrittura?)
sabato 23 marzo 2024
Ballata dei massacrati di Gaza (2009)
di Ennio Abate
Questi versi li scrissi nel 2009. Oggi guardando immagini o video come questo pubblicato su FB ammutolisco.
Filmati esclusivi ottenuti da Al Jazeera Arabic mostrano un drone israeliano che prende di mira e uccide civili palestinesi nell'area al-Sika di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Il video mostra chiaramente il drone che insegue giovani civili palestinesi disarmati e li uccide con diversi missili.
Segui @ossrepressione
*****
Fratelli umaniIsraelianinostri ben educati carneficiper l’amara e breve vitache lasciammonell’unico modo da voi consentitonon incolpatevi.
Ad esplodercicorrendo incontro al piombo fusoche per il futuro suo Beneregalaste dai cieli a Gaza l’ingratafummo noi, da soli.
E voi Europei, brava gentenon affrettatevi.Aspettate che il lavoro ben fattosia ultimato:mamme e sorelle nostredebitamente sventrate, i bimbifantocci impalliditi,abbruciati i vecchi come tronchisecchi,gli arti troppo svelti dei giovanidivelti.
Alle rovine di Gaza l’ingrataveniteci doporeligiosamente silenticome ad Auschwitzi turisti svagati e compunti.
Veniteci dopo e compratele reliquie di Gaza l’ingrata: i bambolotti insanguinati,le coperteda sporcizia escrementi e freddosolidificate,eppure intatte, di allora.
E le pietre, le povere fionde, le terribiliarmi di distruzione di massacon cui fingemmo di offenderviclassificatele meticolosamentein lindi musei della memoria.
Imperdonati, a perire ci avete condotto.Perdonatevi da soli, se potete.
(18 gennaio 2009)
giovedì 21 marzo 2024
Giornata Mondiale della Poesia?
«qui la morta poesì resurga, /o sante Muse» *
ma - pietà! -
non nella Giornata della Poesia
*Dante, Purgatorio, Canto
I
martedì 19 marzo 2024
Pàteme
di Ennio Abate
Miezza
a terra, a 'Ntessane
cu
nu frustine e nucelle mmane
A
parlà cue viecchie cuntadine
re
garofane, ro tiempe, re mandarine.
A
stregne nu rinucchie nsanguinate
cumme
si je fosse già nu surdate.
Na
quaglje a vierne me purtaje na vote
mezza
morte, ca cape accartucciate.
Pateme
ere n'omme antiche.
Camminave
mmiezze all'animale
e
sapeve cummannà
cu
na vvoce e stivale militare.
Pateme
ere servatiche.
Verette
na serpe divina
nge
facett'ammore e l'accirette
l'accuvaje
ncopp'o fiche
nu lampe tutt'abbruciò
e
isse scumparette dint'a notte.
Cheste
ccose riche e pateme.
Sempe
l'aggia fatte cchiù crure
pecché
je, ra giovane, vulev'esse crure.
O
ddoce e pateme e l'ammare songhe n'ata cosa:
stanne
rint'a storia e na brutta guerre
ca
facette luntane e mai me raccuntaje.
(da Salernitudine, Ripostes 2003)
Mio padre
In mezzo ai campi, ad Antessano| con un frustino di nocciolo in mano./ A parlare con vecchi contadini | di garofani, del clima, di piante di mandarino. / A stringere un ginocchio insanguinato| come se io fossi già un soldato./ Una volta d’inverno mi portò una quaglia | già moribonda, col capo ripiegato./ Mio padre era un uomo all’antica.| Si muoveva [senza timori] fra gli animali | e sapeva comandare | con una voce da stivali militari. / Mio padre era selvatico. | Vide una serpe divina | ci fece assieme l’amore e l’uccise| la nascose su un fico| e un fulmine bruciò tutto| e lui scomparve in una notte nera. / Queste sono le cose che racconto di mio padre. | L’ho sempre dipinto più crudo| perché io, da giovane, così volevo essere./ Il dolce e l’amaro di mio padre sono altra cosa:| stanno nella storia di una crudele guerra | che lui fece lontano e mai mi raccontò.
domenica 17 marzo 2024
POETI PAVONI DI TUTTO IL MONDO, FRAMMENTATEVI!
