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giovedì 20 novembre 2025

RIFLESSIONI IN FORMA DI DIARIO SULLE MIE "POETERIE" (1987-1990)


Poesia e Moltinpoesia. Un percorso, un bilancio (6)


di 
Ennio Abate

1987

31 ottobre 1987

Gruppo poesia a  casa di Anna Ditel. Come allargare il discorso ad altri temi e farlo interagire con la redazione di "Laboratorio Samizdat" [1].

sabato 8 novembre 2025

RIFLESSIONI IN FORMA DI DIARIO SULLE MIE "POETERIE" (1983)

 

Poesia e Moltinpoesia. Un percorso, un bilancio (5)


di Ennio Abate


gennaio
1983
«Samizdat Colognom»1: un angoscioso ripiegamento in assenza di “amore” e “furore”
di Donato Salzarulo

giovedì 6 novembre 2025

RIFLESSIONI IN FORMA DI DIARIO SULLE MIE "POETERIE" (1982)

 



 Poesia e Moltinpoesia. Un percorso, un bilancio (4)

di Ennio Abate

1982

1 gennaio 1982

Sulle poeterie (poesie ‘62-’64) ho condotto in vari tempi le seguenti operazioni:
-  commenti (agosto 1975);
- racconti sui miei tentativi di scrivere poesie;
- restauri;
- sviluppi;
- tentativi di critica e autocritica.
Tali operazioni non sono mai arrivate definitivamente in porto. Ma le ho tentate con una certa tenacia per vari anni. Ho perseguito questi scopi:
- non dimenticare il passato in cui mi ero formato;
- dare importanza alla mia pratica poetica solitaria;
- utilizzare i frammenti per indagare la mia esperienza.

febbraio 1982

1.
Perché il mio poetare ha avuto bisogno di tanta clandestinità? (O mortificazione?). Desiderio di stare al riparo? Da cosa o chi? L’ho sentito come una malattia che volevo curarmi da solo?

sabato 1 novembre 2025

RIFLESSIONI IN FORMA DI DIARIO SULLE MIE "POETERIE" (1977)

 


                                          Poesia e Moltinpoesia. Un percorso, un bilancio (1)

di Ennio Abate

 Questi appunti di diario sono stati scritti tra 1977 e 1985 e riordinati nel 1999. Pubblico quelli del 1977.

martedì 8 luglio 2025

Piccinerie

 

di Ennio Abate

Nel gruppo FB Casa della Poesia al Trotter - Milano leggo che presentano un libro di Anna Spissu così: "La donna albero e altri animali" è.... UN BAGNO DI LIBERTA'!
Obietto in un commento:

"Un bagno di libertà"?
Quanti "bagni di libertà" avete fatto in questi ultimi decenni?…
E vi siete accorti che l'acqua è sempre quella ed è sporca?

sabato 15 giugno 2024

Su "Le poesie italiane di questi anni" (1959), in "Nuovi saggi italiani" di Franco Fortini

 


                                        Appunti 
Riordinadiario moltinpoesia 2002



di Ennio Abate

1.

Alla poesia italiana la storia è ignota, non si assume il proprio stato storico (96) |

[La storia è storia dell’anima, cioè non-storia (105). Vari esempi: Saba: «Il tempo entro cui si dispongono le esperienze… è cronologico-biografico, con i suoi riferimenti a casi familiari e sentimentali, nel senso di un romanzesco privato o microsociale, mentre gli eventi sovraindividuali – prima guerra mondiale o guerra del «fascista abbietto» e del «tedesco lurco» - restano sullo sfondo (106)
Ungaretti: in lui il tempo è categoria metastorica, neppure psicologica (106).
Montale: il tempo si cerca… in prossimità della «crisi» esistenziale… i riferimenti agli eventi sociali e civili s’infittiscono, ma si tratta di un mondo «disertato da esseri umani e attraversato solo da messaggi cifrati, da angeli travestiti da demoni… e da lemuri animali, la riduzione degli eventi umani a quelli naturali e della guerra a «bufera» è continua e spontanea (106)
Mentre nella poesia recente (fine anni ’50, quindi siamo alla
poesia critica di Majorino) «passato, presente e futuro tendono invece a riferirsi a eventi collettivi, su quelli si ordina la biografia.
Il passato è l’infanzia e la giovinezza ma anche e più spesso il tempo del fascismo…
questo inserimento delle biografie in un complesso di eventi ha voluto dire anche inserire il proprio passato e il proprio futuro nel passato o nel futuro di un popolo, o classe o genere umano (107) ]

giovedì 11 aprile 2024

ANNI OTTANTA. MILANO-SPOESIA



di Ennio Abate

Su un articolo di LPLC
https://www.leparoleelecose.it/?p=49073

11 APRILE 2024 ALLE 08:04Il tuo commento è in attesa di moderazione. Questa è un'anteprima; il tuo commento sarà visibile dopo esser stato approvato.

