venerdì 7 luglio 2023

Al volo. De Angelis il cancellatore


Mio commento all'intervista 
“SE NE VANNO IN FILA INDIANA, GLI ANNI”.
A COLLOQUIO CON MILO DE ANGELIS (QUI)


di Ennio Abate

Che rimozione! Il '68 ridotto a "Reich, Marcuse, il Living Theatre, la Beat generation " ( e senza il '69). La storia ridimensionata a "ancella della poesia"; e, tra l'altro, se condivide la definizione riportata di Boine ("un barile di merda che il diavolo rotola per la china della morte”), possibile che la puzza non arrivi alla Signora Poesia? La tradizione che, invece di essere esplorata, criticata, scelta per le cose da salvare, viene occultata dal velo del Sacro ("La tradizione è un concetto sacro").


giovedì 6 luglio 2023

Una poesia di otto anni fa sulla Grecia (e la Francia)

 

di Ennio Abate

t

GRECIA, VECCHIA SEI, DIMMI COSA SEI E SAI
Come potevano tagliare il mantello
e dividerlo con l’ignudo al freddo
se ambivano bere nei calici
della Grecia aristocratica?
Come potevano credere che i dannati
della terra, avendo eruttato
la loro rabbia solo tra le crepe della storia,
fossero inesistenti e da sbeffeggiare?
Oh, caldi nipotini di Danton, algidi
epigoni di Robespierre, ascoltatela
la vecchia madre Grecia, non l’antica!

sabato 1 luglio 2023

Storia. Storie.


 
di Ennio Abate

Ahi, noi! I finti vivi
respiranti sazi e distratti
intenti alle proprie
- intere (crediamo) -
assorbenti storie!

martedì 20 giugno 2023

Un mezzo dialogo tra E 1958 e E 2017 su un appunto poetico del 1958-'63



  Tabea Nineo, Copertina per Salernitudine

E 1958 - Ecco i versi di allora: 

«dentro la tana delle lucertole
nei rigagnoli
nei gusci di noci
sotto le foglie
in mezzo ai nidi
abbandonati 
un silenzio c’era
e luce e calore
che neppure supponevo»

E 2017 - Vengono da ricordi delle tue esplorazioni di ragazzo in campagna?

venerdì 2 giugno 2023

A MORTE E PAPA' E' VENUTE



di Ennio Abate


Frate do mie, nun siente?
A morte e papà è venute.

L’aucielle se n’è gghiute:
fujette ncopp’o chiuppe,
fujette all’agunie;

scennette chianu chiane,
po cchiù nziste o tempurale;
tutt’o munne murette
ca isse suppurtave.

A povera mamma noste,
muzzecate da pazzia,
chiagne e scappe pa vie,
nnanze e deret’a case,
co cirvielle scummugliate.

Smania dint’a lu liette;
e sule o velene tocche,
ch’a morte ce lasciaje.

Mo o vviente scete e muorte,
menanne int’a cunette
sciure carte e canzone.

(2004)

* Fratello mio, non senti?| La morte di nostro padre è arrivata./ L’uccello se n’è andato:| fuggì sopra il pioppo,| fuggì dalla [sua] agonia;/ scese piano piano,| poi più forte il temporale;| morì tutto il mondo| che egli sopportava./ La nostra povera madre,| morsicata dalla pazzia,| piange e scappa via,| davanti e dietro la casa,| col cervello scoperchiato./ Smania dentro il letto;| e si nutre solo del veleno,| che la morte ci ha lasciato./ Ora il vento risveglia i morti,| trascinando dentro le cunette| fiori, carte e canzoni.