di Ennio Abate
«Oggi la sua [della poesia ] complessità crescente e le sue criptiche, imprevedibili e disseminate tradizioni, ne fanno una straordinaria e incomprensibile coda di pavone che sempre meno esperti riescono a apprezzare, perché la tradizione non è più unica e condivisa, ma segmentata sempre più»
(Tommaso Di Dio)
Ma perché, dai! Se
è dagli anni 70 -
quando Berardinelli vide «l’astro
esploso»
cadde da cavallo e si pentì passando poi al Foglio
-
che si ciancia di
«tradizioni moltiplicate
esponenzialmente, multimedializzate e
ibridate,
in modo talmente vertiginoso e acritico che
nessuno
può più pretendere di avere la Poesia»,
perché, perché
i
poeti dovrebbero « compiere uno sforzo
di ritorno al
testo, di stare sui testi»?
Che
s’intestardiscano invece
nella «implacabile lotta per la
vita».
Che abbandonino gli ermi colli
(se ci sono mai
stati) e bivacchino tutti i giorni
«su social network,
YouTube, smartphone ecc.».
Gettino la «carne
umana e sociale»
della tramortita Poesia, se ancora respira
in questo Pozzo Nero di Liquami Mondiali.
Che i pavoni
del cortile A
soddisfatti come
assassini inconsapevoli
ruotino «la
fenomenale bellezza delle loro ampie code»
e gridino ai pavoni
del cortile B: narcisisti!
E quelli dal cortile B echeggino
insistenti: narcisisti !
a quelli del cortile D. E via
seguitando ...
Che ciascuno sia
frammento e continui a frammentarsi,
fondi clan, idioletti e micro-comunità.
Così, morta la
Poesia, se ne farà finalmente un’altra.
Nota
Mio
commento a Il fraintendimento del
reale
fbclid=IwAR2Th32zN0BeAmyc2nIXigULo3lsyIULnqATgUmnyIxdbb4IMC5COOoPjm4
mercoledì 13 marzo 2024
pubblicità regresso
Secol
superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto
pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i
passi,
Del ritornar ti vanti,
E proceder il chiami.
Giacomo Leopardi, LA GINESTRA, O FIORE DEL DESERTO
domenica 10 marzo 2024
Riordinadiario 2005. Foto di gruppo con riviste
di Ennio Abate
Sempre nella logica del Riordinadario, e cioè della ricostruzione del mio percorso (in questo caso in poesia), ripubblico l'editoriale da me scritto nel 2005 per il numero 4 della rivista Il Monte Analogo. Lascio ad eventuali lettori - vecchi o giovani ancora interessati al lavoro poetico - il compito di stabilire il valore del metodo critico da me allora seguito e le analogie o differenze con il dibattito sulla poesia oggi in corso nelle varie "bolle" accademiche o sui social.
sabato 9 marzo 2024
sabato 2 marzo 2024
Trasite, trasite, bell’i figliole
di Ennio
Abate
Trasite, trasite, bell’i figliole
anche
si fore schiocca o sole.
Ca rint’, all’ombre ve sta a ‘spittà
nu prevete
scure pe ve cunfessà.
Isse sule sape cumme se fa
ognie
angustie voste a cunsulà.
Vuie mididate e tremanne priate
cumm’a cannele appen’
appicciate
e roppe, mente liénte va ron Vicienze
l’aneme voste è
cumme o‘ncienze
ca saglie ‘nciele; e nun dat’e aurienze
a chi male ve vò
e male e vui penze.
Ccà simme a creme e na cumunità
e chi scioscia viente nun
ve po’ stutà.
Entrate, entrate, belle ragazze/ anche se fuori splende il
sole. // Ché, dentro, nell’ombra vi attende/ un prete scuro per
confessarvi.// Lui soltanto sa come si fa/ a consolare ogni
vostra pena. // Voi meditate e, tremando, pregate/ come [foste]
candele appena accese. // E dopo, mentre lento va via don
Vincenzo/ l’anima vostra è come incenso // che sale in cielo: e
non date ascolto / a chi vi vuol male e di voi pensa male.
// Qua siamo la crema [il meglio] della comunità / e chi soffia
vento non vi può spegnere.