Dimmi che aggettivi (vaghi o approssimativi) usi e ti dirò se il tuo stile è “mercantile”( G. Majorino) o meno:

1. convincente, improvviso: e di una nuova, convincente, tendenza all’affermazione individuale); per arrivare all’invecchiamento improvviso della sinistra storica in Europa

2. nuova, “amichevole”: Ciò che in Milano·poesia era ancora una germinazione di situazioni orientate in direzioni molteplici, è divenuto oggi rete collaudata di festival sostenuta dagli uffici marketing delle case editrici, di produzione cinematografica e delle gallerie d’arte: vari settori di una nuova “amichevole” industria dell’intrattenimento di qualità (ecco una definizione aggiornata della vecchia “industria culturale”).

3. adveniente: la convinzione di trovarsi sulla soglia di una adveniente stagione aurea che in realtà non arriverà mai.

giovedì 21 dicembre 2023

Moltinpoesia. Gli incontri dal 2007 al 2012

 


a cura di Ennio Abate

Gli avvisi degli incontri copiati dal sito della CASA DELLA POESIA DI  MILANO (qui) non sono in ordine cronologico. Li pubblico per ricordare i temi trattati e i nomi dei collaboratori del Laboratorio.

martedì 12 dicembre 2023

Com’è nato il termine ‘moltinpoesia’

 


di Ennio Abate 
Ecco quattro tracce del passaggio dal discorso sugli scriventi di massa a quello della moltitudine poetante, poi moltinpoesia:

1
2 ottobre 2001/ gennaio 2002
Da Ennio Abate, La poesia da lontano. Qualche ragionamento su Poesie e realtà 1945 - 2000 di Giancarlo Majorino in Esercizi critici. Letteratura e altro, gennaio 2002

"Un ultimo ragionamento: sui poeti moltitudine o gli  scriventi di massaIl cenno di Giancarlo Majorino al centinaio di poeti che in attesa di “consacrazione” (48) dovranno essere antologizzati tradisce, visto da vicino, una presa di posizione paternalistica e liberale pare una scivolata trascurabile specie in questi tempi dove contano solo i Personaggi, le Èlites. Da lontano, invece, il problema appare più importante.  All'ombra di poche fortezze corporative, che amministrano la cosiddetta Qualità Poetica, sono accampati miriadi di scriventi che sembrano poetare con gli scarti delle prime. È un brutto segno e si capisce lo sconcerto di un critico come Romano Luperini quando vede che “oggi si scrivono spesso poesie così come si cammina sui prati, o come si fa un qualunque lavoro specializzato”[i],  o di un poeta-critico come Majorino. Ma perché non si dovrebbe capire anche lo sconcerto di chi  non ha fatto in tempo ad infilarsi attraverso i ponti levatoi quando erano aperti o li vede arrogantemente sorvegliati oggi da certi cerberi editoriali venuti fuori anche dal ‘68?
Questa “proliferazione poetica... non s'attenuerà” (226), anche perché la verticalizzazione corporativa non s'è mai attenuata negli ultimi decenni. Ed è tutto il fenomeno della scrittura di massa che, assieme  ad un nuovo ripensamento della Poesia e della Letteratura di Qualità, andrebbe fatto coraggiosamente riemergere e non guardato dal buco della serratura di una disciplina universitaria.  Non basta lucidare alcuni nuovi criteri di  critica dei testi. Non basta l'allargamento della corporazione poetica o una maggiore inclusione di meritevoli, neppure in antologie spostate fuori dalla corporazione, come pare prospettare Majorino. 
Cosa vuol dire, piuttosto, per questi poeti-massa spostarsi? Il problema, comunque,  Majorino l'ha posto, apparentemente  ai margini del suo discorso generale. È proprio quello: “l'enorme rimanente giace nella penombra”; “e le ombre qui che fanno? Parlano le ombre? Pensano le ombre? Scrivono le ombre? La massa matassa dei muti e dei semimuti, dei senza cibo, degli accoltellatori per forza, quattro quinti del mondo, cosa fanno?” (364).
Le ombre: quelle della moltitudine poetante, quelle  dei semimuti, etc.  C'è qualcuno che saprà interrogarle e non scegliere solo le "migliori" o le più "presentabili" in Tv, all'università, nelle case editrici, nelle istituzioni cosiddette civili ma "nostre"

sabato 22 luglio 2023

MOLTINPOESIA. APPUNTO 14: La fabbrica delle antologie poetiche (2007)



di Ennio Abate

Ripubblico con alcune ripuliture l’intervento che lessi il 15 marzo 2007 alla Casa della Poesia (Palazzina Liberty, Milano).