*Disegno del 2016 di Tabea Nineo

mercoledì 3 maggio 2023

MOLTINPOESIA. APPUNTO 12: "Sui confini della poesia" di F. Fortini

 



di Ennio Abate

”Sui confini della poesia” (1978) si legge in “Nuovi saggi italiani 2” alle pagg. 313-327 del volume della Garzanti pubblicato nel 1987. Si tratta di una lezione che Fortini tenne presso l’università del Sussex nel maggio 1978. Il testo non è di agevole lettura forse perché rivolto a un pubblico di studiosi. Negli anni passati l'ho letto più volte avendo in mente la questione dei moltinpoesia, di cui mi occupai soprattutto ai tempi del Laboratorio Moltinpoesia di Milano (2006-2013). E su di esso ho già scritto su Poliscritture nel 2020 (qui). Da lì ricavo oggi questa sintesi. I numeri tra parentesi rimandano alle pagine del libro di Fortini. [E. A.]

 

lunedì 1 maggio 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 11: Mi chiamo moltinpoesia (2009)

 


 di Ennio Abate

Nel 2009 tentai di definire per via lirica il termine moltinpoesia assumendone io stesso la maschera («Buonasera, mi presento. Sono moltinpoesia.»). Si  può cogliere  nei versi la fatica di contrastare l'ostilità che sentivo  presente tra i parecipanti al Laboratorio Moltinpoesia di Milano (2006-2009).L’immaginazione in quegli anni mi muoveva a lavorare a una nuova poesia, che tendevo a chiamare moltinpoesia. Pensavo che  dovesse essere fatta da molti e per molti. Che sarebbero entrati nella Casa della Poesia - termine simbolo in quegli anni - per  rinnovarla. E non avevo presente o non prendevo sul serio fino in fondo la tesi espressa da Fortini, che nel saggio Sui confini della poesia (1978) considerava chiusa per sempre la «via estetica all’umanesimo», che la sua generazione aveva ancora tentato di percorrere con qualche buona ragione. Se, come lui aveva sostenuto, si  era arrivati alla «distruzione radicale di quella prospettiva» per un mutamento  della «realtà socioeconomica del presente», avvenuto all’esterno del mondo della poesia e dei poeti, cosa  potevano fare i moltinpoesia (o io con la maschera loro sul volto)? [E. A.]

venerdì 28 aprile 2023

Come se niente (cioè la guerra in Ucraina in corso) fosse, torna la "Grande Poesia a Milano"...

 di Ennio Abate

 Leggo su FB che "dal 2 al 23 maggio torna la #poesia all' Università degli Studi di Milano con "UNIMI Connect Poesia 2023. Grande Poesia a Milano”, nuova edizione del ciclo di incontri aperto alla comunità universitaria e cittadina "ospiti" dell’Aula Magna di via Festa del Perdono 7 , ogni martedì, alle ore 18.30.Con la cura artistica di Maurizio Cucchi e la partecipazione degli attori Paolo Bessegato ed Elena Sardi, l’iniziativa si articola in quattro incontri dedicati ad altrettanti poeti: 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐅𝐨𝐫𝐭𝐢𝐧𝐢 (Una volta per sempre, 2 maggio), 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐌𝐚𝐣𝐨𝐫𝐢𝐧𝐨 (Gli alleati viaggiatori, 9 maggio), 𝐀𝐥𝐝𝐚 𝐌𝐞𝐫𝐢𝐧𝐢 (La presenza di Orfeo, 16 maggio) e 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐏𝐨𝐫𝐭𝐚 (I rapporti umani, 23 maggio)."
Sono curioso di sapere che diranno di Fortini e di Majorino soprattutto. Per il momento mi rileggo quanto scrissi il 3 febbraio 2011 sulla loro "poesia critica" in un articolo intitolato "Da quali nemici e falsi amici si devono guardare i poeti (esodanti) [ Seconda puntata] su questo stesso blog (qui il testo completo):

venerdì 14 aprile 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 10: Rileggendo nel 2007 «Vergogna della poesia» (1949) di Fortini



 di Ennio Abate

 