(1975/2024)
giovedì 22 febbraio 2024
Addii
di Ennio Abate
Allora dimenticai l’insopportabile sprezzo dell’Intelletto saccente verso gli uomini di buone volontà, il delirio dell’Io che si gonfia calpestando l’ingegno umile dei molti. Brevi comete a me ostili! Dai loro Lassù sbuffavano eoli beffardi e poi sfolgoravano altrove, lontane. Lascio che si cullino nell’Eternità dei Papaveri. Torno a sentire le nenie stampate nel Sud della mia mente. E riparo le bussole che, passando tremende, hanno scassato.
mercoledì 21 febbraio 2024
martedì 20 febbraio 2024
LA PIENEZZA DEL VUOTO. LA POETICA DI ANTHONY JOHN ROBBINS
di Gisella Bianco
domenica 18 febbraio 2024
Riordinadiario poeterie 1975
di Ennio Abate
Trasite, trasite, bell’i figliole
anche
si fore schiocca o
sole.
Ca
rint’, all’ombre
ve sta a ‘spittà
nu prevete scure pe ve cunfessà.
Isse
sule sape cumme se fa
ognie angustie voste
a cunsulà.
Vuie mididate e
tremanne priate
cumm’a cannele
appen’ appicciate
e roppe, mente
liénte va ron Vicienze
l’aneme voste è cumme o‘ncienze
ca saglie ‘nciele; e nun dat’e aurienze
a chi male ve vò e male e vui penze.
Ccà simme a creme
e na cumunità
e chi scioscia
viente nun ve po’ stutà.
Entrate,
entrate, belle ragazze/ anche se fuori splende il sole. // Ché,
dentro, nell’ombra vi attende/ un prete scuro per confessarvi.//
Lui
soltanto sa come si fa/ a consolare ogni vostra pena. // Voi meditate
e, tremando, pregate/ come [foste] candele appena accese. // E dopo,
mentre lento va via don
Vincenzo/ l’anima vostra è come incenso // che sale in cielo: e non
date ascolto /
a chi vi vuol male e di voi pensa male. // Qua siamo la crema [il
meglio] della comunità / e chi soffia vento non vi può spegnere.
(1975/2024)
sabato 10 febbraio 2024
Per Leopoldo Attolico
di Ennio Abate
lunedì 29 gennaio 2024
RIORDINARIO 1989 (2)
quella
torsione violenta
del
bulbo oculare e dell’intera testa
come
in una marionetta!
fu
il padre-prete
a
condurre il suo sguardo
all'occhio tremendo di Dio
nel triangolo della
stampa appesa al muro
nella
stanza
così fu interrotta la visione
del
seno materno
e
il bimbo diventò uno strabico spione
che guardava
di soppiatto e di traverso
il
corpo desiderato
e se lo fingeva altrove
lontano
sull’orizzonte del mare
invadeva la finestra assolata
l'esperienza recisa l'inseguì
nelle
scaglie di pesce morto
o - più tardi - sul foglio bianco
(16 ottobre 1989)
domenica 28 gennaio 2024
RIORDINADIARIO 1989 (1)
di Ennio Abate
OCCHETTO: "SIAMO UNA FORZA SOCIALISTA"
e sei servito/
nell'isolamento/
assieme a vecchi elefanti moribondi/
notte nera/ buio nel cuore/
coi morti /
e non c'è
più tempo d'imparare/
quello che sai/ ti resta
i giovani
compagni/
presto saranno/
soltanto amici irriverenti/ e
distanti/
nel discorso che scrivi e rileggi/
conteranno i
vuoti/ i silenzi/
da cui ripartiranno loro/
per dove, non
sai più/
sabato 20 gennaio 2024
frammento (1994)
di Ennio Abate
nel dionisiaco giovanile penetrassi/ coi corpi/ mente loro! proverei l’immaginato sempre/ e sfuggente piacere di abitare paroloni godendo il mio corpo in ebollizione/ a contatto con l’altrui/ ma “nostro”
e i tormenti giovanil distruttivi/
ma l’io pio in corpo-adulta-mente sta/
e nella gabbia toracica della realtà
il mondo m’inspira e respira
mi nutre e denutre
si fa turgido e s’ammoscia...
ma il tarlo si sfrega nel solaio silenzioso e ombrato
del mio desiderio di “occupare” l’altro/
gli altri/ le altre
l’esodo giovanile salta il deserto da attraversare/
non vede/ e occupa il vuoto/
dove il mondo non respira più/
dove la farfalla si dissecca
il corpo è senza corpi/parole
senza chiacchiere e ideologie
sì, che soddisfazione!)
e muore
(lenta-dolce-improvvisa-terribil-mente)
giovedì 11 gennaio 2024
lunedì 8 gennaio 2024
Lacrime immobili
di Alessandra Pavani
Cròtalo nudo dai nervi scoperti
Cranio cui manca il soffitto
Il mio cervello è impregnato di pioggia
Sfiorami, ed io griderò di dolore
Senza corteccia anche un olmo è sconfitto
Da un solo palpito d'ali frementi
Il mio destino in qual eremo alloggia?