  

 

«L’artista non è semplicemente colui che ascolta sé come sorgente di verità… Abbiamo bisogno di specialisti della letteratura e del mondo;  così come abbiamo bisogno di poeti della poesia e del mondo».

(Giancarlo Majorino (Atti del convegno di Letture, 1997)

 

1. Parto da una premessa che dovrebbe chiarire subito il senso di quanto dirò. È stato detto: «Per quanto male si possa dire del genere antologico… non se ne può fare a meno» (Parola plurale, pag. 10) E, in effetti, di antologie della poesia contemporanea se ne fanno e se ne faranno ancora. Ma è difficile occultare che la forma-antologia sia in crisi. E aggiungo: come la forma partito.

venerdì 28 aprile 2023

Come se niente (cioè la guerra in Ucraina in corso) fosse, torna la "Grande Poesia a Milano"...

 di Ennio Abate

 Leggo su FB che "dal 2 al 23 maggio torna la #poesia all' Università degli Studi di Milano con "UNIMI Connect Poesia 2023. Grande Poesia a Milano”, nuova edizione del ciclo di incontri aperto alla comunità universitaria e cittadina "ospiti" dell’Aula Magna di via Festa del Perdono 7 , ogni martedì, alle ore 18.30.Con la cura artistica di Maurizio Cucchi e la partecipazione degli attori Paolo Bessegato ed Elena Sardi, l’iniziativa si articola in quattro incontri dedicati ad altrettanti poeti: 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐅𝐨𝐫𝐭𝐢𝐧𝐢 (Una volta per sempre, 2 maggio), 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐌𝐚𝐣𝐨𝐫𝐢𝐧𝐨 (Gli alleati viaggiatori, 9 maggio), 𝐀𝐥𝐝𝐚 𝐌𝐞𝐫𝐢𝐧𝐢 (La presenza di Orfeo, 16 maggio) e 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐏𝐨𝐫𝐭𝐚 (I rapporti umani, 23 maggio)."
Sono curioso di sapere che diranno di Fortini e di Majorino soprattutto. Per il momento mi rileggo quanto scrissi il 3 febbraio 2011 sulla loro "poesia critica" in un articolo intitolato "Da quali nemici e falsi amici si devono guardare i poeti (esodanti) [ Seconda puntata] su questo stesso blog (qui il testo completo):

venerdì 7 aprile 2023

Giancarlo Majorino e gli "scriventi poesia"



 Varie pagine di amici su Facebook hanno ricordato che  oggi, 7 aprile, è l'anniversario  della nascita nel 2028 di  Giancarlo Majorino, morto il 20 maggio 2021. Lo voglio ricordare io pure, trascrivendo una domanda e la sua risposta da una nostra conversazione del 5 giugno 2002  sul fenomeno degli "scriventi poesia". Da lì ebbe inizio la mia ricerca e la teorizzazione dei moltinpoesia.

 - Esiste oggi una tendenza a fare indagini sulla poesia soprattutto negli immediati dintorni del critico o poeta  (al limite fra i propri amici o coetanei). Ti pare del tutto utopistico, invece, una ricerca come quella che vorrei tentare su un consistente campione di quasi sconosciuti scriventi poesia? 

- L’esigenza di scrutare davvero e non così impressionisticamente  questa massa di scrittura poetica è positiva. I testi però, che arrivano sul mio tavolo,  a volte sono poesie per modo di dire. A  volte sono delle comunicazioni poeticistiche. Questo un po’ dà fastidio. Non lo dico per una difesa corporativa (almeno, per quel che mi riguarda,io sono attento a ‘sta faccenda). Il fastidio nasce perché tante energie vengono a volte imbrigliate per cose che forse non sono le vere cose che si cercano.Tante volte son forme di solitudine, di assenza di comunicazione; altre volte anche di bisogno di esserci, di avere una presenza.Così  tutto diventa subito un po’ ambiguo: come se uno sognasse che entrando di lì, dalla scrittura in versi (che mi obbliga a tener conto primariamente di ciò che sento necessario e non meno della possibilità di dare forma a ciò), potesse venirne chissà cosa. Mi sembra che ci sia una domanda muta che è ancora più forte, una insoddisfazione verso la vita che si fa. E questa è una grande molla di cambiamento. Ma, per esempio, se uno senza saperlo ripete forme poetiche già collaudate come se fossero proprie, in questo vedo un’illusione, ma anche un’ignoranza sul fatto che il ricorso a sé, all’interiorità di sé, non dà maggiore autenticità. Il  ‘sé’ è pieno di condizionamenti: è solo lo studio accanito, il confronto senza paura con l’altro da sé che può aiutare.