Un equivoco forse resta nell’uso (utopistico?) che ho fatto finora del termine «moltitudine poetante». Credo mi abbia suggestionato l’idea, afferrata di corsa (da Eluard, ad esempio), che in questo scritto Fortini attribuiva ai surrealisti, profeti per lui dell’«avvento di una umanità in cui non si sarebbero stati più poeti perché tutti lo sarebbero stati, perché ogni comunicazione sarebbe stata automatica, assolutamente spontanea e immediata in un mondo di liberi» (pag. 1275).
Ma davvero, a distanza di tanto tempo dai surrealisti, condividendo la loro tensione, ho dato ad intendere che "essere molti in poesia" significhi "tutti (facilmente o già) poeti"?
Non mi pare. Mi è chiaro infatti che i molti in poesia, di cui oggi parlo, sono un segno della crisi della poesia (o di una nuova crisi della poesia) più che il segno di una sua diffusione vitale e prorompente.  E che bisogna proprio partire dalla crisi della poesia  invece di parlare genericamente solo di "cattivi poeti" odierni, come se la poesia godesse ottima salute.

venerdì 7 aprile 2023

Giancarlo Majorino e gli "scriventi poesia"



 Varie pagine di amici su Facebook hanno ricordato che  oggi, 7 aprile, è l'anniversario  della nascita nel 2028 di  Giancarlo Majorino, morto il 20 maggio 2021. Lo voglio ricordare io pure, trascrivendo una domanda e la sua risposta da una nostra conversazione del 5 giugno 2002  sul fenomeno degli "scriventi poesia". Da lì ebbe inizio la mia ricerca e la teorizzazione dei moltinpoesia.

 - Esiste oggi una tendenza a fare indagini sulla poesia soprattutto negli immediati dintorni del critico o poeta  (al limite fra i propri amici o coetanei). Ti pare del tutto utopistico, invece, una ricerca come quella che vorrei tentare su un consistente campione di quasi sconosciuti scriventi poesia? 

- L’esigenza di scrutare davvero e non così impressionisticamente  questa massa di scrittura poetica è positiva. I testi però, che arrivano sul mio tavolo,  a volte sono poesie per modo di dire. A  volte sono delle comunicazioni poeticistiche. Questo un po’ dà fastidio. Non lo dico per una difesa corporativa (almeno, per quel che mi riguarda,io sono attento a ‘sta faccenda). Il fastidio nasce perché tante energie vengono a volte imbrigliate per cose che forse non sono le vere cose che si cercano.Tante volte son forme di solitudine, di assenza di comunicazione; altre volte anche di bisogno di esserci, di avere una presenza.Così  tutto diventa subito un po’ ambiguo: come se uno sognasse che entrando di lì, dalla scrittura in versi (che mi obbliga a tener conto primariamente di ciò che sento necessario e non meno della possibilità di dare forma a ciò), potesse venirne chissà cosa. Mi sembra che ci sia una domanda muta che è ancora più forte, una insoddisfazione verso la vita che si fa. E questa è una grande molla di cambiamento. Ma, per esempio, se uno senza saperlo ripete forme poetiche già collaudate come se fossero proprie, in questo vedo un’illusione, ma anche un’ignoranza sul fatto che il ricorso a sé, all’interiorità di sé, non dà maggiore autenticità. Il  ‘sé’ è pieno di condizionamenti: è solo lo studio accanito, il confronto senza paura con l’altro da sé che può aiutare.

mercoledì 5 aprile 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 9: Il Territorio della Poesia. Le Riviste (2007)

 


di Ennio Abate

Questi sono gli appunti che usai per il mio intervento sul tema proposto all’incontro del 25 giugno 2007 dalla Casa della poesia al Trotter di Milano. 

