di Ennio Abate
Alle 22 cominciava il turno di notte
alla Sip. Assonnato
all’Ufficio Telegrammi.
Nessuno chiamava per dettare
quella sera. Nessuno. Così s'applicò, si scervellò
sulle prime pagine dei Grundrisse
appena usciti
e subito comprati. Sottolineava: «Ma l'epoca
che genera questo modo di vedere, il modo di vedere
dell'individuo isolato è proprio l'epoca dei rapporti
sociali […] finora
piu` sviluppati. L'uomo è [...] un animale
sociale […] che
solamente nella società può isolarsi". [1]
Chiarirsi il concetto di "astrazione determinata".
Cogliere ciò che è
unitario nei fenomeni che appaiono
disparati e diversi,
parafrasò. Batté appunti sul modulo
per telegrammi – oh, pesante e
rumorosa macchina
d’ufficio! – E poi alle 8 del mattino, fine turno,
via dal
palazzone della SIP in Piazza Affari fino
al palo davanti alla Statale. Bloccò con la catena.
Una lezione di filosofia morale di Remo Cantoni.
Ricordi precisi, non più.
Né delle belle st,udentesse
né dei ben vestiti studenti borghesi che nell'atrio, dove
per cortocircuiti culturali e sbalzi sui gradoni sociali
frullavano insieme conversazioni e mossette indolenti.
Nota
1. K. Marx,
Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica
1857-1858 (Grundrisse), La Nuova Italia, 1971/74, pag. 5.
Sì, la «verità della poesia» avrà a che vedere con duplicità o doppiezza ma non può consistere in duplicità e doppiezza. Sarebbe una replica dell’esistente. Meglio il vecchio Brecht: https://moltinpoesia.blogspot.com/2012/11/ennio-abate-sulle-cinque-difficolta-per.html