Forse in un cielo incolore
Di sabbie mobili
Donde anche il sole si tiene lontano
Ché morirei se un suo stral mi colpisse
Grigio deserto
Là dove rettili giacciono inerti
Senza calore e senza conforto
Urlano muti dentro un pantano
Pianto malsano
Di lacrime immobili
Come un rigurgito di stelle fisse.
(dalla pagina FB La
falena Vassilissa)
sabato 6 gennaio 2024
mercoledì 3 gennaio 2024
Da “Il fiore sei tu”
Luna
Luna ogni
notte versi lacrime di rugiada,
gaia sorride
al nuovo sole.
Luna muori
per il tuo Sole
nel tuo morir
anch’io muoio.
Come è dolce
la tua rugiada
sulle mie
labbra.
sabato 30 dicembre 2023
Da "Riordinadiario" del 1980
DOPO IL TERREMOTO *
Tutto adesso
tace.
Copriamo le
terre bianche
di segni
faticosi.
Resta il rumore
amico
delle faccende
domestiche.
Con mani
innamorate
costruiamo
ciechi
ascensori per il cielo.
[*1980, in Irpinia]
AL CENTRO DI SOCCORSO (Nocera Inferiore)
Aspetto
l'arrivo del taxi
per donare il
sangue -
va dicendo una
ragazza.
Sorride con
eccessiva letizia
giù ai campi di
tennis.
Al centro
soccorso
una signora, il
collo avvolto
in una sciarpa
bianca
raccoglie
serena
l'angoscia
della gente.
7 dicembre 1980
Pioggia. Ora 8,15. Si rompe il tergicristallo anteriore,
quello davanti al guidatore. Siamo bloccati. G. incaponito. Vuole attendere che
apra il meccanico dell'area di servizio, che però tarda ad arrivare. D. riesce a ripararlo proprio mentre il meccanico sta arrivando.
Nocera Inferiore. Arriviamo alle 13,30. Primo impatto con il disastro. Il furgone gira attorno ad un palazzo pericolante. Crepe e fessure ai primi piani. A terra mattoni, calcinacci. Negli appartamenti scoperchiati notiamo mobili. Andiamo nella casa della famiglia di P. un nostro collega ITP. Ci accolgono con calore. Saliamo le rampe della scalinata di una palazzina popolare che ha resistito al sisma. Ci preparano un caffè. P. è arrivato da Milano prima di noi, il giorno successivo al terremoto. Ci dice che ha trovato gente che piangeva e si aggirava impaurita per le strade. Suo fratello più giovane è ancora terrorizzato. Era per strada con la fidanzata e ha visto i palazzi oscillare e gli alberi piegarsi. La disorganizzazione degli aiuti è enorme. Il sindaco democristiano si è dimesso subito e non ha nemmeno comunicato a Roma che la città di Nocera era stata colpita in modo gravissimo. L'80% degli stabili sono pericolanti. Molti edifici non sono del tutto crollati e paiono illesi, ma le murature sono gonfie in basso e lesionate all'interno. La distribuzione degli aiuti è sotto il controllo di mafiosi e boss locali. Vogliono evitare ogni ostacolo ai piani che gli speculatori hanno già preparato. La gente si sta armando perché girano sciacalli. Qualcuno si è fatto consegnare con la forza i pochi averi recuperati e conservati sotto le tende o le baracche. Fa molto freddo. E forse le stufe elettriche che abbiamo portato serviranno ben poco. Dopo un giro per il quartiere – un latte tiepido in un povero bar, l'annuncio funebre per un uomo morto d'infarto durante la seconda scossa, un lampione crollato a terra - mi faccio accompagnare in auto dai miei parenti a Baronissi. Durante il viaggio ogni tanto qualche traccia del terremoto: alcuni giovani portano fuori da uno stabile dei lampadari di cristallo; una chiesetta rovinata. Poca gente in giro.