Partiamo dal titolo di questa serata: Il territorio della poesia. Le riviste. Lo intendo come un invito a parlare della poesia pubblicata sulle riviste di poesia o su quelle che trattano anche altro; e mi pare sia sottinteso che le riviste siano ancora oggi i luoghi più investiti dai flussi vivi e magmatici della poesia che si facendo oggi in Italia; e che, quindi, andrebbero considerati i più attendibili per dar conto dello stato della poesia italiana assieme alle antologie di poesia, che in tali flussi dovrebbero mettere un po’ di ordine. Subito dopo mi chiederei: come operano le riviste di poesia e quelle  non esclusivamente di poesia nel territorio della poesia? Ma anche - questione per me importante - cosa fanno ai confini di questo territorio della poesia?

sabato 1 aprile 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 8: Quattro stralci da “Poesia e presente” (2005)


di Ennio Abate

Continuo in forma di appunti la selezione in ordine cronologico  di miei scritti inediti o apparsi su riviste oggi introvabili che siano riconducibili al concetto ‘moltinpoesia’.  Da un mio intervento del maggio 2005  al  Convegno della rivista di Massimo Parizzi, “Qui. Appunti dal presente”, già pubblicato per intero (qui) estraggo questi  4 punti:


giovedì 30 marzo 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 7: Su "Parola plurale" (2005)



di Ennio Abate

 Questi sono gli appunti della mia lettura di "Parola plurale", uscita  nel 2005 da Sossella Editore nel 2005. Una sintesi  fu pubblicata nel 2007 su questo blog e si può leggere qui 

1.  Il titolo.

 È un segno dei tempi. Si  prende atto della cesura tra Moderno e oggi [il termine ‘postmoderno’ non è nominato, ma è presupposto]: proprio in seguito alla caduta dell’Idea di Forma del Moderno «il panorama della poesia degli ultimi decenni si presenta accidentato e tendenzialmente impraticabile» (19); non esistono più «norme condivise da contestare o alle quali uniformarsi» e per questo «si può dire che quello della  poesia non sia più un linguaggio ma al limite una personalissima  parole» (21), declinata al plurale da tante voci e non più al singolare da pochi autori.

 

Su età che avanza e voler vivere


 

di Franco Nova

mercoledì 29 marzo 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 6: Piccolo bilancio di un'inchiesta sulla moltitudine poetante (2005)

 


Questa è la bozza del testo concordato nel 2005 dai promotori dell'inchiesta sulla moltitudine poetante (qui) e poi non più pubblicato per dissensi che portarono allo scioglimento del gruppo. [E. A.]

martedì 28 marzo 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 5: Inchiesta sulla moltitudine poetante (2003-2004)

 


Tra il 2003 e il 2004 a Milano un gruppo di lavoro composto da Ennio Abate, Paolo Rabissi, Lelio Scanavini, Franco Tagliafierro e Adam Vaccaro preparò questa accurata inchiesta sul "fenomeno della odierna diffusione a livello di massa della scrittura poetica". Ecco premessa e domande.

lunedì 27 marzo 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 4: Lettera a C. su moltitudine e poesia (2002)



di Ennio Abate
28 giugno 2002

Caro M. C.,
ti ringrazio per le osservazioni al mio scritto.
Vorrei rassicurati circa i timori che mi pare di cogliere in alcuni passaggi della tua lettera. Gli incontri in preparazione sulla poesia fra i redattori milanesi di INOLTRE e alcuni poeti, proprio perché seminariali e d'approfondimento, dovrebbero evitare le «battaglie da pollaio».

lunedì 20 marzo 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 3: Sulle difficoltà della "critica dialogante"



di Ennio Abate.

Due frammenti di una discussione del Laboratorio Moltinpoesia. Era stato pubblicato
 Viaggio alla presenza del tempo di Giancarlo Majorino. Non piacque ad alcuni dei partecipanti al Laboratorio. Ci furono accuse di "gergalità" e di non "comunicabilità". Oltre all'intervista qui sopra riprodotta tentai di sostenere la necessità di una "critica dialogante" con queste due lettere.