giovedì 30 marzo 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 7: Su "Parola plurale" (2005)



di Ennio Abate

 Questi sono gli appunti della mia lettura di "Parola plurale", uscita  nel 2005 da Sossella Editore nel 2005. Una sintesi  fu pubblicata nel 2007 su questo blog e si può leggere qui 

1.  Il titolo.

 È un segno dei tempi. Si  prende atto della cesura tra Moderno e oggi [il termine ‘postmoderno’ non è nominato, ma è presupposto]: proprio in seguito alla caduta dell’Idea di Forma del Moderno «il panorama della poesia degli ultimi decenni si presenta accidentato e tendenzialmente impraticabile» (19); non esistono più «norme condivise da contestare o alle quali uniformarsi» e per questo «si può dire che quello della  poesia non sia più un linguaggio ma al limite una personalissima  parole» (21), declinata al plurale da tante voci e non più al singolare da pochi autori.

 

lunedì 20 marzo 2023

MOLTINPOESIA APPUNTO 3: Sulle difficoltà della "critica dialogante"



di Ennio Abate.

Due frammenti di una discussione del Laboratorio Moltinpoesia. Era stato pubblicato
 Viaggio alla presenza del tempo di Giancarlo Majorino. Non piacque ad alcuni dei partecipanti al Laboratorio. Ci furono accuse di "gergalità" e di non "comunicabilità". Oltre all'intervista qui sopra riprodotta tentai di sostenere la necessità di una "critica dialogante" con queste due lettere. 

venerdì 17 marzo 2023

Perorando (nel 2006) la causa della nebulosa poetante



di Ennio Abate

 

Quali colombe dal disio chiamate…?

No, come gocce d’ignote bufere
alle vetrate della Casa della Poesia
Giancarlo [1] , premono molti scriventi.

Chi sono? Quanti? Perché così scrivono?
A che mirano? Curarsi di  loro
o il brusio di pubblico dal palco reggere
modulandone ossequi e domande?

E chi sono per noi che su riviste
di poesia pubblichiamo i versi
che ci piacciono? Fratelli? Concorrenti?
Compagni di strada? Pedine da manovra?

Possiamo aprirci benevoli ad essi
reggere invidia,  angosce, deliri
non sfuggirli, non costruire valli
interiori? E mostrare anche l’errore

dell’energia spostata dal reale
dal vero alienata? E parlare a lungo-
con loro, seguirne lo sciamare
nella notte e poi riprendere a scrivere?

[2006]


Nota

Giancarlo è il poeta Giancarlo Majorino (1928-2021), presidente in quegli anni della Casa della Poesia con sede nella Palazzina Liberty di Milano, dove, grazie a lui, tenemmo gli incontri del Laboratorio Moltinpoesia (2006-2012). 

mercoledì 15 marzo 2023

Poesia e presente

 



di Ennio Abate

A supporto di una riflessione sulla poesia contemporanea ripubblico un mio intervento  al  Convegno della rivista di Massimo Parizzi, “Qui. Appunti dal presente” – Milano, maggio 2005.

martedì 14 marzo 2023

Poesia Moltitudine Esodo



di Ennio Abate

Questo lungo saggio era comparso sul n. 7  inverno 2003/ 2004 della rivista INOLTRE edita dalla Jaca Book. Pur silenziato da poeti e critici allora operanti -  quasi tutti hanno preferito poi andare in direzioni   opposte all'ipotesi di poesia moltitudinaria e esodante da me proposta alla discussione -  lo ripubblico  in questo cupo 2023. Come documento di riflessione. Esistono ancora minoranze o singoli che non si sono rassegnati alla cancellazione di  ogni dialettica tra poesia e politica. Malgrado la crisi di entrambe. E prima o poi bisognerà pur  venir fuori dai pantani dell'iperspecialismo pseudo-accademico o  della spettacolarizzazione  dell'io liricheggiante in cui in troppi si sono cacciati.