I
Sono giorni sospesi
passi senza strade
sono ore tutte insieme
sono i nostri giorni
a picco sulla pece
così il respiro diventa di lago
poi suono che diventa stagno vapore
la vita logo del tuo
sereno dolore.
….
In retta e vite ora ti scavo
dentro quella terra che ci traversa
nella nera zolla che mi rivolta
cercando di tacco un punto da leva
un fondo
un pianto che non mi lasci
un cuore d'alga che mi riporti a galla
ed è così che alla fine accade
in ogni cosa che deve accadere
il presente che ci contiene
un lavoro che ci accompagna
allora sarà facile lasciarsi
come quella stella che affiora
nel cielo quando muore la luce.
Tu non sai quanto resta
ancora da scavare quanta pancia
quanto cielo di Milano sommerge
la tua ombra d'astronauta in frantumi
mentre la luna sale alla ringhiera
della mia bocca
la neve evapora dai boschi radi
e fa di vetro le morene
luci ai lati di ogni ferita
distesa con il freddo dei pensieri
quelli che scarti come aerei di carta
1 commento:
Complimenti, ogni verso mi sorprende. E mi sorprende il tono della voce, che mi arriva calmo e colloquiale... lontano dai luoghi dalla cruda ragione, ma per ragionare diversamente, cioè oltre le domande e le risposte, come mi pare che sa fare solo la poesia.
mayoor
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