domenica 24 dicembre 2023
Su “Immigratorio” (2011). Un’intervista
Pubblico le due parti dell'intervista su "Immigratorio" (Ed. CFR 2011 di Gianmario Lucini) curata da Lorenzo Galbiati e comparse su CARTE SENSIBILI. [E.A.]
clicca QUI per leggere la Prima parte
clicca QUI per leggere la Seconda parte
giovedì 21 dicembre 2023
Moltinpoesia. Gli incontri dal 2007 al 2012
a cura di Ennio Abate
Gli avvisi degli incontri copiati dal sito della CASA DELLA POESIA DI MILANO (qui) non sono in ordine cronologico. Li pubblico per ricordare i temi trattati e i nomi dei collaboratori del Laboratorio.
martedì 12 dicembre 2023
Com’è nato il termine ‘moltinpoesia’
di Ennio Abate
Ecco quattro tracce del passaggio dal discorso sugli scriventi di massa a quello della moltitudine poetante, poi moltinpoesia:
12 ottobre 2001/ gennaio 2002
Da Ennio Abate, La poesia da lontano. Qualche ragionamento su Poesie e realtà
1945 - 2000 di Giancarlo Majorino in Esercizi critici. Letteratura e altro, gennaio 2002
"Un
ultimo ragionamento: sui poeti moltitudine o gli scriventi di massa. Il cenno di Giancarlo Majorino al
centinaio di poeti che in attesa di “consacrazione” (48) dovranno essere
antologizzati tradisce, visto da vicino, una presa di posizione
paternalistica e liberale pare una scivolata trascurabile specie in questi
tempi dove contano solo i Personaggi, le Èlites. Da lontano, invece, il
problema appare più importante. All'ombra
di poche fortezze corporative, che amministrano la cosiddetta Qualità Poetica,
sono accampati miriadi di scriventi che sembrano poetare con gli scarti
delle prime. È un brutto segno e si capisce lo sconcerto di un critico come
Romano Luperini quando vede che “oggi si scrivono spesso poesie così come si
cammina sui prati, o come si fa un qualunque lavoro specializzato”[i], o di un poeta-critico come Majorino. Ma perché non si dovrebbe capire anche
lo sconcerto di chi non ha fatto in
tempo ad infilarsi attraverso i ponti levatoi quando erano aperti o li vede
arrogantemente sorvegliati oggi da certi cerberi editoriali venuti fuori anche
dal ‘68?
Questa “proliferazione poetica...
non s'attenuerà” (226), anche perché la verticalizzazione corporativa non s'è
mai attenuata negli ultimi decenni. Ed è tutto il fenomeno della scrittura
di massa che, assieme ad un nuovo
ripensamento della Poesia e della Letteratura di Qualità, andrebbe fatto
coraggiosamente riemergere e non guardato dal buco della serratura di una
disciplina universitaria. Non basta
lucidare alcuni nuovi criteri di critica
dei testi. Non basta l'allargamento della corporazione poetica o una maggiore
inclusione di meritevoli, neppure in antologie spostate fuori
dalla corporazione, come pare prospettare Majorino.
Cosa vuol dire, piuttosto, per questi
poeti-massa spostarsi? Il problema, comunque, Majorino l'ha posto, apparentemente ai margini del suo discorso generale. È
proprio quello: “l'enorme rimanente giace nella penombra”; “e le ombre qui che
fanno? Parlano le ombre? Pensano le ombre? Scrivono le ombre? La massa matassa
dei muti e dei semimuti, dei senza cibo, degli accoltellatori per forza,
quattro quinti del mondo, cosa fanno?” (364).
Le ombre: quelle della
moltitudine poetante, quelle dei semimuti,
etc. C'è qualcuno che saprà interrogarle
e non scegliere solo le "migliori" o le più "presentabili"
in Tv, all'università, nelle case editrici, nelle istituzioni cosiddette civili
ma "nostre"?
venerdì 8 dicembre 2023
Poesia a partire da luoghi e gente incontrata o dall'immaginario?
di Ennio Abate
Caro S.,
queste tue poesie (ma, a memoria, anche le precedenti che lessi) si distinguono per una freddezza analitica, che a tratti diventa
quasi squisita. Eppure, a volte nei versi, che si allungano verso la prosa e
s’affaticano nelle subordinate, colgo - in contrasto e per voglia di dialogare - un ritmo dolce,
quasi elegiaco o toni più andanti e quasi incespicanti. (Sarà «il musichio di morte feste»?).